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    (Lotte operaie nella crisi)

    Ricerca pubblica: i precari Ispra sul tetto ad oltranza

    contro i licenziamenti e l’azzeramento della ricerca sul mare

    (25 Novembre 2009)

    I lavoratori precari dell’ISPRA, dopo un’assemblea indetta questa mattina da USI RdB Ricerca, hanno deciso di salire sul tetto della sede di via Casalotti a Roma e di non scendere fino alla conclusione positiva della loro vertenza.

    L'ISPRA, ente di ricerca pubblica ambientale che effettua anche funzioni di controllo ed ispezione, ha già licenziato 200 precari storici e si appresta a licenziarne altri 250, ovvero il 40% del personale e la quasi totalità dei lavoratori giovani dell'ente. Se questo piano di licenziamenti verrà portato a termine, da gennaio il settore della ricerca sul mare sarà di fatto completamente azzerato.

    "I lavoratori precari dell’ISPRA sono ormai alla disperazione – spiega Claudio Argentini della Segreteria Nazionale USI RdB Ricerca - oltre a perdere il lavoro, a cui hanno dedicato molti anni della loro vita, spesso con salari da fame, il Ministro e la struttura commissariale che gestisce l'Ente stanno azzerando completamente la ricerca dedicata al mare”.

    “Come segreteria nazionale – continua Argentini - avevamo previsto che ulteriori licenziamenti, dopo i 200 della scorsa estate, sarebbero stati la goccia che avrebbe fatto traboccare il vaso e causato l’esplosione della rabbia di questi lavoratori. Questa mattina un gruppo di lavoratori, delegati sindacali di USI/RdB, ha deciso di portare la protesta all'estremo, occupando il tetto dell'edificio nel quale hanno lavorato per anni. Non scenderanno se non di fronte ad atti chiari che garantiscano loro il mantenimento del posto di lavoro ed il sostegno al settore della ricerca marina”.

    Conclude il sindacalista di base: “Ci aspettiamo che il Commissario abbia il coraggio di invertire la rotta ed avvii subito le iniziative adeguate che, è necessario precisarlo, sono possibili sia normativamente che economicamente. Questi lavoratori chiedono giustizia e lavoro. Lavoro nella ricerca pubblica".

    Roma, 24 novembre 2009

    Rappresentanze Sindacali di Base Pubblico Impiego - Confederazione Unitaria di Base

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    Commenti (1)

    OLTRE IL TETTO

    Francamente non conosco affatto come è strutturato questo istituto di ricerca nè quali interessi muova ma il fatto che dei lavoratori precari vengano licenziati e decidano di occupare il tetto dell'edificio mi induce ad una riflessione che spero coinvolga anche altri. Da quando gli operai della INNSE hanno occupato il carro-ponte all'interno del capannone PER IMPEDIRE MATERIALMENTE lo smantellamento della fabbrica sembra che l'obiettivo sia solo quello di rendersi visibili salendo sempre più in alto. L'obiettivo della classe politica è di smantellare l'apparato pubblico per regalare tutte le risorse ai privati in difficoltà Nel caso specifico quali interessi si colpiscono occupando il tetto di un centro di ricerca destinato a chiudere? Il fatto stesso che i lavoratori si ribellino ad un percorso che viene presentato come ineluttabile di fronte alla crisi, ossia annuncio di crisi-cassa integrazione-ristrutturazione-licenziamenti mi sembra ottimo; quello che non condivido è che poi in genere di fronte al ripetersi delle svendite delle lotte da parte dei filo padronali cisl-uil e al traino cgil, anche gli operai più combattivi non arrivano alla conclusione che di fronte ad una ristrutturazione generale bisogna collegarsi con tutte le avanguardie di lotta ed avviare il discorso del partito degli operai

    (27 Novembre 2009)

    renato, un lettore di operai contro

    giurema@libero.it

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