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Tai Chi?

Tai Chi?

(17 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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    Garantito per chi?

    (19 Dicembre 2009)

    Se volevamo una ulteriore conferma l’abbiamo avuta. La grancassa mediatica sul “reddito minimo garantito” è stata silenziata. La guerra di cifre le lasciamo a chi presume di trarne vantaggio.
    Ad oggi, sappiamo solo che la Provincia di Roma ha pubblicato gli elenchi degli aventi diritto e degli esclusi, nel totale silenzio ( così come le altre nel Lazio ). Dopo mesi di spot elettoral-pubblicitari, i nominativi sono stati diffusi sul sito provincialavoro.it e presso i Centri per l’impiego. Ma nessuno lo ha potuto sapere per tempo.
    I convocati, quindi gli aventi sicuramente diritto ( si tratta di usufruire di 7000 euro annui ), si sono presentati a ranghi ridotti. O sono pazzi o qualcosa non è andata come doveva.
    In questa sede, non vogliamo entrare nel merito dei contenuti e della gestione della legge. Piuttosto, annotiamo come, ancora una volta, la “questione di classe” abbia avuto il sopravvento.
    L’eterogeneo fronte dei trenta/quarantaquattrenni ( inoccupate/i, disoccupate/i e precariamente occupate/i ), che ha partecipato alla lotteria, è composto in gran parte da cittadini svantaggiati economicamente, ma anche culturalmente. Persone, che vivono la quotidianità del “darwinismo sociale”: lavoro nero e precarietà alloggiativa, ammucchiati in fatiscenti “appartamenti” o in fredde roulotte, il timore di non sfamare i figli o di perdere il permesso di soggiorno. Non solo precariamente occupati, ma gente che, ogni giorno, esaspera la propria esistenza nella concorrenzialità fra lavoratori, nel tentativo di rendere spendibile le proprie potenzialità ( quali esse siano ).

    Quindi, cosa fanno i paladini degli svantaggiati dinnanzi a processi che molti di loro non comprendono, alla mancata informazione, all’isolamento, alla” inabilità sociale”, alla putrefazione di un mercato del lavoro, che allontana sempre più dai rapporti sociali? Invitano ad informarsi tramite WEB, dando per scontato, ciò che è evidente a chi sia in possesso di un minimo di umana sensibilità: non tutti hanno le loro “capacità” e possibilità.
    Nulla li ferma dinnanzi al loro obiettivo. Avessero avuto, almeno, l’accortezza di avvisare con uno straccio di lettera, coloro i quali sono sicuri percettori del reddito ( che perdono in caso di assenza ) o effettuare delle telefonate: nulla in confronto di altri sperperi o i milioni spesi in autoreferenziali campagne pubblicitarie rivolte alle imprese.

    Neanche le elemosine sono in grado di distribuire equamente.

    Non dobbiamo lasciarci irretire dalle prime scaramucce sui numeri o da strumentali attacchi razzisti ( problema, questo, “risolto” con quanto suddetto ). Piuttosto, sarà necessario attivarsi per far sentire la voce di chi è voce invisibile, che mai trova spazi per essere ascoltata, se non per peloso pietismo. Altrimenti, quale significato può avere il concetto del “ritorno nei territori e fra la gente”, se una volta individuata la controparte, non si riesce ad intervenire in peculiari momenti che vedono l’aggregazione di migliaia di cittadini svantaggiati .
    Come e dove, diversamente, possono aprirsi nuovi margini di agibilità politica ed azione per il “sindacalismo metropolitano”?

    Luciano Di Gregorio
    RdB-CUB

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