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(29 Aprile 2010) Enzo Apicella

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La Resistenza non e’ finita

(24 Aprile 2010)

Due settimane fa, qui al mercato di Lambrate, la solita squadra di vigili in borghese, impegnata nella caccia all’immigrato, correndo forsennatamente per acciuffare il malcapitato di turno, si è scontrata con due giovani e la loro bambina. Siccome i due si sono permessi di ribattere, i vigili, senza peraltro qualificarsi, hanno fermato il ragazzo caricandolo sul loro furgone. Furgone che non è mai riuscito a partire perché immediatamente circondato da circa una cinquantina di persone che, indignate per l’accaduto, hanno gridato il loro sdegno contro queste operazioni violente e razziste. Ed è così che le forze dell’ordine hanno chiamato rinforzi per essere difese dai cittadini che dicono di tutelare!

Episodi di questo genere non sono eccezioni ma ormai la regola in un territorio sempre più militarizzato e controllato, perché – come quotidianamente ci ripete la propaganda – le città, i quartieri, le strade, sono sempre più pericolose perché ci sono gli immigrati che compiono innumerevoli crimini. E quindi più poliziotti e addirittura l’esercito, come in Via Padova, dove si sta sperimentando un modello di gestione dell’ordine pubblico che una volta collaudato verrà esportato anche in altre zone di Milano e comporterà la loro invivibilità e la completa persecuzione dei cittadini stranieri.
Quando i nostri quartieri saranno ormai invasi da esercito e polizia ogni spazio di libertà ed espressione che sia diverso dal pensiero dominante sarà ritenuto illegale e perseguito. Gli immigrati oggi sono il capro espiatorio ma si vuole rendere tutti i lavoratori (immigrati e non), più ricattabili e disponibili ad accettare qualsiasi condizione di sfruttamento per garantire il profitto ai padroni.
Mentre aumenta il numero dei disoccupati e dei cassintegrati e la diminuzione o la perdita del salario non permette più di pagare i mutui, gli affitti, i consumi, i servizi e le spese scolastiche, i padroni rinnovano i finanziamenti per gli interventi militari nei vari teatri di guerra.
La crisi, le guerre, la perdita del lavoro, determinata dagli interessi dei padroni che delocalizzano la produzione, il carovita… questi sono i problemi da cui lo stato distoglie la nostra attenzione concentrandola sugli immigrati, che, invece, altro non sono che merce da sfruttare prima nel loro paese e poi qui, da spremere per poi rinchiunderli in carcere o nei moderni campi d’internamento che chiamano “Centri di Identificazione ed Espulsione” (uno di questi si trova proprio qui vicino, in Via Corelli). Luoghi in cui vengono segregate persone la cui unica “colpa” è quella di non avere il permesso di soggiorno. Luoghi dove le persone vengono private della loro identità, vessate psicologicamente e fisicamente, e dove di fronte a questi soprusi si verificano sempre più spesso moti di ribellione a cui volutamente non viene dato alcuno spazio dai mezzi di informazione.

Se nel 1945 i partigiani hanno resistito e vinto contro il nazifascismo, oggi dobbiamo resistere e lottare contro una democrazia autoritaria che avanza e articola forme repressive e di controllo sociale sempre più forti.
Un sistema che reprime i lavoratori quando difendono il loro posto di lavoro, gli studenti quando protestano per una scuola pubblica e laica, le donne quando denunciano le violenze che subiscono all’interno dei C.I.E. e quotidianamente.
Sosteniamo e moltiplichiamo le lotte nei posti di lavoro, nelle scuole, nelle carceri, nelle città, nei nostri quartieri, perché si affermino i nostri bisogni e i nostri desideri.

Attualizzare la lotta partigiana per noi non è un esercizio nostalgico ma rilanciare i valori di eguaglianza, solidarietà di classe al di là di ogni confine nazionale, nella lotta contro lo sfruttamento e l’oppressione.

Panetteria Occupata - via Conte Rosso, 20 – Milano

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