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(10 Gennaio 2010) Enzo Apicella
Dopo la rivolta degli schiavi di Rosarno

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Rosarno e tutto il resto

(10 Gennaio 2010)

Nella vicenda di Rosarno sono rimasto colpito da alcune cose che dovrebbero allarmare. La trasmissione di Rai Uno del pomeriggio diretta da Sposini ha dato vita ad un collegamento con Rosarno riservata ai "bianchi." Tra questi anche un avvocato il quale si è lamentato dell'ingratitudine dei neri che vivrebbero nel degrado per loro scelta e che vengono pagati "normalmente" per il loro lavoro. Queste cose, del tutte clamorosamente contrarie alla verità, venivano avallate da altro "portavoce". Mi ha colpito l'atteggiamento "comprensivo" e di consenso dell'intervistatore che ad un certo punto ha costretto lo stesso Sposini a tagliare la trasmissione che stava assumendo un tono di condanna piena di pregiudizi per le vittime dello schiavismo della mafia calabrese. Nessun portavoce della comunità africana è stato intervistato.. Sono state mostrate soltanto le ferite al braccio di uno di loro. I massmedia televisivi italiani hanno privati le vittime anche della "voce"Sarebbe interessante avere una anagrafe delle proprietà agricole, delle aziende per le quali lavorano gli africani. Magari scopriremmo che appartengono quasi tutte ad uomini della 'ndrangheta che, con la collaborazione di mafiosi africani, si arricchiscono con il lavoro degli schiavi. Sono convinto che la stragrande maggioranza degli africani presenti in Calabria siano stati "importati" da famiglie mafiose per procurarsi lavoratori privi di diritti e ricattati dal loro stato di clandestinità. Purtroppo tantissimi immigrati , vengono schiacciati non soltanto dalla ferocia delle condizioni imposte dagli imprenditori italiani ma anche dalla violenta intermediazione della criminalità organizzata dei loro paesi che spesso è basata su minacce verso i familiari tenuti in ostaggio Mi ha colpito la dichiarazione del Presidente della Repubblica che si è riferito alla vicenda di Rosarno preoccupandosi soltanto dei problemi della cittadinanza ed ha chiesto di fermare senza indugio ogni violenza. Oggi, la stampa di tutto il mondo, ha avuto giudizi molto severi sull'Italia razzista e si è mostrata allarmata della nostra crescente xenofobia. Il Presidente della Repubblica dovrebbe valutare meglio i riflessi che ha sulle popolazioni del continente africano avranno gli avvenimenti di Rosarno o i racconti che fanno alle loro famiglie ed alle loro comunità di come vengono trattati in Italia. L'Italia si sta facendo una sinistra fama di paesi di razzisti. Napolitano avrebbe potuto spendere qualche parola di solidarietà e di conforto per i disperati sfruttati dalla mafia di Rosarno. Avrebbe potuto dire al mondo ed all'Africa che l'Italia non è solo razzismo.

Saviano e Don Ciotti si sono distinti per le cose assai giuste che hanno scritto sulla vicenda. Saviano in particolare apre nuovi squarci nella realtà della mafia spingendo la sua analisi verso orizzonti del tutto nuovi.

Colpisce il silenzio della CGIL nazionale che ha lasciato ad un burocratico comunicato della CGIL calabrese il commento degli avvenimenti senza gettare il suo peso morale e politico nella vicenda.La CGIL sa bene che la risposta civile e democratica alla gravità della questione immigrazione non può che venire da una svolta culturale e politica a cominciare dall'introduzione del Salario Minimo Garantito e l'abolizione delle leggi razziste (che non chiede).

LoJero, Presidente della regione calabria, scarica tutte le responsabilità sullo Stato secondo un copione diventato osceno, indecente, e che non si vergogna di riproporre. Parla di duecentomila euro promessi dallo Stato e non dati che sono più o meno due suoi stipendi di Oligarca. Lojero e tutti i suoi colleghi politici oligarchi della Regione, aiutati dalle loro parentele e clientele, divorano gran parte delle risorse della Calabria. Politici e mafiosi sono due cancri che affliggono la Calabria. Basta dare uno sguardo alle leggi emanate dal Consiglio Regionale per rendersi conto della entità mostruosa delle ingiustizie che si consumano in questa Regione. IL federalismo, appoggiato in modo miope da Napolitano, finirà con il fare regredire la Calabria e l'Italia ad un passato remoto precedente l'illuminismo.

Pietro Ancona

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