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(14 Agosto 2012) Enzo Apicella

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Pavia: il Comune scarica la cooperativa sociale "Unione per il Lavoro"

A rischio 15 dipendenti ex-NECA e NECCHI di cui 5 disabili

(13 Gennaio 2010)

La Giunta ultra-conservatrice guidata dal baby-prodigio Alessandro Cattaneo ha dunque deciso di scaricare la cooperativa sociale "Unione per il Lavoro", composta da 15 lavoratori e lavoratrici ex-dipendenti delle fabbriche ora dismesse NECA (caldaie) e NECCHI (fonderie).

La Giunta ultra-conservatrice guidata dal baby-prodigio Alessandro Cattaneo ha dunque deciso di scaricare la cooperativa sociale "Unione per il Lavoro", composta da 15 lavoratori e lavoratrici ex-dipendenti delle fabbriche ora dismesse NECA (caldaie) e NECCHI (fonderie).
La decisione dell'Amministrazione è gravata quindi di un maggiore peso di responsabilità, dato che entrambi gli stabilimenti produttivi sono stati chiusi con la compiacenza delle Giunte succedutesi; se è vero che Cattaneo (e per la verità alcuni Assessori) nulla c'entrano con le decisioni pregresse, è altrettanto vero che tale provvedimento lascia a piedi più di una persona alla quale mancano solamente uno o tre anni per arrivare ad un tranquillo pensionamento, dopo avere visto sfumare il mestiere di una vita.

La cooperativa "Unione per il Lavoro" nasce nel 2004, proprio con lo scopo di offrire una soluzione di continuità lavorativa per ex-dipendenti NECA e NECCHI con più di 50 anni ed accompagnarli all'età pensionabile. Inizialmente inquadrata come cooperativa di tipo A (gestione di servizi socio-sanitari ed educativi), passa in seguito alla sigla B con convenzione annuale rinnovabile (produzione di beni e/o servizi al fine di favorire l'inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati), come da Legge 381/91 (Disciplina delle cooperative sociali).

Le due precedenti Amministrazioni Albergati prima e Capitelli poi si erano accollate la responsabilità di proseguire il rapporto di collaborazione, considerata la particolare situazione di provenienza lavorativa dei soci. Con l'avvento della Giunta Cattaneo sono cominciati i problemi, dopo che la medesima aveva inzialmente assicurato il rinnovo dell'affidamento. È sull'onda di tali rassicurazioni che il presidente della cooperativa, Domenico Moliterno, avanza la richiesta di modifica della convenzione, cambiandola da annuale in triennale.

Comincia così l'arcinoto gioco dello scaricabarile: il Sindaco in persona si smarca, affidando la questione al Direttore Generale del Comune di Pavia, Maria Laura Bianchi; solo dopo un mese e mezzo Moliterno riesce ad ottenere un incontro formale, in occasione del quale viene informato del fatto che Unione per il Lavoro potrà ottenere lavori comunali solo mediante gara d'appalto. L'articolo 5 della Legge 381/91 prevede esplicitamente la "stipula di convenzioni con le cooperative che svolgono le attività "finalizzate all'inserimento lavorativo di persone svantaggiate." (art.1). Ma l'Amministrazione sembra fare orecchie da mercante.
Grossa e spudorata la menzogna vomitata da Cattaneo, secondo il quale "non è più possibile procedere all'affidamento diretto alle cooperative di tipo B". Niente di più falso, la Legge è chiara in materia e non è mutata, tenuto conto anche del fatto che Unione per il Lavoro ha 5 dipendenti disabili su 15, restando ben al di sopra della quota minima stabilita per legge del 30% di personale con handicap.

Materialmente impossibile per Unione per il Lavoro attrezzarsi per partecipare ad una gara d'appalto: c'è da sostenere costi non indifferenti per le attrezzature (oltre che per la fideiussione necessaria, per legge, per la partecipazione a gare): la cooperativa ha sempre fornito servizi di proporzioni medio-piccole, comunque indispensabili per il funzionamento ed il mantenimento della città.

Sottolineato quest'aspetto in un nuovo incontro, Cattaneo getta la maschera e parla chiaramente di costi: Unione per il Lavoro "ha un costo eccessivo". Peccato che la cooperativa mantenga un costo orario pro-capite al di sotto della media di 17,50 euro, ma che consenta allo stesso tempo di adempiere ad ogni obbligo contributivo nei confronti dei soci oltre che all'erogazione di una busta paga decente. Risulta così evidente come l'Amministrazione voglia avvalersi della collaborazione di cooperative sottocosto (per la verità, la stragrande maggioranza di quelle presenti sul territorio) disposte a pagare i propri soci 4-6 euro all'ora.

A ciò si aggiunga l'intenzione comune della Giunta e di ASM di esternalizzare i servizi offerti: 4 dei 15 dipendenti di Unione per il Lavoro prestano servizio proprio presso il "punto verde" della municipalizzata. Il Presidente di ASM, Giampaolo Chirichelli, propone un rinnovo trimestrale senza ulteriori rassicurazioni: compromesso inaccettabile e situazione comprensibilmente critica.
Ai 4 già citati, si aggiungano 3 soci presso l'Istituto Musicale Vittadini ed 8 in convenzione con il Comune di Pavia: 2 all'asilo nido, 1 al Palazzetto dello Sport, 1 ai Servizi Sociali, 3 presso il Cimitero Monumentale, 1 alla Mobilità).

Il patto stipulato tra Comune ed Unione per il Lavoro è sempre stato eticamente improntato a garantire l'accompagnamento alla pensione di lavoratrici e lavoratori rimasti senza lavoro a causa della dismissione delle due maggiori realtà industriali pavesi, decise con la complicità bipartisan della politica locale ad ogni grado sino a Regione Lombardia. Sarebbe eufemisticamente di buon gusto da parte dell'Amministrazione Comunale prendersi carico del problema, dovuto alle politiche di de-industrializzazione e lottizzazione del territorio di governatori compiacenti e spesso proni al volere della mera speculazione, come accaduto in tempi recentissimi a Milano Lambrate con il caso INNSE.

Infine va ricordato il ruolo di primo piano rivestito dall'ex-Sindaco democristiano già capogruppo di Forza Italia poi PDL Sandro Bruni, il quale si sperticava in grandi elogi ed attività politica in favore degli operai pavesi, salvo poi tornato in sella al cavallo del potere dichiarare che "il Consiglio Comunale non è il luogo preposto alla risoluzione delle vertenze inerenti al mondo lavorativo", come da lui affermato durante la seduta di lunedì 9 novembre.

La CUB - Confederazione Unitaria di Base, insieme al presidente della cooperativa Domenico Moliterno, ritiene totalmente inaccettabile la decisione unilaterale fatta piovere dalle stanze dei bottoni di Comune ed ASM e si prepara a significative e forti iniziative di lotta contro l'uccisione della dignità, del diritto al lavoro e delle politiche di sviluppo e sostegno.

Mattia Laconca

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