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(10 Gennaio 2010) Enzo Apicella
Dopo la rivolta degli schiavi di Rosarno

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Rosarno-Italia: la culla della civiltà

(9 Gennaio 2010)

Ho letto molti interventi sugli scontri di Rosarno e temo che il mio articolo giunga in ritardo, ma credo di aggiungere cose che non sono state dette, con la freddezza necessaria e senza retorica.
Il fenomeno della immigrazione in Italia non è stato originato da una buona indole italica di accogliere persone in difficoltà economica nei loro paesi, né dalla pietà cristiana, ma esclusivamente dalla necessità della imprenditoria capitalista di avere manodopera, il famoso esercito di riserva, a sua disposizione, per cavalcare un periodo di espansione economica, con l’evidente obiettivo di ridimensionare le conquiste ottenute dalla classe operaia organizzata, e offrire alla imprenditoria minore, dai produttori agricoli ai piccoli impresari edili, fino a ristoranti e pizzerie, quel lavoro nero, al limite della schiavitù, che ha fatto la fortuna economica della classe sociale di cui abbiamo detto.

L’impudenza schifosa della destra al potere, leghisti in testa, è quella di lamentarsi di un fenomeno, che essi hanno provocato. Infatti, è al Nord che i padroni leghisti hanno assunto la maggior parte degli extracomunitari, senza tener conto che poi sarebbero arrivati i parenti, i molti figli, le moschee, qualche terrorista, parecchi spacciatori di droga, come è normale se si parla di 5 o più milioni di persone.
Per i nostri emigranti negli anni 60, l’accogliente nazione elvetica riservò campi di baracche e li rese praticamente invisibili (proprio come oggi i leghisti vorrebbero gli immigrati).
La destra economica e quella politica (da 15 anni al potere) sono interamente responsabili della politica immigratoria e, grazie al loro monopolio mediatico, sono riuscite ad utilizzare il fenomeno sia approfittando del lavoro dei nuovi schiavi, sia sfruttando il malcontento popolare, di chi ha visto arrivare nelle periferie questi flussi massicci con conseguenti guerre tra poveri per il lavoro e le case.
La prova provata che il fenomeno immigrazione ha giovato alla destra sono i risultati elettorali in tutta Europa, dove proprio il vecchio proletariato vota per quelle destre che appoggiano la fine della immigrazione con teorie xenofobe e razziste.

Andando dal generale al particolare di Rosarno, a conferma lampante di ciò che affermo, vi sono gli imprenditori agricoli calabresi che hanno un interesse vitale per i loro profitti ad avere gli schiavi che pagano in nero, mentre la popolazione si ribella e non vuole più convivere con persone disperate, sporche, lasciate senza assistenza sanitaria, inclini alla violenza e allo stupro, con pericoli di diffusione di malattie, esattamente come capiterebbe ad ognuno di noi occidentali che fosse costretto a vivere in quella situazione di schiavitù e di degrado.
Qui il razzismo non c’entra niente, è la logica di una economia illegale e di rapina che determina il fenomeno, e tutta la classe politica è responsabile, in primis il governo per mancato intervento, e il rappresentante prefettizio della zona dovrebbe essere immediatamente rimosso.
Non si può salvare capra e cavoli!
Non è possibile far venire gli immigrati per farci sopra profitti, senza farsi carico di assistenza sanitaria e alloggi, e nello stesso tempo far vivere in serenità e sicurezza le popolazioni locali che, voglio ricordare, prima del fenomeno immigrazione, godevano di un bracciantato stagionale ben pagato, protetti anche a livello assicurativo e pensionistico.
Quello che vediamo oggi a Rosarno è l’imbarbarimento di una società tutta dedita al profitto, senza etica e senza nessun principio cristiano, tanto simile al comportamento dei padroni del Nord che affidano i rifiuti tossici alla camorra che poi li sversa nelle campagne condannando a morte tanta gente.
Non siamo né civili, né cristiani, poiché queste cose le sanno tutti e nessuno fa nulla.

9 gennaio 2010

Paolo De Gregorio

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