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Salvate la Sanità

Salvate la Sanità

(28 Novembre 2012) Enzo Apicella
Secondo Monti il sistema sanitario nazionale è a rischio se non si trovano nuove risorse

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    Venezia. Gli interessi privati devastano la sanità pubblica

    (18 Aprile 2010)

    Moltissimi i risvolti dell’incalzante devastazione in atto nella sanità pubblica.
    Posti letto ed organici insufficienti negli ospedali rispetto ai bisogni della popolazione, pronto soccorso presi d’assalto e mille altre carenze.
    Ma anche: pompe funebri e negozi da centro commerciale nella hall degli ospedali costruiti in project financing, mega appalti per l’energia-calore per le Asl del Veneto, per un valore di circa 1,2 miliardi di euro, bloccati dal febbraio 2008 con una guerra di ricorsi e controricorsi.

    A parere di questo Sindacato è assolutamente necessario ed urgente spezzare l’attuale commistione tra immobiliaristi, cementificazione acuta del territorio, spostamenti degli ospedali ed interessi privati.
    Il settore immobiliare e la sanità pubblica debbono ritornare ad essere finanziati da capitali indipendenti.
    In Italia il settore finanziario - economico che opera con politiche compromissorie con le amministrazioni pubbliche, è proprio quello immobiliare.
    Attraverso gli utili degli appalti e subappalti per gli ospedali pubblici, le imprese di “project financing” che forniscono servizi ad enti sanitari pubblici per decenni impedendo di fatto le gare, vengono offerte risorse sempre più consistenti ai privati che stanno assumendo un’enorme potere nella comunità.

    Anche i media contribuiscono a modulare le richieste di prestazioni sanitarie per adeguarle alle disponibilità (vedi le campagne per i vaccini).

    L’Asl 12 ha di recente avviato i lavori di ristrutturazione presso l’Ospedale Civile di Venezia attraverso il “project financing”, stesso strumento dell’ospedale di Mestre: i privati rientreranno dalla spesa in cambio della gestione per 21 anni di alcuni servizi ospedalieri.
    Anche qui il progetto è con vetrata sfavillante di copertura e con ‘eliporto-disco volante’.
    L’Ospedale San Giovanni e Paolo diventerà così un’enorme cantiere, per circa 4 anni, e ci chiediamo come verrà garantita l’assistenza.
    Evidenziamo come - purtroppo - con la scusa della mancanza di fondi pubblici, si continui a ricorrere ai finanziamenti privati in cambio della gestione di interi servizi, nascondendo all’opinione pubblica che sono soprattutto le esternalizzazioni - e quindi gli appalti - a determinare il lievitare delle spese delle Asl e la contemporanea dequalificazione dei servizi sanitari.

    Dopo aver assistito alla chiusura degli Ospedali Giustinian e dell’Ospedale al Mare, alla volatilizzazione del ricco e consistente patrimonio immobiliare pubblico della Asl 12, ci ritroviamo oggi, nel territorio, con un numero insufficiente di posti letto ed un grandioso ospedale ‘da sogno’ a Mestre pieno di magagne, non più pubblico - poiché “assegnato” alla Asl dalla Società di Progetto che lo ha realizzato con oltre il 50% di finanziamenti dei privati - ,con servizi territoriali sempre più carenti, con liste d’attesa infinite e con una Asl con bilanci sempre più in difficoltà.

    Ad appena due anni dalla costruzione del nuovo Ospedale di Mestre si stanno svolgendo i lavori della nuova pavimentazione di tutte le sale operatorie e si sta predisponendo nientedimeno che un bando per destinare una nuova segnaletica nei reparti.

    Questo Sindacato è venuto a conoscenza dell’esistenza di un ipotetico Piano di riorganizzazione - che prevede anche lavori strutturali - per l’Area del Triage, Pronto Soccorso e Pronto Soccorso Ortopedico.

    Ci chiediamo quale sia il progetto, come verrà garantita l’assistenza e quale programma esiste per limitare i disagi per i cittadini malati.
    Non ci impressionano i mega progetti con prospetti e plastici, con vetrate sfaccettate e negozi, e siamo convinti che la sanità pubblica non debba garantire gli sviluppi immobiliari e le speculazioni urbanistiche, bensì i servizi sanitari con adeguato personale per l’assistenza.

    Rilevando come il nuovo piano assunzioni ’10 dell’ Asl 12 arrivi con gli operatori ormai allo stremo nelle corsie ospedaliere, e senza comunque neancora una definita dotazione organica, Cobas Sanità auspica che le assunzioni non si risolvano in gocce in mezzo ad un deserto.

    16 aprile 2010

    COBAS Sanità Venezia

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