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(28 Gennaio 2011) Enzo Apicella
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    (Lotte operaie nella crisi)

    Paderno Dugnano (MI): per LARES e METALLI PREZIOSI ancora e solo fumo

    Tra le 50 e le 100 persone hanno partecipato alla giornata di lotta e manifestazione di LARES e METALLI PREZIOSI

    (13 Aprile 2010)

    L'incontro di oggi in Comune ha portato ancora ad un nulla di fatto. E il 22 maggio prossimo scade la cassa-integrazione per 240 dipendenti

    Gente di ogni età e provenienza, Piazza della Resistenza che si stringe intorno agli striscioni dispiegati davanti al Municipio di Paderno, di fronte alla statua commemorativa del 25 aprile. Un centinaio scarso di persone tra curiosi e diretti interessati ha partecipato alla manifestazione di questa mattina convocata dai 240 lavoratori e lavoratrici della LARES COZZI e della METALLI PREZIOSI di Paderno Dugnano, da oltre 15 mesi in presidio presso le loro rispettive fabbriche.

    Corteo e presidio in piazza al quale hanno aderito, come richiesto, alcune delle diverse realtà Operaie riunite nel Comitato "Lavoratori uniti contro la crisi" del milanese: presenti delegate e delegati della MAFLOW, della MARCEGAGLIA BUILDTECH e le Rappresentanze Unitarie AIFO IVECO di zona San Siro.

    All'ingresso della piazza, il banchetto FIOM-CGIL per la raccolta firme contro gli accordi separati e per "il proporzionale puro per l'elezione di una propria RSU". Proprio la FIOM è il sindacato maggiormente rappresentativo delle maestranze: basta un colpo d'occhio per rendersi conto che le bandiere rosse con la ruota dentata sono ovunque e quasi affossano quelle del resto del confederume di FIM e UILM (queste ultime appena un paio, nonostante la sede sia a due passi proprio dalla piazza). Più defilati, ma presenti ed attivi, una trentina di Compagni e Compagne della CUB di Milano e provincia a rappresentare MAFLOW e MARCEGAGLIA. Lo stato maggiore dei metalmeccanici CGIL è presente con Maria Sciancati e Giorgio Cremaschi, che conversano amichevolmente con le maestranze tra una telefonata di aggiornamento e l'altra.

    L'esplicita richiesta degli operai di escludere dalla manifestazione le bandiere di partito è stata accolta in pieno: oltre a quelle sindacali, si vedevano solo quelle bianche e gialle che richiamavano a "lavoro, salario e dignità", citando poi il tanto vituperato e vilipeso Articolo Primo della nostra Costituzione, Principio Fondamentale mai attuato. Tra le fila della politica, quella ingombrante e piuttosto trascurata dell'ex Presidente della Provincia Filippo Penati, accolto da una decina di militanti del PD (con bandiere arrotolate alla mano) oltre a quella più discreta, amichevole e "in borghese" dei rifondaroli Luciano Muhlbauer e Massimo Gatti.

    Alle ore 11 la delegazione di operai e sindacalisti sale le scale che portano alla stanza del sindaco Marco Alparone, mentre la piazza si divide tra chi attende speranzoso e chi torna ai presidi o a casa, sicuro che ancora una volta non accadrà nulla di concreto.

    Andrea è uno di quelli che si prepara a lasciare la piazza, sicuro di quanto avverrà: è uno dei protagonisti del presidio sul tetto della fabbrica, conduce anche lui la Lotta sin dall'inizio e sa bene cosa è necessario ottenere: "Abbiamo bisogno di essere ricollocati nel mondo del lavoro, dato che siamo tutti e 240 tra LARES e METALLI PREZIOSI in regime di cassa integrazione. Ed il tempo stringe, il 22 maggio scadono i termini per gli ammortizzatori sociali e precipitiamo senza pacadute.", aggiunge.
    Poi picca ironico: "Le cose non si sono realmente smosse neanche dopo l'arresto di Astolfi (il proprietario delle due ditte, ndr), gli abbiamo portato le arance in galera e le ha pure rifiutate!" scherza con il collega ed amico. Le facce tornano serie in pochi secondi: "L'unica condizione per smuovere le acque è il reale interessamento di un acquirente, anche perchè così arriverebbe la proroga della cassa integrazione fino a fine novembre. Si continua a parlare della cordata di imprenditori russi, ma secondo me quelli non fanno per niente sul serio", si rammarica con un gesto di stizza.
    La rabbia e la delusione sono ora ben visibili sui volti dei due operai: "Sono anche venuti a rubare il rame in fabbrica, per due volte. Purtroppo il presidio è solo diurno, così hanno agito di notte. E quindici mesi di picchettaggio sono veramente lunghi ed estenuanti" aggiunge con tono deciso e risentito. "Ci stanno prendendo per il culo, vogliamo solo lavorare".

    Intorno alle 12 e 30 la piazza conta poco più di una ventina di persone, che tentano di ingannare l'attesa e la preoccupazione scherzando tra di loro. Arrivano i delegati al tavolo d'incontro, ed il capannello di operai si forma in un istante.

    Giuseppe Mansolillo, segretario FIM-CISL Milano, è il primo a prendere la parola: "Con l'incontro di oggi si dà il via ad un nuovo tavolo concertativo con il Comune con le parti attive nella vicenda ed i possibili acquirenti che hanno manifestato interesse per un progetto riguardante il settore fotovoltaico. Il Sindaco ha assicurato che durante il suo mandato la destinazione d'uso dell'area dove sorgono LARES e METALLI PREZIOSI non cambierà, e già da domani contatterà la cordata russa interessata a rilevare le imprese. Ovviamente, le manifestazioni di protesta non si fermeranno sino a che non ci saranno atti concreti da esibire e valutare."
    Più laconico Antonio Cribiù, FIOM-CGIL: "Continua il fastidioso fenomeno dello scaricabarile e del rimpallo tra Regione, Provincia e Comune. Nei prossimi giorni, con i nuovi incontri che ancora sono da fissare, è necessario capire le reali intenzioni di tutte le parti in causa. Le manifestazioni di protesta andranno sicuramente avanti, ma si rende indispensabile una maggiore partecipazione da parte di tutte e tutti.", chiosa.

    Un nuovo nulla di fatto dunque, sicuramente messo in preventivo dalle maestranze. Le scadenze degli ammortizzatori sociali sono sicuramente il fattore che pesa di più, anche alla luce del neutro ed insipido incontro istituzionale di oggi. Dopo quasi un anno e mezzo, gli operai non si fermeranno certo adesso, c'è da giurarci.

    Mattia Laconca

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