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(20 Marzo 2012) Enzo Apicella

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(Dove và la CGIL?)

Paura dello sciopero?

(1 Febbraio 2010)

Epifani non cessa di stupirci. Prima proclama uno sciopero generale per il 12 marzo della sola CGIL sapendo che Cisl ed Uil non aderiranno perchè lo hanno cancellato dalle loro opzioni. La Cisl e l'Uil si sono assestate come sindacati collaborazionisti che stanno dentro la piccola nicchia concessa loro dal Governo e dal Padronato e che riguarda essenzialmente la gestione di servizi, magari comuni, con gli enti bilaterali che, secondo il lungimirante disegno di Sacconi dovrebbero sostituire parti importanti del welfare e coinvolgere i sindacati soltanto a valle delle politiche decise unilateralmente dagli imprenditori. Sacconi la chiama "complicità". Cisl ed Uil non faranno mai più uno sciopero generale e tendenzialmente sono portati a ridurre ogni genere di sciopero. Hanno cambiato profondamente il loro rapporto con i lavoratori, con gli stessi loro iscritti che non è più quello di Carniti e Benvenuto ai tempi della autonomia operaia e del "salario variabile indipendente". Il sindacato è diventato un momento necessario all'organizzazione sociale che amministra un potere sui lavoratori attiguo a quello dell'ufficio risorse umane delle imprese e spesso in collaborazione con questo.

La CGIL quindi si accontenterebbe di 500 euro una tantum subito e di una promessa di alleggerimento del prelievo fiscale. E' sconcertante come questa miserabile mancia possa essere sufficiente per disdire uno sciopero generale che certamente, anche se meritava ragioni assai più forti per la sua proclamazione riflesse da una realtà sempre più tragica ma non accolte nella "piattaforma", non può essere soppresso da quella che sembra una precipitosa fuga dalle responsabilità.

Non so che cosa sia intervenuto a spingere il segretario generale della CGIL a fare una offerta così umiliante al Governo. Probabilmente i soloni del PD che si occupano di sindacato hanno protestato per la proclamazione dello sciopero rendendosi conto che, sebbene animato con rivendicazioni ridicole, la situazione del paese è talmente esplosiva e drammatica che potrebbe diventare tutt'altra cosa e spingere finalmente verso quelle due o tre cose che segnerebbero davvero una inversione di tendenza: istituzione del Salario Minimo Garantito, abolizione della legge Biagi, meglioramento generalizzato dei salari e delle pensioni. Le contraddizioni sociali stanno diventando acutissime. Il Governo si rifiuta di mettere un tetto agli scandalosi stipendi e benefict dei managers che valgono ognuno di essi quanto il salario di mille o due mila operai e dall'altro ricatta i lavoratori dipendenti con il baubau del debito pubblico che impedirebbe qualsiasi miglioramento o addirittura richiederebbe una riduzione dei loro salari.

Allo scandalo degli emolumenti dei managers pubblici e privati si accinge quello del costo abnorme ed in crescita della politica. Oramai siamo a cifre che vanno ben oltre i 100 miliardi di euro l'anno e tendono a dilatarsi nel territorio. Basterebbe che il cinquanta per cento del costo dei nababbi che vivono di politica fosse destinato ad un fondo per il sostegno delle famiglie più provate dalla crisi, per la costruzione di alloggi popolari e di scuole per alleviare la lunga notte dell'anno che è appena cominciato sotto i peggiori auspici. Bisognerebbe inoltre operare per ottenere un Minimo Salariale Europeo ed evitare le macellerie sociali delle fabbriche che chiudono in Italia perchè in Serbia o in Polonia i salari non superano i trecento euro mensili.

Può darsi che il Governo accetti la proposta di Epifani. Sarà una sconfitta del Sindacato che si sarà accontentato di una modestissima mancia. Può darsi che la respinga. In questo caso si cercheranno altre ragioni per non fare uno sciopero che di giorno in giorno diventa sempre più temuto dalle oligarchie politiche.

Se la CGIL e la sinistra continueranno a tenere un profilo basso la crisi travolgerà tutto e tutti. La sconfitta dei lavoratori sarà la sconfitta dell'Italia che diventerà sempre più iniqua e dequalificata.

Pietro Ancona

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