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25 aprile

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(25 Aprile 2012) Enzo Apicella

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(Ora e sempre Resistenza)

Ravenna: la città dell’ipocrisia democratica

Il 30 aprile presidio itinerante e volantinaggio

(30 Aprile 2010)

Nemmeno nella giornata del 25 aprile ci hanno risparmiato la loro ipocrisia democratica!

Da una parte lo sceriffo Matteucci, le istituzioni e Luciano Violante colui che equiparava i partigiani ai repubblichini di Salò dall’altra uno striscione: “oggi come ieri resistenza” del (CAR) collettivo autonomo ravennate che veniva strattonato da agenti della digos che non contenti distruggevano un megafono e spintonavano impedendo di parlare.

In una giornata che ricorda l’insurrezione di un’intera nazione contro la dittatura nazi-fascista è vietato raccontare le realtà che del nazi-fascismo sono figlie: dal razzismo dentro e fuori i C.I.E., alle guerre di conquista “umanitarie”, al controllo ed alla repressione sociale, alla miseria dello sfruttamento sempre più selvaggio nei posti di lavoro sempre meno retribuito, e vietato raccontare quella che senza vergogna ancora chiamano “democrazia”.

Nella serata di Domenica le celebrazioni della liberazione terminavano con un concerto folk ai giardini Speyer nel quale sotto il palco, che intonava le note di “bella ciao”, due agenti cercavano di multare un ragazzo, come altri con una birra in mano come altri, ma con i lineamenti stranieri e controllare il suo stato di regolarità o clandestinità.

Solo il nostro intervento ha impedito di fatto l’ennesima discriminazione, l’ennesima intromissione dello stato nel regolamentare la socialità della gente, l’ennesima ordinanza di un sindaco che si è proclamato capo morale e paternalista della città.

Poniamo l’accento su queste contraddizioni perché non è tollerabile accettare con passività una situazione repressiva che ha visto in questa giornata solo la punta dell’iceberg di un’insieme di attacchi alle più elementari libertà sociali nella nostra città: continui divieti nel potersi esprimere liberamente durante i cortei e presidi con megafoni e impianti sonori, prescrizioni nelle quali l’autorità si arroga il diritto di decidere in ogni momento le modalità di una manifestazione di qualsiasi tipo, denunce sproporzionate per tutte le forme di protesta che non siano state anticipatamente concordate con la questura (es. denuncia per violenza privata a chi ha occupato il liceo), blocchi ad autobus di linea per effettuare veri e propri rastrellamenti ai migranti, stessi rastrellamenti nei parcheggi cittadini e nelle aree verdi, divieti e restrizioni per feste e luoghi ricreativi.

PENSIAMO SIA NECESSARIO RIFLETTERE E ORGANIZZARSI COLLETTIVAMENTE DI FRONTE A QUESTI EVENTI.

Collettivo Autonomo Ravenna
Collettivo Red Ghost
Redazione di Alt Un Pas
CSA Spartaco

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