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Erre moscia

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(25 Aprile 2010) Enzo Apicella

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(Ora e sempre Resistenza)

Contro fascismo e imperialismo. Ora e sempre resistenza!

(24 Aprile 2010)

Il 25 aprile indica la liberazione dell’Italia dal nazi-fascismo, un processo che ha visto il sacrificio di migliaia di partigiani che, rifiutando di abbassare la testa davanti ad un regime colpevole della distruzione del paese, hanno combattuto armi in pugno contro gli invasori.

Nonostante ciò, subito dopo il 1945, la maggior parte dei fascisti impiegati nelle istituzioni, nella magistratura e nelle caserme ha beneficiato dell’amnistia dell’allora ministro di Grazia e Giustizia Togliatti ed è stata ricollocata alle stesse mansioni precedenti, come se nulla fosse accaduto. Questo fu solo il primo di una lunga serie di tradimenti degli ideali di tantissimi giovani che avevano lottato non solo per la liberazione dal fascismo, ma anche per il rovesciamento del sistema che lo aveva generato: il capitalismo.

Ma il 25 aprile è anche la data che più, in questi ultimi anni, è stata infangata da revisionisti e da buona parte delle istituzioni governative.

Molti infatti, da destra a “sinistra”, si sono dati da fare per tentare di riscrivere la storia, con una becera propaganda volta prima a dare “pari dignità” ai caduti, mettendo sullo stesso piano partigiani e repubblichini di Salò in nome della “riconciliazione nazionale”, poi, grazie anche all’infame lavoro di pennivendoli di regime come Pansa, a gettare fango sui partigiani comunisti, cioè a coloro che hanno dato il più alto tributo di sangue alla Liberazione.

Assistiamo quindi a una riabilitazione del fascismo mediante una propaganda che tenta di farci credere che l’unico errore di Mussolini sia stato solo l’alleanza con la Germania nazista, tralasciando volutamente questioni come le leggi razziali, la totale mancanza di libertà di espressione e di organizzazione, la feroce repressione delle opposizioni e i crimini delle guerre colonialiste in Libia, Etiopia, Somalia, Albania, ex Yugoslavia.

Ma cosa ottiene la classe dominante rivalutando il fascismo e denigrando la Resistenza?

In questo modo essa costruisce una vera e propria egemonia culturale tra le masse popolari fondata su razzismo, nazionalismo e anticomunismo e dunque succube agli interessi degli sfruttatori, dei guerrafondai e dei repressori.

-Se ieri gli ebrei, gli omosessuali, gli zingari erano i “diversi” su cui scaricare la rabbia popolare, oggi il proletariato immigrato è utilizzato come capro espiatorio delle tensioni sociali, schiavizzato nei cantieri dei “civili imprenditori” padani oppure rinchiuso nei centri di detenzione amministrativa in condizioni disumane.

-Se ieri il razzismo verso le popolazioni “barbare e selvagge”, come venivano considerati gli slavi o i somali, serviva per legittimare le imprese coloniali, oggi la scusa “dell'esportazione della democrazia" serve a nascondere vere e proprie guerre d'aggressione per saccheggiare le risorse dei paesi aggrediti come l’Afghanistan e a sottometterli ai progetti imperialisti di colonizzazione.

-Se ieri i nazifascisti chiamavano “banditi” i partigiani, i comunisti e tutti gli oppositori politici, oggi i governanti li liquidano come “terroristi” e per reprimerli ampliano gli strumenti legali e giudiziari che il regime mussoliniano ci ha lasciato in eredità come il reato di “associazione sovversiva”, oggi usato a man bassa per processare e condannare chi si organizza per lottare contro questa marcia società.


Tutto ciò è particolarmente utile oggi perchè la crisi economica strozza sempre di più le vite dei proletari e, quindi, la classe dominante deve impedire in ogni modo che alla disperazione si sostituisca la lotta cosciente contro il suo stesso potere.

Recuperare, oggi, il patrimonio della Resistenza al nazifascismo significa quindi riprendersi le armi ideologiche e culturali per tracciare di nuovo il sentiero della lotta agli sfruttatori, ai guerrafondai, ai fascisti vecchi e nuovi, ma significa anche difendere la lotta di liberazione dei partigiani palestinesi, iracheni e afgani e di tutti i popoli oppressi che combattono gli eserciti di occupazione, come quello USA e italiano.

Centro di Documentazione “Comandante Giacca” - Padova

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