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(15 Giugno 2010) Enzo Apicella
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Fiat. Marchionne presenta “un piano ambizioso” e chiude Termini Imerese

(23 Dicembre 2009)

8 miliardi di investimenti da parte della Fiat, di cui i due terzi in Italia, ma per Termini Imerese non c’è scampo. Questo in sintesi “l’ambizioso piano” presentato oggi da Sergio Marchionne, mentre oltre 400 operai erano giunti a Roma per avere ben altre notizie dal tavolo tra governo, sindacati e azienda.
Dal 2012 lo stabilimento siciliano non produrrà più auto. Con questo annuncio gli operai, dopo una giornata difficile e piena di tensione, tornano verso casa con il treno di sette carrozze in partenza dalla stazione Termini alle 22.
La Regione Sicilia, con l’assessore Venturi, tenta di correre ai ripari per non affondare definitivamente il polo di Termini Imerese, cercando sul mercato investitori esteri che potranno contare su un patrimonio di professionalità consolidato, su impianti e su una dote finanziaria immediata di 400 milioni di euro, che è quanto la Regione aveva messo sul tavolo della Fiat, oltre ai vantaggi del credito d'imposta. Una posizione condivisa dalla Fiom di Termini Imerese, che commenta così l’annuncio di Marchionne: "E' insopportabile l'asprezza dei toni utilizzata da Marchionne e la mancanza di rispetto per la storia industriale di un territorio e per i lavoratori. A questo punto - dice Roberto Mastrosimone - Fiat ci restituisca lo stabilimento perché sia gestito da case automobilistiche che credano in questa risorsa". Domani il primo appuntamento tra lavoratori e sindacati per andare avanti con la mobilitazione.
Anche il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, annuncia un tavolo ad hoc per definire il futuro industriale del polo produttivo di Termini. Infatti se sembra salvo Pomigliano d’Arco, per Termini Imerese Marchionne annuncia una sentenza senza appello: “abbiamo già annunciato a giugno che lo stabilimento siciliano cesserà di costruire auto dal 2011 voglio essere chiaro: non è la qualità del lavoro o l'impegno delle persone a essere messi in discussione. Produrre un'auto a Termini Imerese costa sino a mille euro in più. Esistono difficoltà strutturali che richiedono un drenaggio continuo di risorse".
Per il leader della Cgil, Guglielmo Epifani, Termini rappresenta il "cuore del problema". Pertanto, "non si può esprimere un giudizio positivo sul piano - ha sottolineato Epifani - per il semplice fatto che è fondato sulla chiusura dello stabilimento di Termini Imerese".

22-12-09

Alessandra Valentini
(DirittiDistorti)

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