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(Di lavoro si muore)

ThyssenKrupp. Operaio muore a Terni.

Legami d'Acciaio: sdegno e commozione

(3 Dicembre 2009)

Dopo due anni precisi dalla tragedia di Torino e dopo sette morti bruciati, alla Thyssen si seguita a morire di lavoro insicuro. Oggi in uno stabilimento della ThyssenKrupp Acciai Speciali di Terni ha perso la vita un operaio di 31 anni, Diego Bianchina. E’ morto in seguito ad un incidente verificatosi nel centro movimento acidi dello stabilimento, mentre travasava gli acidi le cui esalazioni lo hanno ucciso...

Mentre si sono cominciate a susseguire le dichiarazioni di cordoglio e spesso le lacrime di coccodrillo di chi (politici, istituzioni, datori di lavoro) poteva prevenire e non lo ha fatto, i circa 300 lavoratori della Tk-Ast hanno reagito alla notizia dell' infortunio mortale in fabbrica con uno sciopero spontaneo di due ore e poi sono usciti dallo stabilimento bloccando il traffico. Intanto tutti i sindacati hanno proclamato uno sciopero di 24 ore che inizierà alle 6 di domani.
"Un ennesimo morto sul lavoro oggi a Terni, ancora una volta alla Thyssen. Un altro giovane lavoratore stasera non tornerà a casa mentre altri due sono ricoverati in ospedale. A loro e ai loro cari esprimiamo la vicinanza della Cgil". Questo il commento di Paola Agnello Modica. “Quanto avvenuto oggi dimostra, se ce ne fosse stato bisogno, che la situazione delle condizioni concrete di lavoro sono ben lungi dall'essere quanto meno accettabili, alla Thyssen e non solo. Bene hanno fatto i lavoratori ad uscire subito dalla fabbrica in segno di protesta e di solidarietà. La Cgil, insieme alla Fiom, continuerà a essere vicina ai lavoratori della Thyssen e a lottare - conclude la dirigente della Cgil - per ottenere ovunque e sempre la salvaguardia psicofisica di chi lavora per vivere".
Oggi si registra ancora una vittima della Thyssen nello stesso giorno in cui a Torino veniva celebrata la quarantaquattresima udienza del processo per i lavoratori morti nel 2007. Ora un'altra vittima si aggiunge alla lista di chi chiede giustizia per una morte inconcepibile, come quella sul lavoro, una morte con precisi responsabili e non una morte casuale.

E con forza, davanti a questa ennesima morte, sono intervenuti i lavoratori Thyssenkrupp di Torino riuniti nell’Associazione onlus Legami d’Acciaio, esprimendo la loro massima solidarietà alla famiglia di Diego Bianchina. "La notizia, appresa durante l’udienza del processo TK a Torino, ha suscitato forte sdegno e commozione tra i familiari delle 7 vittime e gli ex operai, proprio mentre venivano ascoltati gli ennesimi testimoni addomesticati dall’azienda. La morte di Diego Bianchina così come quella dei 7 lavoratori morti a Torino nel dicembre 2007 - dicono dall'Associazione Legamo d'Acciaio - non sono una tragica fatalità ma il frutto di una scellerata e criminale condotta aziendale (nel caso TK) e più in generale di tutto un sistema di produzione che genera morti, incidenti, menomazioni, malattie professionali (come per il caso Eternit e i morti per l’amianto-killer), devastazioni ambientali (petrolchimico di Porto Marghera) o entrambi (come all’ILVA di Taranto, record di morti sul lavoro e per inquinamento in Europa). A due anni dalla strage ThyssenKrupp in Italia si muore ancora ad un ritmo agghiacciante e senza sosta in nome del profitto dei padroni, con l’approvazione del governo Berlusconi, reo di aver varato norme salva-manager stralciando gli articoli più severi del T.U. 81 sulla sicurezza contro chi si macchia di reati quali la mancata tutela della salute dei lavoratori".

Martedì 01 Dicembre 2009

Alessandra Valentini

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