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Atene. Ordine pubblico

Atene. Ordine pubblico

(4 Maggio 2010) Enzo Apicella
Grecia. Il Fondo Monetario Internazionale si scontra con la resistenza popolare

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    Le strade di Atene tornano a bruciare...

    Alexis e' vivo, i morti siete voi!

    (9 Dicembre 2009)

    A partire dal dicembre dello scorso anno, Atene e molte altre città della Grecia sono state teatro di una forte mobilitazione di varie fette della popolazione tra cui lavoratori, immigrati e studenti anche giovanissimi. È proprio uno di questi, il quindicenne Alexis Grigoropoulos, a morire sparato da un poliziotto durante la feroce repressione delle lotte di quei giorni.

    Invece di arrestare la protesta, l’attacco repressivo ha ottenuto l’effetto contrario: ne ha aumentato i numeri e la radicalità. Le manifestazioni di piazza si sono moltiplicate e moltissime persone, che fino ad allora non avevano preso parte alla protesta, non sono potute restare a guardare e sono scese per le strade.
    Ad un anno di distanza dall’assassinio di Alexis tutto questo non accenna a fermarsi. Ad un anno di distanza, il 6 dicembre 2009 e nei giorni precedenti migliaia di persone sono scese in piazza a manifestare la propria rabbia e a ricordare il giovane Alexis Grigoropoulos.
    L’attuale governo greco, al di là dei proclami di “cambio” di rotta a cui si è visto costretto di fronte alla fortissima mobilitazione, ha continuato a rispondere con la repressione.
    Dai primissimi giorni di dicembre migliaia di persone hanno dato vita a presidi, commemorazioni sul luogo dell’assassinio, cortei, occupazioni di tutte le scuole e le università, aggiuntesi agli spazi precedentemente occupati. La conseguente repressione ha prodotto in questi giorni già centinaia di fermi, decine di arresti, processi-farsa (volti a dissuadere dal partecipare alle manifestazioni), feriti, rastrellamenti, posti di blocco ad ogni angolo della città, militarizzazione dei quartieri.

    Il 6 dicembre tutto ciò è stato replicato in grande; un imponente corteo di circa 40.000 persone si è mosso per le strade di Atene, partendo dal rettorato dell’Università e passando per il Parlamento e il Consolato americano, ed ha urlato slogan contro la polizia, le misure del governo, la repressione e più in generale contro il sistema capitalistico che non genera crisi, ma è lui stesso la crisi (“Capitalism is the crisis”, recita una scritta nei pressi della Facoltà di Giurisprudenza di Atene, anch’essa occupata).
    Un corteo partecipatissimo, determinato e combattivo che ha portato, tra le varie azioni fatte prima, durante e dopo la manifestazione, all’occupazione di massa del rettorato. [altre info 1, 2, 3]

    La polizia e le sue squadre speciali super specializzate hanno diverse volte caricato il corteo spaccandolo in più punti, con l’obbiettivo di fare il più alto numero possibile di fermi e arresti tra i manifestanti. Ciò ha causato, oltre agli inquietanti numeri della repressione (solo le ultime notizie parlano di 200 fermi e 80 arresti), anche diversi feriti. Sono stati presi di mira in modo particolare i compagni venuti da altre parti d’Europa a portare la loro solidarietà e il loro attivo sostegno; infatti tra gli arrestati figurano anche cinque compagni anarchici italiani. A tutto questo, si aggiungono le condizioni dei fermati e degli arrestati in questura: oltre ad essere tenuti lì per un tempo maggiore di quello previsto per legge, alcuni sono stati ripetutamente picchiati (a volte mandati in ospedale) e i poliziotti impediscono agli avvocati di entrare.
    Tra i feriti figura una donna che nella Grecia dei colonnelli, sempre a causa di una feroce repressione, fu picchiata con violenza e perse il bambino di cui era incinta.

    Il nostro compito da qui è sostenere la rivolta che i compagni greci hanno portato e continuano a portare avanti ad Atene, Salonicco e in altre città della Grecia.
    Partecipiamo al presidio presso il Consolato Greco, domani mattina, per manifestare il nostro dissenso nei confronti delle operazioni da macelleria che stanno attivando nei confronti di chi in Grecia sta alzando la testa contro le politiche portate avanti dal governo, che esso sia di destra o si definisca di sinistra, e per portare solidarietà ai compagni italiani arrestati.

    MARTEDI’ 8 DICEMBRE - ORE 11:00
    PRESIDIO PRESSO IL CONSOLATO GRECO (V.le Gramsci, 5)
    SOLIDARIETA’ AGLI ARRESTATI
    I VOSTRI ARRESTI NON ARRESTERANNO LA NOSTRA LOTTA!

    altre notizie su indymedia atene, indymedia liguria, occupiedlondon
    Comunicato dal Politecnico occupato di Atene del 5 dicembre.
    Dichiarazione dell'EEK (Partito Rivoluzionario del Lavoratori - sezione greca del CRQI).

    Collettivo Autorganizzato Universitario
    http://cau.noblogs.org

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