">
il pane e le rose

Font:

Posizione: Home > Archivio notizie > Capitale e lavoro    (Visualizza la Mappa del sito )

15 ottobre

15 ottobre

(19 Ottobre 2011) Enzo Apicella

Tutte le vignette di Enzo Apicella

PRIMA PAGINA

costruiamo un arete redazionale per il pane e le rose Libera TV

SITI WEB
(Capitale e lavoro)

Ddl lavoro: addio all’articolo 18?

(11 Marzo 2010)

Il Senato ha dato via libera definitiva al disegno di legge collegato sul lavoro che prevede, tra l’altro, la possibilità di inserire nei contratti collettivi di lavoro o nel contratto individuale di assunzione l’espressa previsione del ricorso all’arbitrato in caso di controversie di lavoro, ivi compreso il licenziamento.

Grazie a questa norma il lavoratore che all’atto dell’assunzione ha firmato un contratto di lavoro che prevede l’arbitrato non potrà usufruire in caso di licenziamento delle tutele previste dall’art. 18 dello Statuto dei Lavoratori che prevede la possibilità di riassunzione, nelle aziende con più di 15 dipendenti, qualora il giudice non riconosca la giusta causa (gravi inadempienze contrattuali del lavoratore) o il giustificato motivo (condizioni oggettive che determinino la richiesta di licenziamenti collettivi).

Nell’arbitrato infatti si decide secondo equità e non sulla base delle leggi vigenti con la conseguenza che datore di lavoro e lavoratore vengono posti sullo stesso piano senza tener conto del rapporto di subordinazione e di debolezza in cui si trova il lavoratore una volta spogliato delle leggi che lo tutelano.

Ed è illusorio pensare che il lavoratore possa, all’atto dell’assunzione, rifiutarsi di firmare un contratto che prevede certe clausole soprattutto se la firma di queste viene posta come condizione per l’assunzione.

Dopo la precarizzazione selvaggia del mercato del lavoro, le leggi restrittive sul diritto di sciopero e la facilità di licenziamento per i dipendenti pubblici introdotta dalla “Riforma Brunetta” assistiamo ora allo smantellamento degli ultimi diritti che tutelano i lavoratori del settore privato.

E’ questa la dimostrazione che gli attacchi ai dipendenti pubblici non erano altro che la premessa a un più generale attacco ai diritti dei lavoratori e che solo l’unità tra lavoratori pubblici e privati, tra precari e non, potrà porre un freno alla deriva dei diritti che sta attraversando tutto il mondo del lavoro.

8.3.2010

SLAI-COBAS INPS

5010