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Caporalato?

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(Dove và la CGIL?)

12 Marzo, sciopero generale: estendiamolo, organizziamolo!

(6 Marzo 2010)

Dopo un anno di freno 4 ore non bastano, ne servono 8 su contenuti di classe. Dimostriamo la forza del proletariato, scendiamo in sciopero e in piazza per imporre misure urgenti per tutelare le condizioni di vita della classe operaia e delle masse popolari. Apriamo con la lotta la strada ad un governo operaio e degli altri lavoratori sfruttati.

Nonostante le menzogne dei governi borghesi, la crisi economica mondiale, risultato delle leggi fondamentali del capitalismo, durerà a lungo. In Italia la produzione industriale ha già registrato un calo di circa il 25%. L'export è fermo, l'agricoltura al disastro. Il meridione è ricacciato indietro di decenni. Dilaga la disoccupazione: nel 2010 ci sarà più di un milione di senza lavoro in più rispetto al 2007. Vaste masse lavoratrici sono spinte nella miseria più nera.

Qual è la risposta della classe dominante e del suo governo reazionario, capeggiato dal piduista Berlusconi, alla crisi? Miliardi di euro prelevati dalle casse pubbliche per aiutare coloro che hanno provocato la crisi, vantaggi per i criminali, per gli evasori, per coloro che vivono nel lusso, soldi per le guerre di rapina, fondi al Vaticano. La “cricca di banditi” al potere, mentre scarica sulle masse lavoratrici l'intero peso economico della crisi, liquida i diritti come l'art. 18 dello Statuto dei lavoratori, promuove accordi separati, taglia i fondi per la scuola e licenzia migliaia di precari. E si prepara a rimettere mano alle pensioni.

In questa situazione insistiamo sulla necessità del fronte unico di tutti gli sfruttati e degli organismi che si rifiutano di pagare la crisi, per lottare contro l'offensiva padronale, la reazione politica e le aggressioni imperialiste. Oggi più che mai gli operai, i lavoratori, i disoccupati, gli insegnati, gli studenti hanno l’esigenza di mobilitarsi uniti per difendere in modo intransigente i propri interessi e diritti. Scendiamo dunque in sciopero e in piazza per dire:

blocco dei licenziamenti, nessuno stabilimento deve essere chiuso; salario garantito al 100% a spese dei padroni e dello stato in caso di sospensione della produzione e ai disoccupati; giù le mani dai CCNL e dall'art. 18; regolarizzazione dei lavoratori migranti e dei precari; aumenti veri e certi di salari e pensioni, completamente detassati; imposte fortemente progressive su profitti, rendite, interessi e sui patrimoni; recupero del fiscal drag, dell’evasione e delle frodi fiscali, blocco e sequestro dei capitali evasi; ritiro immediato delle truppe all’estero, drastica riduzione delle spese militari a favore di quelle sociali, no alla riforma Gelmini e ai finanziamenti alle scuole private.

Per ottenere queste misure immediate, volte a tutelare le masse lavoratrici, è essenziale intensificare e unificare la risposta di lotta, rafforzare il campo dell'opposizione operaia e popolare, creando consigli e comitati come organi di unità e lotta di massa contro il dominio dei monopoli capitalisti. Occorre utilizzare le assemblee come strumento di democrazia operaia per il più ampio coinvolgimento della base.

Nell’immediato, l'obiettivo politico è la convergenza di tutte le forze per licenziare nelle fabbriche e nelle piazze il governo reazionario di Berlusconi. Non per un nuovo centrosinistra che riproporrà la solita ricetta dei sacrifici, ma per aprire la prospettiva di un governo operaio e di tutti gli sfruttati, che si basi sulle organizzazioni dei lavoratori. Da questa rottura rivoluzionaria deriveranno le trasformazioni economiche e sociali di cui le masse lavoratrici hanno bisogno.

Per tali obiettivi occorre certamente un sindacato che difenda gli interessi di classe, ma ciò non basta: serve anzitutto il Partito. I comunisti e gli elementi più coscienti e combattivi della classe operaia, devono unirsi per ricostruire il partito comunista sui principi del marxismo-leninismo e dell'internazionalismo proletario, perché il nostro futuro non è nel capitalismo, ma in un nuovo e superiore ordinamento sociale!
5.3.2010 (57° anniversario della scomparsa del compagno Giuseppe Stalin)

Piattaforma Comunista

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