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Firmato il contratto del turismo: anche qui passa la controriforma del sistema contrattuale

(23 Marzo 2010)

Nel preambolo dell'accordo sul CCNL del Turismo siglato il 20 Febbraio 2010 da CGIL, CISL e UIL di categoria, vi è la seguente nota che sul piano politico, risulta eloquentemente esplicativa:

"visto il protocollo interconfederale del 22 Gennaio 2009, il CCNL Turismo 19 Luglio 2003, l'accordo 12 Giugno 2008 e l'accordo di rinnovo del CCNL Turismo del 27Luglio 2007, si è stipulata la presente ipotesi di accordo per il rinnovo del contratto Collettivo Nazionale di lavoro per i dipendenti da aziende del settore del Turismo".

Ciò che balza subito agli occhi, è l'esplicito riferimento contenuto nel suddetto preambolo, all'accordo quadro sulla riforma contrattuale, sottoscritta unilateralmente per quanto concerne il sindacato confederale, da CISL e UIL e UGL.

La CGIL ha sostenuto, a partire dal congresso, che avrebbe disapplicato nei rinnovi contrattuali delle singole categorie, i principi e le regole contenute nell'accordo separato, dato il suo chiaro giudizio di contrarietà espresso all'unanimità dall'organizzazione.

Invece, con la firma apposta dai dirigenti nazionali della Filcams al rinnovo del Turismo avvenuta dopo la chiusura dei congressi di base, quando la categoria era ben certa del risultato quasi plebiscitario ottenuto al congresso dal documento Epifani, hanno confermato la giustezza delle critiche contenute nel secondo documento dove si sosteneva che il diniego della CGIL nei confronti delle nuove regole contenute nell'accordo separato, era solamente formale, poiché non veniva sostanziato da precisi atti politici di rottura nei confronti di CISL e UIL che di fatto sono le stampelle del governo Berlusconi e complici del disegno politico messo in campo da Governo e Confindustria (vedi anche il ruolo giocato dalle presenti organizzazioni sindacali sulla vicenda art. 18), che intendono far pagare la crisi economica ai lavoratori.

Abbiamo sempre sostenuto sulla partita dell'accordo separato che non ci sono vie di mezzo, o quell'accordo salta perché la CGIL ricostruisce un nuovo modo di far sindacato basando l'azione politica e sindacale sul conflitto, oppure i rinnovi contrattuali verranno sottoscritti anche dalla CGIL, sulla base dei principi contenuti dall'accordo separato del 22 Gennaio 2009. Rispetto a questa analisi, l'accordo del Turismo, ha sostanzialmente confermato le nostre previsioni.

Entrando nel merito dei contenuti dell'accordo, costatiamo che, sull'aumento salariale, convenuto con le controparti, si è andati anche peggio rispetto ad altri accordi dello stesso segno politico in precedenza sottoscritti, come per esempio, i rinnovi degli alimentaristi e dei chimici. Infatti, ci esprimemmo criticamente già nei confronti della piattaforma rivendicativa elaborata dalla Filcams CGIL, sostenendo che sulla questione salariale, la trattativa era partita da una richiesta largamente insufficiente di 135 € al 4' livello.

Con la firma dell'accordo, costatiamo che malgrado l'aumento salariale sia superiore agli 86 €, richiesti nelle piattaforme di Fisascat Cisl e Uiltucs Uil, che sulla costruzione del salario, hanno rispettato pedissequamente il famigerato sistema di calcolo denominato IPCA, l'aumento ottenuto unitariamente, è inferiore alla già misera richiesta avanzata dalla sola Filcams.

Nell'arco dei prossimo tre anni ai lavoratori del Turismo verranno corrisposti dalle imprese del settore, la "modica" cifra di 115 € parametrati al 4' livello i quali verranno erogati, in ben sette rate mensili. Se calcoliamo che da questo rinnovo un direttore d'albergo (livello A della scala parametrale) percepirà in tre anni 163,90 €, i facchini e le cameriere (livello 6) ne percepiranno invece 102,25, ciò fornisce, una chiara lettura del rinnovo che aumenta le disuguaglianze tra gestori e produttori della ricchezza.

La prima rata verrà erogata dalle imprese con la retribuzione di febbraio 2010 e sarà per i 6' livelli pari a 8,89 € lordi. Negli anni a venire le rate fino a settembre 2012 non supereranno la cifra di 13,34 € lordi. Questi lavoratori che sono indiscutibilmente quelli sottoposti al maggior dispendio di energie fisiche nelle strutture turistiche durante lo svolgimento delle proprie mansioni (e dove è più forte l'insediamento sindacale), non si accorgeranno, nei prossimi tre anni, di aver percepito un aumento salariale poiché lo stesso, verrà completamente assorbito dall'aumento dell'inflazione.

Come abbiamo sempre sostenuto, la durata triennale degli accordi in assenza di un meccanismo automatico (scala mobile) che recuperi l'inflazione, è la programmazione della riduzione del salario.

Per questo, come Rete 28 Aprile, avevamo formulato una forte critica nei confronti della piattaforma unitaria all'epoca presentata al governo Prodi da CGIL, CISL e UIL, dove si sosteneva, nell'ottica di una condivisa riforma contrattuale tra le tre confederazioni sindacali, la durata triennale degli accordi nazionali. Su questa ipotesi di riforma del sistema contrattuale, sostenevamo di contro, che la durata della parte salariale dei contratti nazionali, doveva confermare la durata biennale degli stessi per non perdere ulteriormente il potere d'acquisto dei salari, mentre si dovevano rivendicare, aumenti salariali ben oltre l'inflazione reale.

Questo rinnovo dimostra chiaramente quanto sia fallace l'idea propinata e sostenuta dal documento di maggioranza al congresso, di ricomporre l'unione sindacale con CISL e UIL, partendo dai rinnovi di categoria sottoscritti sulla base di una mediazioni tra le posizioni contenute nell'accordo separato e le posizioni della CGIL.

Sul versante normativo, le cose non sono andate meglio.

1) Viene ulteriormente normato, con l'ampliamento delle competenze agli enti bilaterali del Turismo, l'apprendistato professionalizzante.

2) Per quanto concerne i contratti a termine, si è consentita la deroga al limite di 36 mesi massimi per questa tipologia contrattuale che, nel settore, è una tra le tipologie contrattuali più utilizzata dalle imprese.

3) Si disciplinano gli appalti di servizi che erano stati già concessi nel precedente rinnovo contrattuale e che sono parte integrante della legge 30. Negli ultimi mesi e con la scusa della crisi, moltissime aziende alberghiere forti di questa concessione contrattuale, hanno aperto le procedure per la cessazione a soggetti terzi di settori produttivi (piani, lavanderia, bar, ristorante), in passato gestiti dalle aziende.

4) Modalità di godimento del riposo settimanale. Su questo aspetto si è accettato che il riposo settimanale venga calcolato su intervalli più lunghi di una settimana, consentendo così alle aziende, di far lavorare i lavoratori fino a quattordici giorni consecutivi.

I delegati e le delegate della Rete 28 Aprile, analizzato il testo in oggetto, forniscono nei confronti dell'accordo del Turismo, un giudizio ampiamente negativo.

E richiedono alla segreteria nazionale di indire e attivare come forma di consultazione tra i lavoratori dei settori interessati dal presente rinnovo lo strumento del referendum.

La Rete28Aprile nella Cgil dice no al contratto del turismo

Roma, 22 marzo 2010

Rete28Aprile

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