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Salvate la Sanità

Salvate la Sanità

(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
Secondo Monti il sistema sanitario nazionale è a rischio se non si trovano nuove risorse

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Lo stipendio dei lavoratori delle Asl … ostaggio della mancata approvazione del bilancio della Regione Veneto ??

(25 Gennaio 2010)

Cobas Sanità ritiene del tutto pretestuoso il tentativo della Giunta regionale di scaricare la responsabilità della mancata approvazione del bilancio sulle forze politiche dell’opposizione che hanno chiesto di discutere, in questi giorni, le proposte di legge ancora in commissione.
Vergognosa la proposta della Asl 12 di accreditare solo il 65% dello stipendio di questo mese al personale del comparto, che si trova a lavorare già con stipendi da fame, e nulla ai medici.

II buon “modello di sanità veneto”- che sino a qualche anno fa le altre regioni invidiavano - sta scadendo: la spesa sanitaria privata acuisce sempre maggior rilievo, emergono le inefficienze dei servizi, gli sprechi, le liste di attesa per visite ed esami infinite, le carenze di posti letto e quelle dei servizi territoriali, Pronto Soccorso che non riescono ad arginare l’emergenza quotidiana come dovrebbero, causando malcontento fra i cittadini e condizioni di lavoro intollerabili per gli operatori.

Nella nostra Regione Veneto la sanità è del 70% pubblica, in rapporto al restante 30% del privato, comunque anch’esso pagato con denaro pubblico.
I posti letto nel settore pubblico sono circa il 40% di quelli di trent’anni fa.
Più del 50% della spesa per farmaci è ormai a carico dei privati.
Solo per consulenze ed incarichi esterni le Asl del Veneto bruciano cifre astronomiche ogni anno.

Il deficit di bilancio del Servizio Sanitario regionale ha raggiunto cifre preoccupanti.
Nell’esercizio 2008 risulta essere a meno 620 milioni 137 mila euro, cifra comprensiva le perdite cumulate dalle singole Asl.

E sono proprio le Asl i peggiori pagatori pubblici delle aziende fornitrici: in una spirale di continui ritardi creano incredibili costi aggiuntivi e da sole rappresentano oltre il 50% dei crediti esigibili della pubblica amministrazione.

Il federalismo fiscale si sta rilevando una scatola vuota: di fatto sanità ed Enti locali sono appesi ai finanziamenti statali.
Ad aggiungersi il fenomeno della corruzione, che è stato definito dal procuratore generale della Corte dei Conti nel Rendiconto generale dello Stato relativo all’anno 2008 una «tassa immorale e occulta pagata con i soldi prelevati dalle tasche dei cittadini», che arriva ad incidere sullo sviluppo economico del Paese sino a 60 miliardi di euro all’anno.

Particolarmente allarmanti le prospettive della Asl 12 di Venezia che continua ad esporre perdite ben superiori alla media regionale.

Il nuovo ospedale tutto luccicante di Mestre non ha risolto i problemi delle ore d’attesa al pronto soccorso prima di poter essere visitati, le dimissioni accelerate, i mesi di attesa per un esame, i turni massacranti del personale, anzi, e - nonostante i mega appalti per i i vigilantes - non ha di certo determinato condizioni più sicure per utenti e lavoratori.
L’organico è del tutto cronicamente insufficiente ed i carichi di lavoro continuano ad aumentare.

Questa Organizzazione Sindacale ha rilevato nelle Unità Operative dell’Ospedale dell’Angelo:

una rilevante cronica carenza di Infermieri Professionali, Ostetriche ed Operatori Socio Sanitari, carenza trascinata nella nuova struttura con il trasferimento dei già sofferenti e del tutto insufficienti organici del vecchio Ospedale Umberto I di Mestre;
una situazione di sovraccarichi lavorativi e di oggettiva difficoltà per i lavoratori ospedalieri nel garantire adeguata qualità assistenziale e nel rispondere con professionalità e garanzia di cura alla domanda dell’utenza;
una confusa organizzazione del lavoro ed un maggior rischio per i dipendenti caricati di mansioni non appropriate al loro profilo professionale.

Nel nuovo ospedale stiamo assistendo a continue sperimentazioni-riorganizzative ed accorpamenti, spostamenti dei reparti e servizi, a continui e repentini cambi dei turni di lavoro, soprattutto per gli Operatori Socio Sanitari.

E’ assolutamente indispensabile una diversa politica nei confronti del personale che assicuri umani carichi di lavoro, e non sovraccarichi lavorativi, rispetto dei turni prestabiliti, turnazioni che consentano turni di riposo.

Una nuova politica che punti a risolvere i disagi lavorativi di tutti lavoratori, non a negarli e a scaricarli alle ditte appaltate, come ad esempio il problema della divise sintetiche.

Non serve “misurare” ossessivamente - come sta facendo attualmente la dirigenza dell’Asl 12 - la produttività dei dipendenti attraverso il numero delle giornate di assenza per malattia o permessi, è necessario bensì garantire urgentemente condizioni di lavoro che assicurino la salute, la sicurezza e la dignità dei lavoratori.
Solo chi non conosce la vita dei reparti può, infatti, inventarsi campagne contro i presunti fannulloni, e le corsie ospedaliere non possono - e non debbono - diventare catene di montaggio !

Cobas Sanità chiede:

ASSUNZIONI ed umani carichi di lavoro, e non “infermieri esclusivi per chi paga”;
condizioni di lavoro sicure e rispettose delle normative contrattuali;
la messa a norma di sicurezza di tutte le TUTTE LE STRUTTURE ed I SERVIZI dell’Asl 12 per garantire la sicurezza e l’incolumità ad utenti e lavoratori.

23 gennaio 2010

COBAS Sanità Venezia

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