">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

"Incidenti"

(6 Novembre 2010) Enzo Apicella
Esplode la Eureco di Paderno Dugnano: sette operai feriti, quattro rischiano la vita. In Puglia tre morti sul lavoro nell'ultima settimana

Tutte le vignette di Enzo Apicella

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Di lavoro si muore)

Crevalcore 7 gennaio 2005 -7 gennaio 2010. 17 morti e nessun responsabile

(8 Gennaio 2010)

Una mattina di cinque anni fa, tanta nebbia, un macchinista solo alla guida di un treno passeggeri che nei pressi della stazione della Bolognina si scontrò frontalmente con un merci, 17 morti e molti feriti. Oggi si celebra ancora un anniversario senza nessun responsabile di quella tragedia, unico “colpevole” il macchinista, ovviamente anch’egli morto, che secondo le ricostruzioni avrebbe – come si dice in gergo – “bucato” un semaforo rosso. Come se fosse normale che nel 21° secolo le “Ferrovie più sicure d’Europa” abbiano fatto viaggiare un macchinista da solo, ma con il pedale dell’uomo morto, affidando a due soli occhi il controllo di un semaforo nella nebbia, senza il secondo macchinista (già nel 2005, ed oggi è la regola) e senza, evidentemente, la tecnologia idonea a bloccare il treno in caso di “errore umano”. Nonostante la mobilitazione dei ferrovieri perché si indagassero a fondo sulle responsabilità di quell’incidente, guardando all’intero sistema che deve garantire la sicurezza dei treni, la vicenda giudiziaria ha portato all'assoluzione dei dieci dirigenti delle ferrovie, tra cui l'ad di Fs Mauro Moretti (allora Ad Rfi), con richiesta di proscioglimento della Procura. Alla fine l’unico errore umano fu quello del un macchinista De Biase. I macchinisti della storica rivista “Ancora in marcia!” non si rassegnano: “per il disastro di Crevalcore, uno dei più gravi della nostra storia ferroviaria, non esistono responsabilità: 17 morti senza un perché. Il nostro pensiero però è oggi rivolto alla memoria delle vittime, ai loro familiari e a quanti rimasero feriti ma non possiamo dimenticare quanto sia stato profondamente ingiusto che le uniche responsabilità siano state attribuite al macchinista Vincenzo De Biase, con la formula dell’”errore umano”dopo che era lasciato solo a guidare nella nebbia, per risparmiare sul secondo macchinista, ancor prima di introdurre dispositivi di ausilio e protezione della guida del treno. Scaricare la responsabilità della sicurezza di un sistema così complesso su una sola persona – sottolineano i macchinisti - è stato comodo per tutti: ha consentito di non mettere in discussione l’organizzazione del sistema ferroviario. Il processo penale, dal quale siamo stati esclusi come parte civile, non ha rilevato per le Fs l’obbligo esistente invece per tutte le altre imprese a prevenire con ogni mezzo a disposizione anche gli errori dei propri dipendenti: questo basilare concetto del nostro Ordinamento, inspiegabilmente, non è entrato nel processo Crevalcore”.

Giovedì 07 Gennaio 2010

Alessandra Valentini
(Diritti Distorti)

Fonte

Condividi questo articolo su Facebook

Condividi

 

Notizie sullo stesso argomento

Ultime notizie del dossier «Di lavoro si muore»

Ultime notizie dell'autore «DirittiDistorti»

7210