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(Dove và la CGIL?)

Sullo sciopero del 12 marzo.

(7 Marzo 2010)

Lo Slai cobas per il sindacato di classe non aderisce allo sciopero del 12 marzo indetto dalla CGIL, perchè esso, né nei suoi contenuti, né nelle sue forme, risponde all'esigenza di mobilitazione della classe operaia e dei lavoratori.

Lo sciopero generale che serve ai lavoratori è quello che imponga a padroni il blocco dei licenziamenti, la tutela dei salari reali, l'abolizione della Legge Biagi, il miglioramento del Testo Unico sulla sicurezza sul lavoro, il cambiamento del sistema di elezioni degli RLS per rafforzarne la rappresentatività e i poteri, l'internalizzazione dei servizi essenziali della P.A. e dei Enti locali, il lavoro per i disoccupati in particolare nel sud nella raccolta differenziata, bonifica ambientale, risanamento dei quartieri e dei territori, l'opposizione alle controriforme della sanità, della scuola e dei servizi sociali in genere, l'opposizione alla TAV. al Ponte, ecc., la ricostruzione de L'Aquila e dei paesi terremotati e disastrati, ecc..

Questo sciopero non ha questi obiettivi. Su molti di questi obiettivi la posizione della Cgil è contraria. Nei singoli posti di lavoro e in numerosi contratti di settori, la Cgil è saldamente unita ai sindacati filopadronali, filogovernativi e di regime.

Uno sciopero oggi, anche alla luce dell'ultimo attacco all'art. 18 e ai diritti contrattuali dei lavoratori, deve porre la caduta del governo Berlusconi, come obiettivo per la tutela dei diritti e degli interessi dei lavoratori. Anche questo obiettivo è del tutto escluso dallo sciopero del 12.

Per tutte queste ragioni è da escludere l'adesione allo sciopero dello Slai cobas per il sindacato di classe.

Uno sciopero generale di questo genere deve essere costruito dal basso con l'unità del sindacalismo di base e di classe ovunque collocato, dei comitati e organismi dei lavoratori, dei precari, dei disoccupati e di tutte le realtà che lottano sui posti di lavoro, nei territori contro le politiche di padroni e governo.

Uno sciopero peraltro largamente poco sentito dalla maggioranza degli operai e lavoratori, costruito dall'alto e dagli apparati, con l'obiettivo di assumere una rappresentanza generale e tornare a quei tavoli da cui padroni e governo tendono ad escludere la Cgil.

A fronte del " collegato sul lavoro" la Fiom più consapevole delle difficoltà di riuscita dello sciopero nelle fabbriche, ha dichiarato nella giornata del 4 marzo uno sciopero generale, sempre per il 12, in difesa dell'art. 18. Una sorta di "ultima ora" per salvare lo sciopero della Cgil, in difesa dello sciopero della Cgil più che in difesa dell'art. 18.

L'affermazione della Fiom che lo sciopero del 12: "a questo punto dovrà avere come punto fondamentale la difesa del contratto nazionale e l'art.18", servirà forse al gioco congressuale dentro la Cgil in cui la posizione della Fiom è in minoranza e in via di ridimensionamento, ma vuole dare per fatto ciò che è ancora da fare: cioè uno sciopero generale per fermare la mano del governo, che penalizzi il paese - come in Grecia - e ne imponga la caduta.

A questa posizione della Fiom non va data alcuna copertura.

E' bene che le posizioni del sindacalismo di classe si esprimano autonomamente sui posti di lavoro, e, se fatte con chiarezza, anche in occasione delle manifestazioni.

Slai cobas per il sindacato di classe - coordinamento nazionale

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