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(10 Gennaio 2010) Enzo Apicella
Dopo la rivolta degli schiavi di Rosarno

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    Rosarno: IL PRESAGIO.

    Con i topi neri di Rosarno.

    (10 Gennaio 2010)

    Gli operai, nel capitalismo, sono merce.
    Sfruttati fino ad essere spremuti.
    Poi gettati via.
    Quasi sempre.
    Gia’.
    Quasi sempre.
    A Rosarno, gli operai neri succhiati da mafia e societa’ civile, hanno detto no!
    E lo hanno detto a modo loro, senza tanti complimenti.

    IL PRESAGIO

    Loro, gli operai neri di Rosarno non hanno tanta confidenza
    con la politica, ne’ col sindacato, ne’ con le buone maniere.
    Il loro stomaco reclama, come la loro dignita’.
    Non vogliono piu’ morire, gli operai neri di Rosarno,
    ne’ vogliono continuare a sopravvivere come topi,
    buoni solo quando lavorano o stanno ficcati nelle loro tane,
    ad essere bersaglio della falsa coscienza civile.
    Si sono incazzati un po’, gli operai neri di Rosarno,
    ed hanno fatto un po’ di chiasso.
    Ma, soprattutto, hanno messo paura,
    gli operai neri di Rosarno,
    un po’ a tutti.
    Paura che il loro esempio si riproduca,
    che il loro coraggio non resti solo,
    che il contagio della rivolta si diffonda.
    Loro, gli operai neri di Rosarno,
    questa volta,
    non sono scappati.
    Ora li faranno sparire,
    ma la loro lezione non sparira’.
    Servira’ per il futuro!
    Noi, siamo con loro!

    combat

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