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Psicocomunista

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(14 Novembre 2010) Enzo Apicella

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I Comunisti: l’identità, le lotte, la ricostruzione possibile….

Assemblea a Napoli, giovedi 25 febbraio

(10 Febbraio 2010)

Sono sotto gli occhi di tutti l’enormità e le potenzialità degli spazi politici aperti in questa fase. Si evidenzia – chiaramente - una divaricazione tra l’esplodere delle contraddizioni oggettive aperte dal e dentro il capitale e la pochezza irrimediabile delle capacità soggettive che dovrebbero cercare, o anche solo tentare, sbocchi efficaci verso una prospettiva netta di trasformazione sociale.

Per altro non vi è appuntamento, sia esso direttamente dentro lo scontro di classe o nelle battaglie per la democrazia o attraverso la molteplicità dei conflitti sociali o lungo i percorsi, mai necessitati, ma neppure da escludere, di rappresentanza nelle istituzioni, che non disveli l’inadeguatezza se non l’aperta negatività delle attuali formazioni politiche che si attribuiscono la definizione di comunista.

D’altro canto è indubbio che il riscontro con ciò che possiamo, e forse dobbiamo continuare a definire nemico di classe risulta avvilente, per la qualità, per la pervasività e per la concretezza che connota l’azione del personale politico espresso oggi in Italia. Rimarrebbe pure da ridefinire strumenti di analisi proprio del nemico di classe, delle sue molteplicità, dei suoi caratteri e, spesso, delle sue capacità di invasione nel nostro campo.

Si è passati, a questo proposito, da un eccesso di visioni che attribuivano questa categoria ad esperienze, individualità, intenzionalità che pure potevano definirsi sul terreno degli errori politici, alla semplice negazione di un dato incontestabile,e cioè della capacità tutta tattica, ma non meno influente, di agire dentro le contraddizioni del movimento operaio e di prestare alla sua rappresentanza politica personalità varie, modi d’essere, stili di vita.

E’ fuori dubbio che una tale pratica rilassata ha le sue radici nell’allentamento della battaglia culturale dei comunisti, nell’insufficienza del lavoro teorico, raramente ricondotto alle strumentazioni del materialismo dialettico, più spesso adagiato su false sicurezze e su rituali consunti e politicisti.

Senza abbandonare la discussione ed il confronto sulle esperienze storiche date e sui relativi punti di interpretazione, avremmo invece dovuto - e dobbiamo oggi in modo pressante - cimentarci nell’analisi concreta della realtà concreta. Un impegno che inizi, di nuovo, dalla classica disamina degli elementi strutturali, dei modi di produzione e delle caratteristiche del mercato finalmente mondializzato nell’attuale fase capitalistica della competizione globale.

Ovviamente tutto ciò ha a che fare, in maniera serrata ed ineludibile, con la tendenziale risoluzione del problema che è stato posto con la sconfitta delle esperienze cosiddette del socialismo reale, e cioè quella della ridefinizione in termini attuali di una rinnovata e riqualificata identità e soggettività comunista.

A ciò si deve l’aver posto tali questioni prima, ma non per prime, rimanendo convinti che l’ordine dialettico e concettuale dovrebbe rimanere, usando, per comodità di comprensione, una conosciuta definizione metodologica: prassi, teoria, prassi.

E soprattutto in questa fase il primo termine ha molto a che fare con le esperienze di lotta, al di là di ogni scansione vertenziale e nella loro più larga definibilità, ed il terzo termine ci richiama ai compiti concreti di ricostruzione, sicuramente in tendenza, di un partito comunista, lungo un processo politico non breve, ma serrato e con tempi non remotamente storici.

Su questi temi i compagni di Comunisti/Sinistra Popolare e della Rete dei Comunisti della Campania invitano ad una discussione pubblica.

La nostra regione ha conosciuto, nell’ultimo quindicennio, le modalità di governance del bassolinismo con effetti destrutturanti e destabilizzanti nell’intera sinistra e fin dentro i movimenti sociali. La stessa attuale competizione elettorale ci mostra – inequivocabilmente – il punto di inanità politica a cui è giunta la “sinistra” nella nostra regione, dopo oltre un decennio di totale subalternità e di perdita di autonomia ed indipendenza.

C’è bisogno urgentemente di riprendere un dibattito a tutto campo, in grado di innestare una controtendenza ed offrire, ai tanti compagni ed attivisti disorientati, uno spazio politico ed organizzativo dove esplicitare una espansiva funzione comunista, nei posti di lavoro e nell’intera società.

Giovedì 25 Febbraio – ore 17 – Napoli presso il Teatro Instabile Napoletano Vico Fico Purgatorio ad Arco (traversa di Via Tribunale)

DISCUSSIONE PUBBLICA
con
Ernesto Rascato, libreria Quarto Stato di Aversa
Bonaventura De Carolis, Proletaria.it
Mauro Casadio, Rete dei Comunisti
Marco Rizzo, Comunisti Sinistra Popolare
Rete dei Comunisti

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