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(3 Giugno 2003)
Caro Fulvio, ho appreso la notizia del tuo allontanamento forzato da Liberazione. Si tratta di un fatto grave, che si inscrive in una gestione sempre più faziosa del "giornale del partito" -talvolta, direi, una faziosità prodotta ancor più che da un'area del partito da una parte della direzione del giornale, che concepisce Liberazione come uno strumento proprio. E' un problema che per parte nostra abbiamo indicato anche nelle tesi congressuali di minoranza in cui infatti scrivevamo:
"Al contempo Liberazione deve essere aperto agli interventi dell’insieme del partito e rispettarne la vita democratica, senza alcuna intromissione politica da parte di redattori o responsabili del giornale."
Purtroppo le cose continuano ad andare diversamente, come conferma la costante esclusione o emarginazione di Progetto comunista e più in generale delle posizioni che esprimo con altri compagni; e come conferma ora il tuo licenziamento.
Come sai noi due ci siamo trovati spesso in disaccordo su molte questioni politiche -il che non mi ha mai impedito di stimare il tuo lavoro giornalistico e la dedizione con cui lo fai- ma ho trovato davvero indecente il fatto che le tue corrispondenze dall'Irak fossero pubblicate come "lettere" -tra l'altro quando il giornale del partito non disponeva di altri giornalisti in quella situazione.
Permettimi quindi di esprimerti il mio sdegno per il licenziamento e la mia solidarietà. Tienimi informato sugli sviluppi della faccenda: su cui voglio sperare che vi sia un intervento del gruppo dirigente del partito.
Un abbraccio, saluti comunisti,
Francesco Ricci
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