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(25 Aprile 2011) Enzo Apicella

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Verbano-Scialabba: memoria e impegno.

(21 Febbraio 2010)

La ricorrenza delle morti di Valerio Verbano e Roberto Scialabba può essere una occasione, al di là della ritualità, per rilanciare nuovi percorsi antagonisti, nella consapevolezza del fallimento degli istituti tradizionali del Movimento Operaio.

Oggi come ieri
contro la pacificazione autoritaria della democrazia borghese.

memoria e impegno

La borghesia, come l’opportunismo, vuole trasformare i nostri compagni assassinati in icone inoffensive, per svuotarle di contenuto, per venderle sul mercato del politicismo pacificatore e del trasformismo elettorale.

NON CI RIUSCIRANNO!
La nostra lotta e’ piu’ forte.

La memoria di tutti i nostri morti sta trasformandosi in impegno per riproporre le ragioni della loro lotta, aggiornandone il pensiero ai compiti attuali per la trasformazione della societa’.
Oggi, il processo di ristrutturazione sociale e di semplificazione politica fa’ il paio con la maturazione autoritaria della democrazia borghese.
A noi l’obbligo di comprenderne i passaggi, innervando il percorso della lotta di classe, nella prospettiva del suo superamento.

La democrazia e' la forma politica dell'apparato statuale adottata dalla borghesia nel '900.
Si tratta ora di perfezionarla, per renderla piu' adeguata al nuovo mondo che uscira' dalla crisi.
Si tratta di oliarne e sincronizzarne i meccanismi di funzionamento, a partire dalla semplificazione e snellimento dello stato, e del riequilibrio tra i propri poteri legislativo, esecutivo e giudiziario.
Si tratta di confermare la democrazia borghese come l'involucro migliore per il dominio di classe, ma anche per lo sviluppo capitalistico nell'epoca pluripolare.

Al di la' degli schieramenti politici e partitici di governo e di opposizione, l'esigenza che si impone con la forza delle cose, e' quella di rafforzare il potere e la discrezionalita' dell'esecutivo, la rapidita' e l'efficacia nelle decisioni unita ad un centralismo politico che unifichi le volonta' e gli interessi dei gruppi economici dominanti nella prospettiva della ripresa post-crisi.
Questa direzionale volonta' unitaria della democrazia borghese contiene al proprio interno l'attuale conflitto istituzionale, espressione della pluralita', dello scontro e del possibile prossimo riequilibrio tra i poteri dello stato.
E' questo un dato universale in tutte le metropoli imperialiste, che hanno acquisito la regola democratica come risultato del lungo ciclo post-bellico.
E' un dato confermato anche in Italia.

Sullo sfondo del vero scontro in atto tra i trasversali “partito del rigore” e “partito della spesa”, si agitano le acque della politica nazionale, che nulla esclude e tutto utilizza, dagli scandali, al gossip, alle demonizzazioni e personalizzazioni dell'avversario, al ping pong dell'aggressione mediatica.
E' una battaglia in corso da 20 anni, che ha attraversato la “rivoluzione giustizialista” dei primi '90 partorendo una seconda repubblica monca, ancora non adeguatamente semplificata nel bipolarismo presidenzialista.
L'attuale maturazione autoritaria della democrazia attraverso la progressiva definizione di un nuovo equilibrio tra i poteri dello stato, avviene nella forma della guerra per bande, effetto e non causa della ristrutturazione sociale dentro la crisi.
E' una maturazione autoritaria che non comprende alcuna fascistizzazione sociale, essendo ampiamente sufficienti le forme della repressione democratica della lotta di classe unite al processo continuo di lobotomizzazione ideologica di massa.
In sostanza, se da un lato assistiamo ad una accelerazione del costante adeguamento della sovrastruttura statuale al movimento reale dettato dalla crisi, dall'altro sono in corso le prove generali di attrezzamento nel contrasto delle sicure insorgenze proletarie effetto della crisi e della contaminazione migratoria.
Anche novelli assemblaggi politici di opposizione, cosi' come apparenti discrepanze nell'unita' sindacale di stato, e le rispettive manifestazioni di piazza, vengono strumentalizzate ed utilizzate nella battaglia interstatuale in corso, e dai suoi pifferai di ogni colore.
La c.g.i.l., e la sua propria guerra per bande in vista del prossimo congresso nazionale, accentua il ruolo di “opposizione” sostitutiva di una sinistra defunta, dopo decenni di integrazione nei consigli di amministrazione di aziende pubbliche e private, dopo concertazioni e contratti bidone, dopo il taglio della scala mobile, del t.f.r., dopo gli infami accordi dei luglio '92-'93.
Quanto alle frattaglie della defunta sinistra di stato, scornata elettoralmente, ed incapace anche solo di un programma elettorale alternativo al governo, da una parte ritenta la via giustizialista e dell'allarme moralisteggiante, dall'altra ripercorre la strada delle false piazze piene e delle vere urne vuote, auspicando il miracoletto per le regionali di marzo.

E' un terreno gia' battuto, e battuto politicamente, quello dell'assemblaggio delle diverse pluralita' come terreno del confusionarismo opportunista, incapaci di sentire il polso di classe perche' assenti da quartieri e posti di lavoro, impegnati come sono nella quotidiana moria, rinascita, riciclaggio e trasmigrazione interna.
Ormai il proletariato li ha definitivamente mollati, ed e' un bene che sia cosi', anche se questo non significa automaticamente la ripresa della lotta di classe, ne' tantomeno una scelta organizzativa di classe.
La realta'di questo autunno appena passato, che in molti sognavano caldo, e' quella delle scarse, scollegate lotte dentro la crisi, tutte di difesa e tutte di risposta, senza collegamenti stabili, e spesso senza nemmeno la reciproca conoscenza tra le lotte.
E' la conferma della non automaticita', in assenza di una solida organizzazione di classe, tra gli effetti devastanti della crisi e la rivolta contro di essi.

Ne consegue che, probabilmente, episodi disperati di resistenza operaia, spesso costretti all'azione tanto eclatante quanto inoffensiva dal filtro mediatico, continueranno, senza pero' sfociare in movimenti di massa dispiegati.

Da qui si pone la necessità di una riflessione collettiva per produrre processi di organizzazione che, di fronte all’evidente fallimento di partiti e sindacati frutto del movimento operaio storico, recuperino l’innovazione e l’autenticità dell’autorganizzazione come modello di sviluppo delle lotte e dei percorsi di liberazione.
Questo è il nostro modo di mantenere vivi compagni e militanti assassinati dallo stato borghese e dai suoi servi fascisti, fuori da commemorazioni di maniera e da strumentalizzazioni politiche, nel solco del loro impegno, della loro lotta, della loro rivoluzione.

Manifestazioni cittadine sotto le lapidi di Valerio Verbano il 20 febbraio e di Roberto Scialabba il 28 febbraio.

ASSEMBLEA CITTADINA
mercoledi’ 24 febbraio
“fascistizzazione o ristrutturazione autoritaria della democrazia borghese?”
ore 17.00 aula “Maiorana”
Facoltà di Fisica Università “La Sapienza”

Assemblea Coordinata e Continuativa Contro la Precarietà
Spazio Sociale Occupato "Ex-51" Valle Aurelia - Roma
CSOA "I Pò" Marino
Comitato di lotta Quadraro
Combat

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