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Un muro da abbattere. Una terra da condividere. Con pari diritti e pari dignita'

Voci dalla Palestina occupata - Sabato 12 luglio in piazza Erbe a Verona

(7 Luglio 2003)

Stanno costruendo un muro. Alto 8 metri, profondo 12, con fossato e rete elettrificata. Lungo 400 km. Il muro più lungo nella storia dell'umanità. Lo chiamano muro di sicurezza ma in realtà sta mangiando migliaia di acri di terra coltivata a contadini che si ritrovano senza più niente su cui vivere. Per costruirlo stanno abbattendo migliaia di case e separando intere città in due.

Da anni ogni mattina la gente si sveglia e si prepara per andare a scuola, al lavoro, al mercato. Ma arrivano i carriarmati che sparando e bombardando annunciano il coprifuoco e allora niente più scuola, niente più lavoro, niente più mercato. Col coprifuoco non si può uscire di casa, i negozi devono essere chiusi, non si può fare la spesa, non si può andare all' ospedale anche se si sta male. Se non c'è coprifuoco i bambini la mattina vanno a scuola e per entrare a scuola corrono velocissimo. Perché ci sono mattine in cui per caso davanti alla scuola passa un carrarmato e spara. Ai bambini. Senza un perché.

Ogni città è separata una dall'altra da blocchi di cemento sulle strade. Qui le auto non servono granché. E nemmeno le ambulanze.

Ci sono notti in cui i soldati arrivano, fanno uscire tutti dalle case, prelevano i maschi dai 15 ai 40 anni e li portano via. La gran parte ritorna dopo qualche giorno un po' acciaccata. La gran parte ritorna.

Ci sono auto con le targhe gialle e auto con le targhe bianche. Quelle con le targhe gialle possono andare ovunque, quelle con le targhe bianche no. Specialmente sulle strade asfaltate.

Ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B. I cittadini di serie B non possono acquistare terra dello stato. Poi ci sono i non cittadini. Devono pagare le tasse ma non possono avere un passaporto, non votano, hanno le auto con le targhe bianche, non possono andare dove vivono i cittadini di serie A e B e possono essere arrestati e tenuti in carcere per 6 mesi senza che nessuna accusa gli venga formulata. I cittadini sono 6 milioni, di cui il 20% è di serie B, i non cittadini sono 3 milioni.

I cittadini di serie A sono gli ebrei-israeliani, i cittadini di serie B sono gli arabo-israeliani, i non cittadini sono i palestinesi.

Questo è l'apartheid dello stato d'Israele. Questa è Palestina.

C'è Berlusconi che saluta Israele come l'unico stato democratico del Medio Oriente e chiede che entri nell'Unione Europea.

Ci sono centinaia di volontari internazionali che vanno giù e tentano di far rispettare la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e la convenzione di Ginevra (ma tanto Israele non l'ha firmata). Ogni anno decine e decine di volontari vengono arrestati e rispediti a casa. Due di loro sono stati uccisi. Una, Rachel, tentava d'impedire ad un bulldozer di demolire la casa di un medico, l'altro, Tom, stava aiutando dei bambini ad andare a scuola e i soldati hanno sparato.

Ci sono decine di giornalisti uccisi dall'esercito ed ancora di più sono i medici.

Ci sono migliaia di palestinesi uccisi solo in questi ultimi due anni. Ma non fanno notizia. Ce ne sono alcuni che si sono fatti esplodere nelle città israeliane. E questi - giustamente - hanno fatto notizia.

L'unica vera possibilità per una pace in Palestina parte dal ritiro immediato dell'esercito israeliano dai territori palestinesi - Cisgiordania e Striscia di Gaza - e dall'abbattimento del muro.

Oppure c'è sempre l'alternativa di eliminare fisicamente tutti i palestinesi. E il problema non sussiste più.

Noi siamo stati a Tulkarem, Cisgiordania, Palestina. Abbiamo visto. E ci domandiamo perché quello che abbiamo visto non viene mostrato dalle nostre tv.


Sabato 12 luglio dalle 18.00 in piazza Erbe a Verona facciamo un'iniziativa. Parlerà Osama Qashoo, coordinatore palestinese dell'International Solidarity Movement, l'organizzazione che "utilizza" volontari internazionali per supportare i palestinesi in pratiche di resistenza non-violenta all' occupazione israeliana nei territori palestinesi. Parlerà anche Taffy Levav, israeliana contro l'occupazione.

Mostreremo dei video e raccoglieremo fondi per Barà, bimbo di 7 anni del campo profughi di Tulkarem malato di Thalassemia. Uno tra i tanti a cui viene impedito di curarsi perché Israele non gli permette di uscire dai territori.

STOP OCCUPAZIONE. STOP APARTHEID.

Volontari d'interposizione non-violenta

Fonte

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  • Il muro (9 Giugno 2003 in www.pane-rose.it)

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