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(23 Febbraio 2010) Enzo Apicella
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Lettera aperta al circolo di Rifondazione Comunista di Pavia

(26 Febbraio 2010)

Pur non condividendo in parte questa lettera per motivi squisitamente politici e per i toni estremamente concessivi, con preghiera di diffusione pubblico la seguente sottoscritta da ex-tesserati/e di Rifondazione Comunista di Pavia e provincia, alcuni/e di questi/e aderenti alla Confederazione Unitaria di Base ed alla CGIL.

Al Segretario Provinciale del PRC Giuseppe Abbà
Al segretario del circolo di Pavia del PRC Pablo Genova
Al direttivo del circolo di Pavia del PRC
E p.c. agli iscritti del PRC


Cari compagni/e,
l'anno che si è concluso da poco, con il culmine politico delle elezioni del consiglio comunale, vissuto con numerose vicissitudini da parte del Partito della Rifondazione Comunista ci ha portato a dover fare alcune riflessioni sul nostro ruolo di militanti o semplici iscritti ad esso.
Non ci vogliamo dilungare troppo sul risultato elettorale che è stato disatroso ma in linea con l'onda negativa a livello nazionale e pertanto non ci si poteva aspettare chissà cosa di diverso, ma è altrettanto vero che il partito si è isolato dalla gente comune e si è arroccato su posizioni ideologiche forti ma inutili in momenti come questi dove serve per lo più prendere posizione e proporre soluzioni ai reali problemi di chi dovremmo sentire di rappresentare come i lavoratori ed i soggetti socialmente più deboli affrontando anche questioni scottanti con proposte concrete su cui costruire il consenso.
Per quanto riguarda la situazione locale molto c'è da dire soprattutto in considerazione della costante negazione della democrazia interna al circolo di Pavia dove si è negata la discussione con decisioni calate dall'alto senza avere la delicatezza di passare dall'approvazione della base, comportamento tr l'altro fortemente criticato in passato quando si tentò l'esperienza politico-elettorale della Sinistra Arcobaleno, esperienza che anch'essa portò a risultati disastrosi forse proprio perchè mal digerita e non capita sino in fondo.
Certo è che su questo punto una modifica degli atteggiamenti in futuro può e deve essere sicuramente fatta ma la nostra riflessione si concentra su quello che il partito è e fa oggi e quali sono le prerogative politiche attuali.
È su questi punti che conveniamo che non ci riconosciamo più in esso, in un partito di sinistra che ha di recente snobbato le lotte dei lavoratori arrivate sino in consiglio comunale ed apoggiate da forze politiche sicuramente più moderate, ultima dimostrazione di come il partito si sta lentamente estraniando dai movimenti.

Siamo sempre stati convinti che il consenso si ottiene stanzo in mezzo alla gente e partecipando alle lotte e non stando rinchiusi sulle proprie posizioni e pensavamo di militare in un partito con queste caratteristiche che in passato ha avuto sicuramente ma attualmente ci rendiamo conto che questa non è la priorità di Rifondazione Comunista che preferisce attualmente estraniarsi e diventare un partito di ideologia; cosa che non ha mai di fatto portato a risultati e non li porterà certo in un momento difficile e drammatico come l'attuale in cui ci si aspetta risposte concrete a problemi concreti.
Non ci riconosciamo più negli attuali organi dirigenti che pure abbiamo sostenuto in occasione dell'ultimo congresso che hanno dimostrato una "manifesta incapacità" nel gestire il periodo pre e post elettorale creando tensione, invece che tentare di ricompattare quello che era rimasto per tentare di ripartire nel tentativo di creare una valida alternativa di sinistra, in nome di una incomprensibile resa dei conti interna che ha portato ad ulteriori divisioni non certo utili, divisioni per nostro conto non conciliabili anche in considerazione della nostra disponibilità dimostrata in passato e senza riscontri.

È evidente che i personalismi hanno più importanza del bene del partito e delle sue idee.

Per questi motivi riteniamo, come conclusione della nostra riflessione, di dovervi comunicare per correttezza la nostra ntenzione di non rinnovare la tessera di iscrizione al Partito della Rifondazione Comunista, decisione già presa in passato da alcuni di noi, in quanto non crediamo possa avere senso continuare una militanza o semplice sostegno, ma più opportuno continuare il nostro impegno a difesa dei soggetti più deboli come riteniamo più confacente alle nostre prerogative.
Tanto di è dovuto.

Daniele Cammarata, Mattia Laconca, Marco Barbaglia, Mariangela Malinverni, Maria Marzitelli, Pasquale Di Tomaso, Giovanni Di Tomaso, Antonino Alesi, Flavio Torchio, Paolo Zelaschi, Maria Teresa Guardamagna, Ugo Magnani, Domenico Moliterno, Antonella Longhi, Idelmina Mantovan, Wilma Barbaini, Luigi Magnani

Mattia Laconca

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