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Ventiquattro ore senza di noi

Ventiquattro ore senza di noi

(1 Marzo 2010) Enzo Apicella
Sciopero generale dei lavoratori migranti

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(L'unico straniero è il capitalismo)

Pisa. 1 Marzo un giorno senza di noi

Carovana dei diritti, contro il lavoro nero, per la regolarizzazione di tutti i lavoratori immigrati.

(26 Febbraio 2010)

Ore 10.00 – Concentramento in p.zza XX settembre, di fronte al Comune di Pisa

No al razzismo, regolarizzazione generalizzata di tutti i cittadini migranti presenti oggi in Italia, ritiro del pacchetto sicurezza, No ai respingimenti e agli accordi bilaterali che li prevedono, rottura netta del legame tra il permesso di soggiorno e il contratto di lavoro, diritto di asilo per i rifugiati e i profughi, diritto al lavoro, alla salute, alla casa e all’istruzione per tutti, mantenimento del permesso di soggiorno per chi ha perso il lavoro

No all'apertura di Centri di Identificazione ed Espulsione (CIE) a Pisa e in Toscana e loro chiusura definitiva in tutto il paese, abolizione dell'ordinanza “antiborsoni”, rifinanziamento del progetto “città sottili”, difesa del posto di lavoro per tutti i lavoratori e le lavoratrici, blocco degli investimenti per telecamere e abbellimenti nel centro storico, uso delle risorse risparmiate per abbattere i costi sociali (casa, luce, gas, acqua, trasporti, posteggi) che gravano sulle spalle di lavoratori, precari, disoccupati.

La rivolta di Rosarno ha drammaticamente portato alla ribalta i perversi ingranaggi del sistema che sta dietro lo sfruttamento degli immigrati: ricatti costanti per far loro accettare lavoro in nero, paghe miserrime e condizioni di lavoro bestiali, vessazioni da parte dei caporali, ricoveri fatiscenti totalmente privi di servizi igienici, luce ed acqua, nessuna assistenza sanitaria.

Non ci voleva molto a capire che questi ingredienti coniugati con le politiche liberiste degli anni passati - che hanno fortemente compresso i diritti di tutti i lavoratori, che hanno privatizzato e precarizzato servizi e saperi, con una crisi economica feroce, che distrugge posti di lavoro, che genera insicurezza e nessuna prospettiva futura specie nel sud - avrebbero potuto sfociare in scontri e conflitti sociali duri.

Anche a livello locale la nostra le istituzioni della nostra città si sono adeguate alle politiche nazionali, approvando il cosiddetto “decreto antiborsoni” che discrimina per il colore della pelle e sposta semplicemente il problema dell’abusivismo dalle aree turistiche ad altre zone della città, tagliando i fondi per il progetto “città sottili” ed usando la mano forte contro gli emarginati attraverso politiche securitarie del tutto simili a quelle approvate da tanti sindaci leghisti.

I dati locali della disoccupazione, anch’essi in linea con quelli nazionali, ci dicono di una espulsione massiccia di mano d’opera straniera. Centinaia di lavoratori perdono il posto senza avere gli stessi diritti degli altri cittadini e con la prospettiva dell’espulsione, grazie al cosiddetto “pacchetto sicurezza” voluto dal governo Berlusconi ed approvato recentemente dal Parlamento italiano.


La difesa degli immigrati cacciati da Rosarno, come pure di tutti i lavoratori stranieri residenti nel nostro paese, non è un esercizio di buonismo umanitario ma una necessità : il rispetto dei loro diritti è condizione per impedire che vengano usati per indebolire i diritti di tutti i lavoratori.
Contro questa drammatica situazione, che fa somigliare sempre più il nostro paese ad un contemporaneo Sudafrica dell’Apartheid, chiamiamo tutti alla mobilitazione per il primo marzo 2010

COORDINAMENTO ANTIRAZZISTA PER I DIRITTI E IL LAVORO - PISA
Associazione And Sopi, Associazione Domu Tengueth, Associazione Federazione Latinoamerica, Sportello Immigrati RdB Pisa, Circolo agorà, COBAS Pisa, Coordinamento Antirazzista Antifascista pisano, Socialismo Rivoluzionario, Rete dei Comunisti, Sinistra Critica, PCL

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