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Liste per le elezioni regionali

Liste per le elezioni regionali

(5 Marzo 2010) Enzo Apicella
Il governo approva un decreto "salva liste" per permettere al Pdl di presentare la propria lista per la provincia di Roma oltre i termini stabiliti.

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Sulle elezioni regionali

(15 Aprile 2010)

Il risultato delle elezioni amministrative di Marzo esprime, secondo noi, una netta vittoria politica del centro destra, nonostante che il calo di voti - in numeri assoluti- abbia colpito tutti gli schieramenti politici.

Il rafforzamento della Lega Nord, ben rappresentato dalla vittoria di candidati leghisti come Roberto Cota e Luca Zaia, rispettivamente in Piemonte e Veneto, mostra già gravi conseguenze politiche e sociali, non solo per quelle regioni, ma per l’intero paese; nel Lazio, la vittoria della Polverini realizza la temuta saldatura elettorale tra la destra sociale, taluni ambienti del tifo ultrà, il Vaticano, gli speculatori immobiliari e settori del malaffare, per lo più radicati nel sud della regione.

La sconfitta, per 77.000 voti, dello schieramento democratico può essere spiegata, pur nelle condizioni favorevoli che si erano determinate (esclusione lista Pdl nella provincia di Roma), sia con un inefficace e disimpegnata campagna elettorale del PD nelle province laziali, sia con la scelta astensionista espressa da diversi segmenti della cosiddetta sinistra “radicale” e anticapitalista.

Vista l’emergenza democratica in cui versa il paese, ostaggio delle politiche reazionarie del governo berlusconiano, familiste del Vaticano e xenofobe -razziste della Lega, riteniamo che l’astensione a sinistra sia stata grave ed irresponsabile, proprio perché alla base di questa scelta c’è una profonda sottovalutazione della portata e degli effetti politici e sociali della vittoria della destra, le cui conseguenze non si possono assolutamente considerare equivalenti a quelle di un affermazione dello schieramento democratico.

Queste elezioni segnano inoltre una ulteriore vittoria del sistema bipolare, che riesce quasi a completare il suo disegno storico di espulsione della sinistra dalle istituzioni rappresentative; di conseguenza, è necessario assumere la rottura del bipolarismo e del maggioritario come priorità strategica di questa fase, superando su questo tema sottovalutazioni, approssimazioni e settarismi da parte di differenti settori della sinistra di classe .

Siamo convinti che il risultato elettorale, invece, determini la necessità di una accelerazione di processi ricompositivi a sinistra, che sappiano tenere insieme la questione della difesa integrale della democrazia e della Costituzione con quella del conflitto sociale, di classe, di genere e ambientale.

Su questi temi ci consideriamo impegnati al più ampio confronto con tutti i soggetti politici e di movimento interessati.

“Resistenze sociali”
Area politica di Sinistra Critica

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