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Il grande evasore

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(21 Dicembre 2011) Enzo Apicella

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La lotta alla coop. Novaplanet Caleppio di Settala e Liscate

(21 Febbraio 2010)

Nei primi giorni di febbraio dei lavoratori della Cooperativa Novaplanet presero contatto con alcuni di noi nella sede dello SLAI COBAS di Milano. Il tramite perché questo avvenisse erano stati dei compagni della Cooperativa T.I.M.E. Service che è presente nel sito Bennet di Turate. Questi lavoratori della Novaplanet, avevano sentito ciò che i loro compagni avevano ottenuto con le lotte ad Origgio e Turate e chiedevano nella circostanza l’intervento del nostro sindacato. I problemi a Caleppio di Settala e a Liscate erano gli stessi che sono presenti nella stragrande maggioranza delle cooperative della logistica. Pochi dei circa 80mila lavoratori del settore hanno buste paga in regola, la distribuzione dell’orario di lavoro viene decisa con arbitrio dal caporeparto e questo di fronte a delle semplici domande dei lavoratori che rilevano le irregolarità si comporta come un “caporale” lasciandoli a casa. La possibilità di cambiare le cose, sostenemmo in quella riunione, era data non tanto delle iniziative legali che potevamo mettere in campo, ma se loro erano in un numero adeguato per iniziare un percorso fatto di scioperi e scontri aperti per cambiare questo stato di cose.

Se loro decidevano così noi ci saremmo attivati per sostenere la lotta.

Domenica 7 febbraio 51 di loro aderivano al sindacato e, al di là della tessera, sceglievano la strada che gli altri lavoratori di Origgio, Turate, Brembio, Corte Olona avevano percorso nei mesi precedenti.

Mercoledì 10 febbraio, però, il padrone licenziava colui che era stato individuato come il più attivo nell’organizzare gli operai.

Il giorno dopo tramite il nostro avvocato veniva mandata una lettera che denunciava l’arbitrarietà di tale licenziamento.

Venerdì12 i lavoratori, compagni del licenziato volevano dare subito una risposta, ma siccome eravamo impegnati sul fronte di Cerro al Lambro, decidemmo di rimandarla a domenica pomeriggio.

Il padrone della Novaplanet, avuto il sentore che stava covando la risposta dei lavoratori, ha chiamato il compagno licenziato dicendogli che gli doveva parlare.

Domenica mattina, su nostra indicazione viene fatto l’incontro nella sede dello Slai Cobas e in quella circostanza viene firmato il ritiro del licenziamento. La cosa per noi, però, non finiva in quel modo: annunciavamo che al pomeriggio ci sarebbe stato comunque lo sciopero dei lavoratori per avere in busta paga il 100% degli istituti contrattuali (13°, 14°, ROL, ex festività), una indennità sostitutiva mensa di 5,16 euro al giorno (massimo), del vestimento adeguato al lavoro che fanno, il passaggio al V° Livello per i lavoratori che sono al VI°a partire dal primo maggio, sicurezza più alta contro i rischi e il riconoscimento delle RSA da noi nominate.

Posti di fronte all’eventualità dello sciopero la delegazione padronale dava il senso di essere disposta a trattare.

Noi rimandiamo la trattativa al momento in cui doveva partire lo sciopero.

Alle 17,00 i lavoratori della Novaplanet, quelli di Origgio, Turate, Brembio, Cerro al lambro, alcuni compagni dello Slai Cobas, della rete operaia della Val Seriana (BG), del Comitato immigrati di Milano, del C.S. Vittoria di Milano e altri, in tutto 90 persone, bloccano i cancelli di Liscate e Caleppio di Settala: nel giro di mezz’ora si firma una piattaforma redatta dallo Slai Cobas (vedere Allegato).

Fuori dal cancello di Caleppio di Settala si riuniscono tutti i compagni in assemblea, l’entusiasmo è alle stelle e negli interventi si ribadisce la volontà di ritornare a Cerro al Lambro per ottenere fino in fondo le richieste che abbiamo fatto, ci si da appuntamento per il 20 alla manifestazione internazionalista che partirà da Cordusio alle ore 15 e a quella del 1°marzo sull’immigrazione.

Per lo Slai Cobas Aldo Milani, Fulvio Di Giorgio

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