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(25 Luglio 2009) Enzo Apicella

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Rafael Alegria: No alle elezioni, sì alla costituente, esigenza del popolo honduregno in resistenza

(17 Novembre 2009)

“La mia vita è la lotta”
Nelson Mandela

Un lunedì in resistenza, mentre ci accompagna un enorme striscione del Fronte antigolpista, con la mappa dell’Honduras ed un enorme gorilla minaccioso che cerca di possedere questo stupendo paese, ho il privilegio di conversare con Don Rafael Alegria, come lo chiamano qui nel Fronte, con il rispetto che merita un dirigente di questa forza rivoluzionaria e capo della lotta contadina da decenni.

“Nel campo c'è una situazione disperata, come prima ragione dobbiamo citare i problemi per la poca pioggia, non abbiamo potuto seminare in tempo, non esistono finanziamenti, è assolutamente inesistente l'attenzione dello Stato, come conseguenza, non ci sarà nessuna produzione per il prossimo anno: vivremo una fame orribile generale per colpa del rifiuto di Micheletti di cercare un'uscita politica; se ci sarà una crisi alimentare, non sarà per colpa del contadino, bensì per colpa dei golpisti, che praticamente hanno impedito qualsiasi lavoro in campagna”.

Così incomincia la mia intervista con Don Rafael, che è giustamente preoccupato e con un sentimento di impotenza davanti all’irresponsabilità ed alla strafottenza dei gorilletti: ma cosa possiamo pretendere da degli ignoranti, che quasi non sanno leggere o scrivere e sono stati scelti dagli yankee solo per i loro sentimenti di invidia e di odio contro un leader pacifista che è riuscito ad infondere il coraggio e la coscienza di dire “NO” a qualsiasi costo al suo popolo honduregno?

Rafel Alegria ha trascorso la sua vita lottando con i “terratenientes” (che in italiano si dice latifondisti), ma che nell’idioma di Don Rafael spiega chiaramente che in un paese del terzo mondo rappresenta il contrasto tra chi non ha assolutamente nulla e quello che possiede tutto, non ci sono alternative che possano mediare la situazione nel neoliberismo sfrenato.

Ed è per questa ragione che Rafael, già dall’età delle medie, cerca in tutti i modi di studiare e poter lottare per la sua gente “del campo”.

Dal momento che era riuscito a superare le elementari con 13 anni, decide di aiutare i suoi fratelli contadini accettando di lavorare in un corso di alfabetizzazione finanziato dalla chiesa cattolica e che si trasmette per radio.

Bisogna chiarire che l’unico guadagno per Rafael era la radio per seguire i corsi, non certo i salari abbondanti che l’USAID nordamericana utilizza per finanziare la stampa fascista honduregna, che oggi, quasi nella sua totalità, appoggia i gorilletti!!!

Già negli anni ’70, con solo 18 anni, si dedica ad occupare le terre in favore dei poveri nullatenenti e si dedica a denunciare tutti i soprusi dei grandi proprietari.

E forse Rafael non poteva pensare che anni dopo avrebbe difeso con la sua vita e tutta la sua convinzione politica proprio il figlio di un suo “nemico”, quel José Manuel Zelaya Rosales, Mel per coloro che lo apprezzano (e sono un’infinità!), che ha deciso di tradire la sua classe politica e cambiare radicalmente la storia di sottomissione del suo paese, infondendo coscienza e coraggio al popolo.

E questo atto di amore meraviglioso per il suo popolo, Mel lo sta pagando carissimo, prigioniero, in un’ambasciata straniera dentro il suo paese, costretto a subire qualsiasi tipo di violenza psicologica e fisica, solo per avere un cuore ed una coscienza pulita, di cui nessuno conosce il prezzo.

Rafael Alegria ha continuato a studiare mentre svolgeva il suo ruolo come rappresentante contadino. Con l'appoggio di una borsa di studio della fondazione religiosa tedesca “Pane per il mondo” si è laureato in diritto.

Don Rafael è assolutamente negativo con il neoliberismo, che ha portato il mondo a questa crisi assurda, è cosciente che il problema dei prezzi dei principali prodotti è purtroppo nelle mani delle multinazionali, assolutamente disinteressate delle sorti del popolo e delle conseguenze negative che cadranno sulla terra.

Oggigiorno Alegria è anche cittadino del mondo, infatti è un leader contadino della “Via Campesina”, un movimento internazionale di contadini e contadine e piccoli produttori, donne rurali, indigene, gente senza terra, giovani rurali e lavoratori agricoli; difende i valori e gli interessi basilari dei membri. E’ un movimento autonomo, plurale, multiculturale, indipendente, senza nessuna adesione politica, economica o di un altro tipo. Le 148 organizzazioni che formano la “Via Campesina” vengono da 69 paesi dell'Asia, Africa, Europa ed il continente Americano.

I suoi obbiettivi sono la produzione di alimenti sani, la sovranità dei popolo sulla terra e la decentralizzazione della produzione di alimenti e delle catene di distribuzione.

L’importanza del lavoro di Don Rafael bisogna sottolinearlo pensando che il 58% della popolazione in Honduras è di origine rurale, “e questo significa che i contadini, gli indigeni ed i settori rurali avrebbero una partecipazione attiva e propositiva in una Assemblea Costituente, le risorse del paese sono inoltre fondamentalmente: la terra, l'acqua, i boschi, le miniere ed i semi, cosicché cercheremmo il recupero di tutte le risorse rurali per il bene di tutto il paese, non come adesso che stanno al servizio di 8 famiglie e delle multinazionali”.

“E’ proprio per interrompere questa egemonia fascista che dobbiamo rifiutare questa farsa elettorale, rinnegare in forma attiva questi comizi illegittimi, che si svolgeranno dentro il terrore, i soprusi e le violenze di un feroce golpe di stato. Le repressioni e le minacce verso l'integrità fisica degli honduregni che effettua l'intelligenza militare per zittire il rifiuto che esprime il popolo verso il governo spurio, durante la dittatura di Micheletti, sono molte; l'ONU ha denunciato la presenza di paramilitari colombiani in Honduras, pagati dagli imprenditori e proprietari terrieri e si è incrementato anche il narcotraffico e la violenza, principalmente nella zona rurale”.

Don Rafael mi spiega che la campagna è uno dei settori più colpiti dal golpe, nel 2008 il presidente Zelaya ha appoggiato la promulgazione del Decreto che avviava alla Riforma Agraria e nell’Istituto Agrario Nazionale (INA) erano depositati i dossier che documentavano i diritti dei contadini per l’assegnazione della terra.

Un gruppo di 55 compagni stava difendendo tutti questi dati legali ed indispensabili per procedere con l’assegnazione della terra…..dove saranno finiti adesso, dopo che i gorrilletti hanno arrestato i contadini ed i compagni che li custodivano?

Ancora una volta dobbiamo segnalare la Mano Pachona degli USA e delle sue multinazionali, che stanno tentando di cancellare, far scomparire, seppellire completamente quello che Mel Zelaya ha fatto per il suo popolo, per una Nuestra America solidaria e per la democrazia mondiale.

Purtroppo mi rendo conto che siamo rimasti in pochi a gridare questa denuncia, soprattutto nei paesi che si credono sviluppati, come l’Italia, preferiscono girare la testa dall’altra parte e non accorgersi delle enormi violazioni che si stanno compiendo.

Faccio un appello a tutti i centri di stampa con una coscienza solidaria e che amano la verità, per piacere, proprio adesso NON POSSIAMO ABBASSARE LA GUARDIA, non possiamo pensare che la situazione in Honduras non sia più una notizia interessante e gettarla nel dimenticatoio, al contrario: è proprio in momenti come questi che la nostra denuncia è fondamentale per dare forza e continuare la lotta, e come diceva Alda Merini, una poetessa italiana scomparsa da poco, “tutto quello che facciamo non è che una goccia nell'oceano, ma se non lo facciamo, quella goccia, la tua goccia, mancherà per sempre”.

l’autrice è la responsabile della pagina in italiano del sito web di Prensa Latina

Ida Garberi, dall’Honduras

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