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(9 Aprile 2013) Enzo Apicella

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Il “collegato lavoro” ci rende tutti precari e disoccupati

(15 Febbraio 2010)

È urgente fare i conti col disegno di legge “COLLEGATO LAVORO”, connesso alla finanziaria 2010, approvato a fine novembre dal senato e ormai prossimo alla definitiva approvazione: si tratta di un provvedimento ancora più grave della cosiddetta “legge Biagi”, quella che ha ultraprecarizzato il rapporto di lavoro.
Già nella Finanziaria 2009 il governo aveva rilanciato i famigerati “staff leasing” e “buoni lavoro”, previsti dalla legge Biagi ma sospesi dal governo Prodi. Ora, però, arriva il peggio.

Il “collegato” tratta materie importanti come lavori usuranti (quelli che permettono di anticipare l’andata in pensione), controversie del lavoro, ammortizzatori sociali, riorganizzazione di enti, congedi e aspettative, insomma di tutto e di più.

Il “collegato”, muovendosi sulla scia della “legge Biagi”, stabilirà la possibilità di deroghe alla applicazione di leggi e del contratto nazionale, nel senso di consentire la stipula di contratti individuali peggiorativi rispetto a quelle norme. Questi contratti individuali, nei punti presi in considerazione, sostituiranno la normativa generale e, per esempio in caso di licenziamento, il datore di lavoro potrà avvalersi delle norme peggiorative per contrastare efficacemente il ricorso giudiziario del lavoratore richiedente l’annullamento di quel provvedimento.
Lo stesso principio della “giusta causa” non conterà più niente se il contratto individuale lo avrà cancellato.

Per le aziende sarà gioco facile far sottoscrivere ai lavoratori contratti individuali/capestro (non è un mistero per nessuno che l’azienda ha il coltello dalla parte del manico nel rapporto individuale col lavoratore: è per questo che è nato il contratto collettivo!).
Così il lavoratore si troverà ad accettare deroghe individuali peggiorative ai diritti previsti per legge o per contratto nazionale. E questo sarà spacciato per “libera espressione della propria volontà”!!!

Ma il “collegato” presenta anche altre “novità”:

la impossibilità del giudice di entrare nel merito delle decisioni organizzative e produttive, con l’azienda assolutamente libera di decidere come vuole, senza rendere conto a nessuno (la situazione del mercato, l’anzianità del lavoratore, le sue condizioni di salute diventeranno fattori determinanti per il licenziamento a discapito di qualsiasi tutela individuale e collettiva: insomma roba da “legge della giungla”);
l’azienda potrà sempre più avvalersi delle collaborazioni a progetto (Co.Co.Pro.), visto che le poche sanzioni per irregolarità riguarderanno solo il rapporto di lavoro subordinato;
i risarcimenti ai lavoratori per contratti irregolari saranno ridotti all’osso. Come ridotto all’osso sarà il numero delle attività usuranti (altro che allargamento dei beneficiari: saranno perfino a rischio di non riconoscimento tanti di quei lavoratori le cui mansioni erano giudicate finora usuranti);
anche i dipendenti pubblici saranno soggetti a esuberi e mobilità in presenza di esternalizzazione di servizi o trasferimento di competenze (così, sono a rischio decine di migliaia di posti). Inoltre, le amministrazioni potranno revocare senza preavviso la concessione del part-time;
sarà potenziato il ricorso agli inserimenti di lavoratori interinali;
rafforzato il Co.co.pro che sarà impropriamente applicato ai nuovi lavori come le badanti

Non è che governo e aziende non hanno più limiti nell’andare oltre ogni decenza nei nostri confronti, perché pensano che ormai a rialzare la testa noi non ci pensiamo nemmeno più?

Confederazione Cobas Pisa

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