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(12 Gennaio 2002)
Il CSO "Zona Bandita" è stato occupato il 3 dicembre scorso dai Giovani comunisti, dal Collettivo Universitario Ca' Foscari, dal Coordinamento degli studenti medi e da un Collettivo di artisti organizzati.
Lo stabile è quello dell'ex consultorio Papadopoli, nel quale sarebbe prevista la realizzazione di un asilo nido, ma senza che dal 1998 (anno del progetto) siano mai cominciati i lavori di ristrutturazione.
Fin dai primi giorni dell'occupazione gli occupanti hanno sottolineato di essere disposti a traslocare ma a due precise condizioni: che il Comune trovi uno stabile alternativo per il centro sociale e che i lavori di ristrutturazione per adibire lo stabile dell'ex consultorio ad asilo comincino davvero.
Non è una richiesta immotivata: due anni fa il centro sociale all'ex-Vida è stato sgomberato con la forza con la scusa che l'edificio era già destinato a diventare una ludoteca, ma a tutt'oggi rimane invece inutilizzato.
Queste condizioni sono state sottolineate dagli occupanti in una conferenza stampa pochi giorni dopo l'occupazione: «Due sono le condizioni necessarie perché noi lasciamo questo edificio e cioè che partano veramente i lavori per la creazione dell'asilo, e che ci venga assegnata da subito una sede alternativa dove noi possiamo sistemarci: l'enorme affluenza di persone nel nostro centro in queste settimane, dimostra che l'esigenza di uno spazio di ritrovo per noi giovani è reale e sentita nella città".
«Ci auguriamo - aggiungono - che l'amministrazione veneziana, vista la sensibilità che in altre occasioni ha dimostrato nei confronti di problematiche sociali, non voglia risolvere come una questione di ordine pubblico una situazione che nasce da bisogni sociali profondi».
A metà dicembre sembrava che l'ipotesi dello sgombero fosse ormai remota. Gli occupanti avevano incontrato l'assessore alla pubblica istruzione, Loredana Aurelia Celegato, che aveva affermato la propia disponibilità al dialogo, impegandosi a cercare degli spazi alternativi per il centro sociale.
Tutto questo avveniva a dicembre 2001. Un mese dopo le cose sono cambiate radicalmente, e in peggio: l'amministrazione comunale sembra aver perso ogni «sensibilità» e al termine della riunione di giunta di venerdì 11 gennaio 2002 l'assessore alla pubblica istruzione Loredana Celegato ha lanciato un vero e proprio ultimatum: «Per il 31 gennaio quello spazio deve essere lasciato libero. Anche se non troveremo un accordo, i giovani dovranno comunque andarsene il 1° febbraio»
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