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RAI: l'oscenità in onda

(15 Gennaio 2010)

Obama in America ha definito “osceni” i “bonus” che le banche pagano ai loro massimi dirigenti. Come dobbiamo definire qui in Italia il direttore del telegiornale della Rai1 “politicizzato”, in quota alla destra, che utilizza il “servizio pubblico” per assolvere e santificare il corrotto Craxi, operazione molto ben vista dal suo padrone Silvio, che prepara il terreno per il colpo di spugna finale: tutti corrotti, nessun colpevole?

Se io fossi Grillo, partirei da questo uso politico della Tv di Stato, per una massiccia campagna di sospensione del pagamento del canone, fino a che non venga ripristinata la legalità, con i partiti fuori dalla Rai, la sua trasformazione in “public company” di proprietà dei cittadini, come contrappeso al sistema delle Tv private, con il direttore generale plenipotenziario eletto dai cittadini, canone pagato alla mano, fra personalità assolutamente indipendenti da partiti o confessioni religiose.
Caro Grillo, tu che parli un po’ a sproposito di “rivoluzione” delle liste a 5 stelle, cosa che non produrrà quasi nulla (e ne riparleremo dopo le amministrative di marzo), ti sembra un obiettivo da poco strappare al potere di Berlusconi l’egemonia su due reti Rai e avviare un vero processo di servizio pubblico in cui il voto dei cittadini e la loro partecipazione attiva sia determinante?

Nella situazione odierna abbiamo una dittatura mediatica assoluta, tutta a favore delle oligarchie politiche ed economiche, che rende eterno il potere delle destre e ci priva di ogni libertà di contrastare le martellanti campagne di denigrazione della magistratura, di leggi ad personam, di attacco alle istituzioni ed in particolare alla Costituzione, in un disegno strisciante di presidenzialismo populista e reazionario.
Vi sono delle forze che già si muovono in senso antagonista al “berlusconismo”, esse sono eterogenee, poco organizzate, divise sulla strategia, ma possono trovare un punto di incontro su una sola voce, la lotta per ripristinare la democrazia informativa nel nostro paese ed uscire dalla dittatura di fatto.
Queste forze sono riferibili a Grillo, a Di Pietro, al movimento viola (la “sinistra sparita” forse si accontenterebbe di qualche “cadreghino” come ai tempi di Curzi), e, se solo si volesse, potrebbe esserci un incontro tra i responsabili, con la solenne dichiarazione di gettare tutto il peso di queste organizzazioni sull’obiettivo di portare in Italia un vero servizio pubblico, gestito dai cittadini che pagano il canone, senza superpoteri o supervisori, per un riequilibrio del sistema mediatico.
I giovani non guardano la Tv e non leggono i giornali di carta, ma le masse popolari decisive per vincere le elezioni, hanno solo la Tv come fattore informativo e, se non si cambiano le cose, per i prossimi decenni continuerà così.

Paolo De Gregorio

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