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Contrappasso alla Camera

Contrappasso alla Camera

(25 Settembre 2010) Enzo Apicella
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(25 Aprile 2010)

La componente più pericolosa della destra italiana è oggi rappresentata dalla Lega Nord che, dopo 20 anni di propaganda razzista, secessionista, antitaliana, ha plasmato così profondamente la mentalità dei cittadini del nord, che ti ritrovi le mamme di Adro, paese del bresciano, dove alcuni bambini immigrati erano stati lasciati a digiuno dalla mensa scolastica per morosità dei genitori, pronte ad assalire le mamme dei bambini immigrati che protestavano per l’accaduto.
Mi hanno immediatamente ricordato i cartelli inalberati negli USA con la scritta: “no socialism”, contro la riforma sanitaria di Obama che estendeva a 30 milioni di americani l’assistenza medica di cui erano privi.
Persone di questa disumanità e di questo egoismo sono pronte per il fascismo, comunque mascherato, e non sentono dai preti del cattolicissimo nord nessuna condanna definitiva, anzi i leghisti ricevono l’appoggio elettorale del Vaticano.

La strategia di Bossi di eccitare gli animi parlando di lotta armata, di gente padana che non ne può più di mantenere il Sud, di comandare a casa propria, di rispedire i neri a casa loro, di secessione, di fare da soli, di ronde, di insulti alla bandiera, evocando ogni peggiore egoismo e aggressività, non è cosa che possa essere facilmente contenuta. In presenza di un fallimento della concessione federalista (venuto meno l’appoggio di Fini) la situazione potrebbe degenerare.
Il cesarismo berlusconiano, pur pericoloso per la continua delegittimazione delle istituzioni, in particolare quelle delegate alla giustizia, appare fenomeno meno pericoloso per la nostra democrazia rispetto alla Lega Nord. L’attuale PDL esploderà con la fine di Berlusconi e il fenomeno di concentrazione di potere mediatico e politico appare irripetibile.

Se la terza componente della destra, quella finiana, farà mancare i numeri per il federalismo, è molto probabile che si apra una crisi fra Berlusconi e Bossi, già oggi più competitori che alleati.
E’ uno scenario di fallimento del governo di destra, reso più difficile dal fatto che non vi è una opposizione unita e in grado di approfittare di queste divisioni degli avversari.
Mi sbaglierò, ma uno degli scenari possibili, nel caso di una Lega sul sentiero di guerra secessionista, può essere quello dell’incontro tra Berlusconi e il PD, (ex democristiani ed ex comunisti si mettono sempre d’accordo), per un governo di unità nazionale.
D’Alema e Berlusconi potrebbero sostenersi a vicenda sul viale del loro tramonto, e magari passare alla storia come statisti che hanno evitato la divisione dell’Italia, e non come artefici, rispettivamente, della demolizione della sinistra e della demolizione della democrazia con P2, televisioni e miliardi.

25 aprile 2010

Paolo De Gregorio

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