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(Diritti sindacali)

Notiziario del Centro di Documentazione e Lotta 15/12/09

SOMMARIO: Fiat Termini Imerese, Fiat Pomigliano, Pansac, Alcoa, Grimeca, Siltal, Kuehne+Nagel, Maflow, Novaceta, A.T.&B.T, Ideal Standard, Abb, Storti, Universalfor

(18 Dicembre 2009)

15 dicembre 2009

FIAT TERMINI IMERESE: SIOPERO CONTRO LA CHISURA (IL TIRRENO)

In diecimila (tra i quali studenti, amministratori locali, commercianti e rappresentanti della chiesa) hanno sfilato per le strade della città in difesa dello stabilimento, mentre l’adesione allo sciopero di otto ore alla Fiat e nelle fabbriche dell’indotto è stata totale. Anche scuole e negozi sono rimasti chiusi. Il corteo è stato aperto dallo striscione degli operai della Bienne Sud, azienda dell’indotto che non avrebbe alcun futuro se la Fiat confermerà lo stop alla produzione di auto dal 2011. Al loro fianco delegazioni di tute blu giunte da diverse parti della Sicilia, da Catania a Palermo, mentre gli autotrasportatori hanno portato quattro bisarche in piazza Duomo. Le voci di un possibile interesse del gruppo cinese Chery sulla fabbrica siciliana non hanno suscitato alcun interesse tra i sindacati. “Per noi la trattativa comincia il 22 dicembre e non esistono altre soluzioni”, dice il segretario termitano della Fiom, posizione
condivisa dal segretario nazionale Ugl metalmeccanici. Anche gli studenti delle medie superiori hanno sfilato in corteo assieme agli operai, come non era mai successo a Termini Imerese, neanche nel 2002 quando i lavoratori riuscirono a bloccare la chiusura della fabbrica decisa dalla famiglia Agnelli.

FIAT POMIGLIANO: PRESIDIO (LA DISCUSSIONE)

Interventi rapidi del governo affinchè al prossimo incontro del 22 dicembre la Fiat dichiari "quali sono i prodotti previsti per la tutela dei livelli occupazionali a partire dai 100 contratti a termine in scadenza tra dicembre e marzo e la garanzia dell’anticipazione della cig già avviata da meta novembre". Sono le richieste formulate, per lo stabilimento di Pomigliano d’Arco al termine tm incontro in Prefettura a Napoli, con il prefetto vicano Panico, da una delegazione di amministratori locali e rappresentanti sindacali. L’incontro ha fatto seguito a un presidio svoltosi in piazza Plebiscito davanti alla sede della Prefettura stessa.

PANSAC (la Nuova DI VENEZIA E MESTRE )

Tutto pronto per questa mattina quando alle 11 si incontreranno al ministero dello Sviluppo economico a Roma, i sindacati e la dirigenza della Nuova Pansac. All’incontro dopo diverse voci contrastatati, circa una sua assenza, dovrebbe partecipare invece anche il patròn Fabrizio Lori. Con la delegazione di sindacalisti di Mira, Marghera, Portogruaro e Zinconia ci saranno anche tanti operai che arriveranno a Roma per seguire le trattative. Intanto da parte dei consiglieri comunali di maggioranza a Mira parte la richiesta al sindaco Michele Carpinetti di un consiglio comunale straordinario urgente. I sindacati intanto sull’incontro di stamattina sono chiari: la proprietà deve dare risposte concrete alla crisi di liquidità che ha causato il blocco delle linee produttive. Alla Nuova Pansac lavorano 950 persone di cui 550 solo a Mira. Da quando è scoppiata la crisi sono stati fatti alla Nuova Pansac 3 scioperi e uno di questi ha anche portato al blocco
della Romea. All’incontro di Roma ci sarà anche l’assessore provinciale al Lavoro Paolino D’Anna.

ALCOA (la Nuova DI VENEZIA E MESTRE)

Due ore di sciopero, con assemblea, ieri all’Alcoa, dove i lavoratori si preparano a nuove proteste in strada. I due giorni di incontri al tavolo del ministero dello Sviluppo, alla fine della scorsa settimana, hanno sì favorito il ritiro della cassa integrazione, ma secondo i sindacati veneziani si tratta solo di una "tregua" che nasconde la decisione, già presa alla sede centrale di Alcoa, negli Stati Uniti, Di chiudere la fonderia di alluminio e poi il laminatoio. Il timore è che Alcoa abbia deciso di chiudere progressivamente Primario e Laminatoio a Fusina, per tenere aperto solo gli stabilimenti di Portovesme (Sardegna) dove i nuovi “sconti” sulla bolletta energetica, promessi dal Governo, saranno più consistenti. Venerdì scorso al ministero, la stessa Alcoa non ha voluto firmare nessun documento con garanzie certe sul mantenimento in attività di tutti i suoi impianti in Italia. Alcoa non ha nascosto 11 suo disappunto per essere stata
multata in seguito ad un trattamento "deciso e garantito da Governo italiano" e ora fatica a fidarsi delle garanzie date l’altra settimana dallo stesso Governo italiano. I segnali negativi sul futuro del Primario e del Laminatoio di Fusina (che occupano più di 400 dipendenti diretti) ci sono tutti, a cominciare — come è stato ribadito ieri in assemblea — dall’esaurimento delle scorte di carbone coke necessario per far funzionare la fonderia e il mancato rinnovo del contratto a termine per una quarantina di lavoratori interinali.

GRIMECA (ResTo del Carlino)

SI È TENUTO ieri l’incontro tra sindacati di categoria, Rsu, sindacati generali e i vertici della Grimeca: da una parte l’azienda ha spiegato, un po’ più nei dettagli, il piano industriale, dall’altra i sindacati hanno avanzato le loro proposte per rendere il più soft possibile il passaggio di centinaia di dipendenti alla mobilità. La Grimeca ha ribadito l’intenzione di ridurre la produzione e quindi anche il numero dei capannoni (gli altri verranno affittati ad altre imprese artigiane). Questo, naturalmente, significa che l’accetta calerà, impietosa, anche sul numero dei dipendenti, che dovrebbero calare di circa 500 unità. I sindacati hanno chiesto che si ricorra a strumenti e formule per integrare il reddito dei lavoratori in cassa integrazione e gestire gli esuberi nel modo meno impattante possibile per gli operai. In particolare è stata proposta una cassa integrazione a rotazione, mentre l’azienda nel piano prevedeva alcuni
lavoratori fissi in cassa; i sindacati chiedono anche che si possa ricorrere a contratti di solidarietà, che consentono la copertura dello stipendio, da parte dello Stato, dell’80 per cento, e che la Regione finanzi corsi di formazione. L’azienda si è riservata di fare una verifica, per capire, in particolare, i costi e la gestione di quanto proposto dalle parti sociali.

SILTAL (IL GAZZETTINO Di BASSANO VICENZA)

La Siltal, storica azienda produttrice di impianti di refrigerazione di Bassano, è in liquidazione. Il nuovo capitolo della vicenda è stato scritto qualche giorno fa quando Gabrio Caraffini, proprietario dell’industria, che conta anche due stabilimenti nel Casertano e uno in Piemonte, ha nominato tre professionisti incaricati di vendere l’azienda; tutta in blocco o per singole unità. A questo punto la soluzione più probabile è che si arrivi ad un concordato preventivo, cosa che permetterebbe di trovare un accordo per il rimborso dei crediti ed evitare il fallimento. In ogni caso per gli oltre 200 lavoratori dello stabilimento di via Trozzetti - fermo da oltre un anno - non cambierebbe molto. Con la liquidazione, invece, gli addetti potrebbero ottenere il prolungamento della cassa integrazione al momento garantita solo fino a luglio.

KUEHNE NAGEL: 70 IN MOBILITA' (IL GIORNO )

MOMENTI DI TENSIONE ieri davanti ai cancelli dell’azienda Kuehne+Nagel di Cusago, in viale Europa, 50. A rischiare di arrivare alle mani sono stati due diversi gruppi di lavoratori del magazzino che ha annunciato la chiusura e la messa in mobilità di 70 persone. Le motivazioni sono legate a un accordo sottoscritto con la ditta solo da alcuni dipendenti, circa una trentina, che li salverebbe dalla crisi a differenza dei colleghi. Il presidio organizzato ieri giunge a due settimane esatte dalla prima protesta dei dipendenti Kuehne+Nagel. Il primo dicembre erano una settantina quelli che hanno bloccato l’accesso ai camion dei fornitori per chiedere alla dirigenza «garanzie precise sul fumro». Il magazzino della multinazionale del cantone tedesco della Svizzera è ampio ottantamila metri quadrati e ospita le merci più svariate.

MAFLOW: 300 POSTI A RISCHIO (IL GIORNO )

LE ISTITUZIONI fanno un passo avanti per dare una speranza ai lavoratori della multinazionale trezzanese che produce componentistica per le principali aziende automobilistiche italiane ed europee. Due onorevoli del PD hanno, infatti, presentato nei giorni scorsi un’interrogazione urgente al ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scaola, per sensibilizzarlo sui problemi della Maflow di Trezzano sul Naviglio, dove sono a rischio più di 300 posti di lavoro.

NOVACETA DI MAGENTA (PREALPINA)

Sfidano il freddo pungente di questi giorni, con temperature prossime allo zero, per chiedere a gran voce la riapertura della Novaceta, storica azienda magentina che conta oltre 200 cassaintegrati. Questa mattina i Cub hanno dato il via, fuori dai cancelli dello stabilimento di viale Piemonte, ad un presidio permanente che vedrà la presenza di alcuni lavoratori dal mattino alla sera, anche nelle imminenti festività di Natale e del primo giorno del nuovo anno. "Vogliamo che la fabbrica riapra e che non ci mettano le mani gli speculatori — ha detto Walter Montagnoli, coordinatore dei Cub a livello nazionale — pretendiamo che si riprenda a lavorare perchè ci sono tante famiglie che lo vogliono". Oltre alle 250 firme raccolte i cassaintegrati chiedono quanto prima un incontro con il sindaco Luca Del Gobbo. I sospetti che la crisi nella storica azienda da sempre leader mondiale nell’acetato di cellulosa, sia stata macchinata per fini speculativi sono
stati portati all’attenzione della magistratura e, a riguardo, è stata avviata un’inchiesta coordinata dal pm Clerici della Procura di Milano.

CRISI ALLA A.T.&B.T (IL GIORNO)

L’azienda di impiantistica elettrica del Binaschino che da ieri ha lasciato a casa in cassa integrazione tutti e 58 i lavoratori Elettricisti e manovali che non prenderanno nemmeno stipendio e tredicesima. La A.T&BT. è una impresa molto attiva che ha sempre lavorato tanto e che ha altre commesse da evadere ed altre richieste di lavoro. SI PROSPETTA un Natale amaro per tutti i lavoratori dell’azienda. Una azienda vittima della crisi che a causa della scarsa liquidità di danaro e dei ritardi nei pagamenti delle commesse sta saltando. PER UNA VOLTA lavoratori e imprenditori protestano assieme perchè se si spegne la luce sulla AT.&B.T., restano al buio tutti.

IDEAL STANDARD (GIORNALE DI BRESCIA)

C’era un gran caldo quella mattina di luglio quando, senza alcun preavviso, Ideal Standard annunciava la chiusura dei siti produttivi di Brescia e Gozzano, con la richiesta della cassa integrazione speciale per i L549 dipendenti italiani della multinazionale. Oggi il clima è cambiato e a dirlo non è solo il termometro. Dopo 166 giorni di battaglia, infatti, i 120 addetti dell’Ideal Standard di via Milano hanno deciso di smobilitare il presidio davanti ai cancelli dell’azienda, che ha impegnato tutti i lavoratori dallo scorso 2 luglio. "Abbiamo combattuto per mantenere la produzione a Brescia - spiegano i lavoratori, le rsu e i rappresentanti delle organizzazioni sindacali - ma questo non è stato possibile: è stato comunque raggiunto un obiettivo minimo, che ci consente di dire che la prima parte di questa lunga vertenza si è chiusa positivamente". Il risultato è da considerarsi positivo perché nessun lavoratore dell’Ideal Standard di
Brescia resterà a casa. Secondo l’ultimo accordo sindacale, infatti, 64 persone saranno impiegate nella piattaforma logistica di Bassano Bresciano, almeno venti matureranno i requisiti pensionistici nel periodo di utilizzo degli ammortizzatori sociali, e altri venti potrebbero trasferirsi in stabilimenti italiani del gruppo. Inoltre, l’azienda e il Governo si sono impegnati per realizzare a Brescia (nel l’area della Piccola) la piattaforma logistica per l’intero gruppo della ceramica.

ABB: SCIOPERO (ECO DI BERGAMO)

Nuovo sciopero di quattro ore giovedì all’Abb di Dalmine in riferimento al piano di esuberi annunciato nelle scorse settimane dall’azienda. Lo sciopero, che avverrà alla fine di ogni turno (con un presidio di lavoratori attorno alle 11,30) cade alla vigilia del nuovo incontro tra azienda e sindacati, previsto per venerdì, in cui le parti si confronteranno nuovamente sui numeri: per Dalmine gli esuberi annunciati sarebbero 240.

STORTI: CASSA INTEGRAZIONE (LA PROVINCIA di CREMONA)

Altre dieci settimane di cassa integrazione ordinaria a zero ore attendono i 120 dipendenti della Storti di Solarolo Monasterolo, l’azienda specializzata nella produzione di macchine per la lavorazione del legno. Ma sembra ci siano anche segnali positivi. I lavoratori sono già in cassa integrazione ordinaria e lo resteranno sino al 25 dicembre; dopodiché saranno in ferie collettive sino all’il gennaio 2010, quando partiranno le altre 10 settimane di cassa chieste dall’azienda, come è emerso nel corso dell’incontro del 10 dicembre scorso.

UNIVERSALFOR: DISABILI SENZA STIPENDIO (IL GIORNO)

QUANDO LA CRISI economica la pagano i più deboli. Nella fattispecie, due disabili senza stipendio da aprile. Per denunciare la situazione in cui da mesi si trova la Universalfor Srl di Concorezzo, azienda di 30 dipendenti, la Fiom Cgil di Monza e Brianza ha scritto una lettera aperta a istituzioni e cittadini. Le difficoltà, create dalla crisi globale sotto forma di calo di ordinativi e di fatturato, risalgono all’inizio del 2009. Per contrastarle la società di via Brodolini ha fatto ricorso alla cassa integrazione guadagni ordinaria. A febbraio erano rimasti a casa 9 dipendenti. Dopo una prima fase che aveva visto la condivisione dei problemi e il raggiungimento di un accordo tra le parti, sono sorte una serie di complicazioni, che hanno portato a un progressivo irrigidimento delle relazioni sindacali. Quello che l’azienda non ha accettato è la rotazione del personale in cassa integrazione, prevista dall’accordo: c’è stata una totale
chiusura sulla gestione della stessa. Ci siamo così trovati di fronte ad un uso discriminatorio di questo strumento, essendo sospesi dal lavoro in particolare lavoratori appartenenti alle categorie protette.

Web page: http://www.cendoclotta.altervista.org
E-mail: cen_doc_lotta@yahoo.it

Centro Documentazione e Lotta

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