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Paese Basco: Una delegazione internazionale per “monitorare” il voto

(9 Giugno 2003)

Masibuko Jara parla apertamente di Apartheid:
“Ciò che vedo qui oggi mi ricorda la storia del mio popolo, che per un secolo non ha goduto dei diritti politici e civili a causa del colore della pelle o delle opinioni politiche”.

Il deputato del Partito Comunista sudafricano sorride soddisfatto quando lo informo che a Buenos Aires 700 persone, convocate dal Partito Comunista Argentino, stanno chiedendo all’ambasciatore spagnolo il rispetto dei diritti politici nel Paese Basco.

“La solidarietà internazionale ci ha aiutato ad abolire la segregazione razziale - continua - ed è per questo che ho risposto all’appello della società civile basca affinché una presenza internazionale monitorasse un voto così anomalo”.

Anche il deputato verde italiano Mauro Bulgarelli ha fatto parte della delegazione, convinto “che in Euskadi si stia sperimentando un modello repressivo utilizzabile per mettere fuori legge movimenti sociali e politici scomodi nel resto d’Europa”. Bulgarelli è al terzo viaggio in Euskal Herria, interessato all’esperienza del Municipalismo e ai movimenti di disobbedienza civile che si stanno radicando nonostante la criminalizzazione, il più imponente dei quali è proprio il voto nullo ma attivo del 25 maggio. “Non sono qui solo per esprimere solidarietà - dichiara - ma per imparare”.

Anche un deputato Scozzese, un consigliere municipale di Derry (Nordirlanda) e un parlamentare Lappone hanno seguito da vicino il processo elettorale basco, visitando i seggi, incontrando giuristi, avvocati e dirigenti politici.

L’appello era stato lanciato solo pochi giorni prima da una “Commissione Nazionale di Garanzia”, composta da 15 intellettuali, sindacalisti e sacerdoti. La Commissione ha analizzato la situazione dal punto di vista giuridico e ha coordinato il conteggio imparziale dei dati elettorali avvalendosi di 3000 volontari sparsi nei seggi.

Per Madrid le 150.000 schede di Aub messe nelle urne sono spazzatura, ma il valore politico di questi voti è enorme, tanto più che sono stati ottenuti nonostante la consapevolezza che sarebbero stati considerati nulli. Inoltre nessuno spazio elettorale è stato concesso sui media pubblici; i meeting elettorali sono stati sciolti con la forza e la propaganda elettorale vietata; le schede elettorali illegali sono state distribuite in modo militante.

I membri della Commissione Internazionale si sono impegnati a portare alle istituzioni comunitarie e all’ONU la denuncia della grave violazione dei diritti politici dei cittadini in atto in quest’angolo d’Europa, nella speranza che si fermi la spirale repressiva e il conflitto possa essere affrontato e risolto con strumenti di tipo politico, sul modello del processo di pace nordirlandese.

di Marco Santopadre

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