">
Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro (Visualizza la Mappa del sito )
(27 Gennaio 2010)
A Verona un'altra fabbrica è costretta ad allestire gazebo ed organizzare presidi di protesta per scongiurare la proposta di delocalizzazione che non è apertamente avanzata, ma abbondantemente annunciata.
Si tratta di un realtà produttiva metalmeccanica della nostra città che interessa 120 addetti.
La storia è sempre la stessa: prima cassa integrazione ordinaria, poi quella straordinaria ed ora ecco il vero intendimento della proprietà: spostare il processo produttivo in Ungheria.
Questa volta la fabbrica interessata è la BPW, situata in via Flavio Gioia.
Nel pomeriggio sono passato dal presidio per portare la solidarietà di Rifondazione Comunista e della Federazione della Sinistra.
I lavoratori mi hanno assicurato che fino ad ora nessuno si è interessato alla loro situazione.
Come al solito la città finge di non vedere e di non sentire.
Intanto la crisi avanza e si fa sentire sempre con maggiore aggressività.
Ormai anche gli ammortizzatori sociali sono agli sgoccioli ed i posti di lavoro sono sempre più a rischio.
L'esigenza di affrontare la questione in tutta la sua drammaticità non è più rinviabile.
Le istituzioni, ma anche le altre forze politiche, è bene dicano da che parte stanno e che cosa vogliono fare.
Fiorenzo Fasoli
(Prc Verona)
sono un operaio della bpw italia la nostra azienda a deciso di delocalizare e mandarci tutti a casa loro dicono colpa della crisi io dico per convenienza perche qua costiamo troppo in ungheria volevano fare lo stesso mandarne a casa 120 pero forse per interventi da non escludere politici invece di eliminare loro hanno eliminato noi e questa la vera storia altro che crisi lo stabilimento adesso rispetto all anno precedente ha lavoro aiutateci a salvare un pezzo importante della nostra italia
(31 Gennaio 2010)
roberto 40
9028