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GLS (Cerro al Lambro) / Coop.Papavero: sciopero n. 2

(15 Febbraio 2010)

Onori della cronaca ancora per Cerro al Lambro grazie all'incontro/scontro con dirigenti della cooperativa e stato da una parte, e dall'altra i lavoratori. È questo il senso della seconda giornata di sciopero passata davanti ai cancelli della GLS di Cerro al L.

Ma questa volta di fronte alla sempre più solidale unità tra i lavoratori (tutti) della coop. Papavero (già il nome è tutto un programma), lo Slai-Cobas, comitati, precari, studenti, disoccupati, ecc. si è fronteggiato nientemeno che lo stato con i suoi "cani da guardia" ed il loro bel sfoggiare dei manganelli.

È paradossale! Invece che mandare plotoni di guardie di finanza e ispettori del lavoro per controllare marciume contabile (v. evasione fiscale) e condizioni lavorative da giungla, lo stato si presenta con il manganello nel tentativo di mettere a tacere la richiesta di normalizzazione dei rapporti di lavoro di un centinaio di lavoratori. È un modo di fare che potrebbe trasformare il manganello in miccia scatenante un'esplosione di lotte attorno alla GLS fino ad accorciare al massimo il "respiro" degli enormi profitti del signor "ucciucci", al secolo: Angelucci.

E, immancabilmente, con i manganelli del ministro Maroni, comincia a scorrere il sangue dei lavoratori già abbastanza succhiato da anni di duro sfruttamento: è un enorme pentolone che si sta scoperchiando con Berlusconi e Bossi che tentano in tutti i modi di sedersi a corpo morto sul tappo.

Ma l'autorganizzazione dei lavoratori e l'abbattimento delle barriere etniche che tentano di costruire, trovano nello Slai-Cobas il terreno più fertile per sviluppare il vero cambiamento, risultato della lotta di classe.

È tutto un brulicare di malesseri quello che sta emergendo in molti settori. Anche dai camionisti, tutti isolati e pesantemente colpiti, vengono i primi segnali di fumo della rivolta.

È sorprendente la mancanza in tutti questi anni di un'organizzazione sindacale capace di prendere a cuore la condizione dei lavoratori di fronte allo scempio fatto attorno a SALARI, DIRITTI E DIGNITÀ. A ben vedere però sono chiarissime le complicità e le connivenze dei sindacati confederali, anche migliaia e migliaia di lavoratori stranieri si stanno accorgendo dell'enorme fregatura e trovano nell'autorganizzazione sindacale la più corretta direzione di marcia.

La lotta non si ferma, continuerà fino al ripristino della legalità
RIBELLARSI È GIUSTO, SCIOPERARE È NECESSARIO!

Milano, 14 febbraio 2010

SLAI Cobas

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