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Paradiso perduto

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(7 Dicembre 2009)

- Nella manifestazione anti-sultano di sabato 5 dicembre, la più toccante testimonianza è stata quella del fratello di Paolo Borsellino. Dentro quelle parole c’erano testa e cuore e lo sdegno per l’attuale situazione politica ha un senso di lotta irriducibile senza cedimenti.
Mi è molto mancato il fatto di non sentire lo stesso sdegno per il fatto che ci troviamo ancora Berlusconi grazie alla vigliaccheria di Prodi e D’Alema che, durante i loro governi, non hanno voluto fare una severa legge sul conflitto di interesse e la “par condicio”, che stabilisse semplicemente che: “non è eleggibile chiunque possiede direttamente o indirettamente” un giornale o una TV, anche locale perché ciò lo favorisce rispetto agli altri candidati. Una norma di elementare democrazia, dovuta ad una nazione che si definisce civile.
Il partito democratico è ancora in mano ai D’Alema, ai Violante, ai Bersani, che da 40 anni guidano la sinistra di sconfitta in sconfitta, di cedimento in cedimento, con la scomparsa di ogni valore e identità.
In quella piazza, dove spero sia nata una nuova identità politica, affermare ciò sarebbe stato forse freddo, ma molto utile per scegliere i compagni di strada.

- nella trasmissione di Fazio (che tempo che fa), malgrado il titolo ci dica che bisognerebbe parlare essenzialmente di ambiente e clima, al povero Luca Mercalli, serissimo e scientificamente informato sulla situazione ambientale planetaria, vengono offerti due o tre minuti scarsi, peraltro interrotti da battute mediocri del conduttore impaziente di dare spazio a stronzate di intellettuali sulle interpretazioni di arti figurative, di inutili libri, o alle fissazioni della Litizzetto che ci informa sulla lunghezza dei peni, i peli pubici, le attività escretorie e varie altre zozzerie.
Questa minimizzazione dei problemi ambientali a favore dei professionisti del complicare le cose semplici, gli intellettuali appunto, in uno dei pochi spazi rimasti in TV, è molto grave e lascia l’impressione chiara che tutta la redazione della trasmissione non abbia capito nulla della urgentissima necessità di cambiare modo di produrre energia e di consumo, pena disastri con carestie e milioni di morti.

- la Gabanelli ha fatto un buon intervento sulla Sanità. Ma se restiamo alle analisi e alle denunce nulla cambierà.
Nessun partito politico chiede ciò che è evidente e chiaro: la fine di ogni convenzione tra pubblico e privato, terreno nel quale sono stati realizzati colossali truffe ai danni dello Stato, e dove hanno sguazzato felici politici ed imprenditori ricattandosi e arricchendosi a vicenda.
L’intreccio mafioso tra politica e affari è questo, basta voler guardare come funziona la Sanità.
Combattere la mafia non significa mettere in galera qualche capo, che viene immediatamente sostituito da un altro più feroce e avido, ma sottrarre la Sanità pubblica alle sanguisughe imprenditoriali e mafiose troncando ogni rapporto. Sul “libero mercato” queste cliniche private fallirebbero quasi tutte, comprese quelle dei preti.

7 dicembre 2009

Paolo De Gregorio

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