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Ventiquattro ore senza di noi

Ventiquattro ore senza di noi

(1 Marzo 2010) Enzo Apicella
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Razzismo dilagante: frutto avvelenato della crisi

(13 Dicembre 2009)

La crisi economica si sta abbattendo con durezza anche sulla nostra città. Qui, come altrove, padroni pubblici e privati operano per scaricarne i costi sui lavoratori e sugli altri ceti deboli. Quote sempre maggiori del reddito nazionale si sono spostati in questi ultimi anni dal lavoro dipendente ai profitti ed alle rendite. La borghesia nostrana vuole mantenere intatti i propri privilegi sociali e questa tendenza di fondo. Ciò significa allora cassa integrazione, licenziamenti e disoccupazione, dilaganti anche qui alla Spezia. L’area di povertà aumenta: sono sempre di più i tagli di luce, gas, e perfino dell’acqua! E’ sempre più facile scorgere anziani a frugare nei cassonetti dell’immondizia e code sempre più lunghe alle mense dei poveri, dove si vedono sempre più “facce conosciute”! La crisi morde, ed il suo spettro si fa sempre più concretamente vicino alle persone delle fasce sociali più svantaggiate!

In questo contesto le sirene razziste di fascisti e leghisti divengono più “ascoltabili”, illudendo molti proletari e molti giovani sul fatto che “se non ci fossero gli immigrati, i posti di lavoro ci sarebbero!”. Queste affermazioni sono ormai, purtroppo, all’ordine del giorno, e non c’è ideologia che tenga, per chi, morso, direttamente o indirettamente, dalla crisi economica, arriva a queste pericolose ingenuità!

Anche su questi argomenti non basta il richiamo ad astratti princìpi di uguaglianza per potere opporsi al razzismo, ma è necessaria, prima di tutto, una analisi sui concreti rapporti di classe esistenti! Chi fomenta luoghi comuni come quello sui posti di lavoro “rubati” tace su almeno due questioni fondamentali. La prima è che il fenomeno migratorio non è prodotto della volontà dei singoli, quanto, invece, prodotto degli enormi squilibri esistenti nel mondo, dove il 2% della popolazione mondiale possiede il 50% di tutte le ricchezze, dove, è provato, il 5% più povero della popolazione mondiale ci mette un anno di tempo (365 giorni!!) per generare il reddito che il 5% più ricco usa in soli due giorni, dove muoiono ben 30mila bambini in età prescolare al giorno (!) per fame, sete e/o malattie. L’altra questione è che i posti di lavoro dipendono, nella società del profitto, dal prezzo e dalle altre condizioni che l’offerta di forza-lavoro riesce a strappare alla domanda: più è unita la forza-lavoro, più riesce a respingere le condizioni al ribasso che il capitale in crisi gli offre per scaricare su di lui i costi della crisi e tentare di recuperare margini di profitto!!

In altre parole: “Questa spirale di discriminazione e repressione nei confronti degli immigrati (e degli zingari – n.d.r.) non fa altro che alimentare xenofobia e razzismo anche tra gli sfruttati italiani, portati, così, a considerarli degli “intrusi” pronti ad insidiare loro il lavoro; la violenza istituzionale alimenta il razzismo nella forma di guerra fra poveri! E’ così che un razzismo più o meno strisciante, la violenza del proprio stupido senso di superiorità occidentale, si fa strada nelle scuole, ma soprattutto nei posti di lavoro e nei quartieri, divenendo, ancora una volta, discriminazione di classe: un nero di successo è, di fatto, equiparato ad un bianco, mentre un nero disoccupato è visto come un delinquente da cacciare, invece che un fratello di classe cui unirsi. Battere il razzismo, bandirlo tra i lavoratori è più che mai fondamentale per sgomberare il campo da equivoci e perseguire gli interessi di classe!” (da “IL RAZZISMO”, Opuscolo tematico n. 1 – Gennaio ’07, a cura del Circolo ALTERNATIVA DI CLASSE, pag. 16)

Circolo ALTERNATIVA DI CLASSE (SP)

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