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Il ricatto

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(20 Giugno 2010) Enzo Apicella
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"Noi forzati dell'ipermercato chiediamo che ci ridiano la domenica in famiglia"

Lettera pubblicata da Bergamonews

(8 Marzo 2010)

Gentile Direttore, gentile Redazione,
mi ritrovo dopo due anni a dover riparlare di un problema che affligge i dipendenti del commercio, sempre più bistrattati da contratti al limite dell'incredibile, precariato sotto ricatto e quindi impossibilitato a difendere i diritti fondamentali per qualsiasi lavoratore.

Il nostro contratto è stato firmato con anni di ritardo contornato da "contentini" economici, prima da due sigle sindacali (CISL E UIL) ed in un secondo tempo anche dalla CGIL, mettendo la parola fine a tutto quello che i nostri nonni e genitori avevano conquistato con lotte vere, e le conseguenze le pagheranno come al solito i lavoratori.

Nel nuovo contratto o meglio quello modificato, si indica che la DOMENICA venga considerata come un giorno qualunque della settimana lavorativa con l'obbligo dei dipendenti a tempo determinato a prestare servizio, per quelli a tempo indeterminato la legge Regionale dispone l'obbligo di lavorare circa 23 DOMENICHE l'anno (Legge Bersani più il 30% di quelle derogate dal Sindaco).

La Regione Lombardia continua la sua incapacità a dare delle regole precise sulle aperture festive nell'ambito del commercio in generale creando confusione e mettendo così in difficoltà chi ha pochi dipendenti ed è impossibilitato ad organizzare una turnazione programmata.

Si è venuto a creare un sistema per indirizzare il cliente a frequentare il CENTRO COMMERCIALE nel giorno festivo danneggiando così la settimana intera, senza nessun ritegno per chi ci lavora e si vede l'unico giorno della settimana da passare in relax con la propria famiglia scippato da incompetenti manager di un commercio oramai allo stremo. E' risaputo da tutti gli addetti del settore che la DOMENICA aperta non risolve nessun tipo di problema e nella maggior parte dei paesi Europei il ragionamento logico porta a ridimensionare la scellerata scelta iniziale di liberalizzare la costruzione di migliaia di CENTRI COMMERCIALI ed ampliare gli orari e le giornate lavorative.

In Francia si stanno accorgendo di aver costruito troppi MOSTRI, in Germania la CHIESA tramite un avvocato ha sollevato il problema alla CORTE COSTITUZIONALE ed è riuscita a limitare a 8 in un anno le festività lavorative, nei paesi scandinavi al primo posto viene la FAMIGLIA ed il tempo libero, in molti paesi Europei si chiude alle 19 o al massimo alle 20 ed infine IN MOLTE REGIONI ITALIANE si comincia a ridurre orari e festività lavorative. Qual'è il senso di tenere aperto alla sera dopo le 20? Spreco di energia e perdita di tempo ecco il senso ! Nella maggior parte degli esercizi commerciali l'ultimo scontrino si emette alle 20 dopodichè il vuoto assoluto, il deserto.

Per quanto riguarda la DOMENICA basterebbe chiedere l'incasso invece di usare il contapersone come parametro di giudizio per l'affluenza, ci si accorgerebbe che non tornano i conti perchè le spese di gestione superano abbondantemente il cassetto e quindi molti piccoli esercizi chiudono i battenti.

Quando si arriverà (spero mai) a TUTTE le DOMENICHE con 550 CENTRI COMMERCIALI nella sola Lombardia contemporaneamente aperti, ci sarà un incremento di pubblico e di incassi?

La risposta è NO! Già adesso non esiste questa grande affluenza proclamata e non ci sono introiti adeguati, viene tutto spalmato sul fine settimana, tre giorni, Sabato Domenica e Lunedì ma con un costo di una giornata festiva in più che pesa al titolare, che ricattato, in caso di rifiuto di un mancato rinnovo del contratto di affitto, deve OBBLIGARE i dipendenti (a loro volta ricattati) a sacrificare una giornata inutile al lavoro oltrettutto sottopagati. Si perchè la maggiorazione per il lavoro festivo è del 30% lordo quantificato a circa 15 euro in più della paga giornaliera ordinaria.

Esistono migliaia di motivi per rinunciare a queste aperture selvagge ma sembra che alla Regione Lombardia interessi poco, anzi sollecitata dalle grandi potenze commerciali soprattutto estere che a suon di soldoni comprano i comuni ridotti sul lastrico continua imperterrita ad ignorare la vera realtà che non è quella sbandierata da finti esperti del settore e da molta stampa controllata.

Mi delude il silenzio della Chiesa di Bergamo così "attenta" a proposito di molte argomentazioni di carattere Cristiano ma non sul problema di distruzione della famiglia che comporta il lavorare in un giorno destinato dal Signore alla riunione con la propria moglie ed i propri figli, non una parola, nessun gesto (come in Germania)..... forse si sono arresi anche loro.

Ci sentiamo una categoria abbandonata e demotivata che con l'andare del tempo perde di professionalità, e badate nel nostro settore è importantissima dal momento che hai a che fare con il pubblico, non si inventa un buon commesso ma si costruisce col tempo e con la pazienza che solo un titolare tranquillo e motivato ma soprattutto non ricattabile può trasmettere tutta la sua esperienza ed insegnare un "mestiere" si perchè il nostro nonostante le dicerie è un MESTIERE e non è per niente semplice come sembrerebbe.

Non mi stupirei se nel prossimo futuro scoppiasse COMMERCIOPOLI considerato con quale leggerezza i Sindaci DELIBERANO DOMENICHE, nascondendosi dietro false norme interpretate a loro piacimento; COMUNE TURISTICO, CRISI DEL SETTORE, FALSI DISTRETTI COMMERCIALI e chi più ne ha più ne metta, pochi sanno che la programmazione delle DOMENICHE deve essere comunicata nel mese di Novembre per l'anno successivo alla presenza delle controparti (immagino i Sindacati), invece esistono Comuni che deliberano l'apertura 15 giorni prima, in accordo con i Direttori dei Centri commerciali tenuti in scacco da votazioni effettuate da un comitato interno di dubbia concezione democratica.

Dopo 20 anni nello stesso punto vendita e CENTRO COMMERCIALE ho avuto modo di vivere esperienza dirette con svariate tipologie di persone (sono passati circa 10 Direttori) accumulando informazioni ed umori contrastanti per quanto riguarda la crescita e la trasformazione peraltro necessaria della nostra professione, ma negli ultimi anni non sono tranquillo e con me tantissimi dipendenti che hanno dato tanto per lo sviluppo delle aziende in cui prestano servizio.

Abbiamo depositato e protocollato nel comune di Curno 1378 firme (dipendenti,clienti,cittadini di Curno e comuni limitrofi) con allegato un comunicato all'attenzione del Sig.Sindaco Dott.Gandolfi che ha ricevuto una nostra delegazione un paio di volte dimostrandosi inizialmente disponibile e favorevole a limitare il numero di festività che riguardano il CENTRO COMMERCIALE CURNO, ma c'è chi continua a "spingere" per aumentarle fino ad aumentarle (per il momento) a 31 da effettuare nell'anno corrente mettendo in difficoltà chi ha programmato ferie, permessi,turni, creando confusione e rivalità nei punti vendita nell'incertezza assoluta.

Ritengo la Vostra un'informazione LIBERA ed è per questo che chiedo di pubblicare questo sfogo che non è solo mio, perchè rappresento migliaia di pensieri di dipendenti stanchi che mi appoggiano tutti i giorni con gesti semplici ma di valore assoluto.

Distinti saluti

massimo q.

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