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Prima le donne e i bambini

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(22 Febbraio 2009) Enzo Apicella

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(Dove và la CGIL?)

Rosarno: provincialismo ed omissioni

(2 Maggio 2010)

Ho seguito la diretta di Rainew24 del 1° Maggio di Rosarno. Da vecchio socialista e sindacalista della CGIL il mio sentimento all'inizio era di commozione.Commozione per il popolo del comizio che trasforma la sua sofferenza, la sua voglia di una vita migliore e di futuro, in lotta, in vibrante movimento di liberazione. Man mano che i tre oratori Angeletti, Bonanni e Epifani svolgevano i loro interventi, la mia commozione era sopraffatta dalla delusione, dall'amarezza ed anche dall'indignazione. L'inno dei lavoratori è stato escluso. Abbiamo sentito soltanto le note di Beethoven e di Mameli.

I tre leaders delle possenti confederazioni sindacali, tra le più importanti d'Europa, hanno svolto brevi interventi dai quali traspariva l'ansia di liberarsi presto dall'incombenza del discorso e di dire il meno possibile nel modo più ovvio possibile. Angeletti ha sottolineato l'importanza della riforma fiscale, tema caro alla Confindustria ed alla destra economica, che qui viene agitato come una sorta di toccasana per i livelli salariali assai bassi. Bonanni ha esaltato il contributo degli immigranti al prodotto interno lordo italiano ed infine Epifani, dopo aver agitato lo spauracchio di una crisi che si aggrava e dalla quale usciremo con meno occupati, ha chiesto un generico piano per il lavoro. En passant ha chiesto che gli immigrati non vengano arrestati mentre sono in CIG. Non so che cosa significhi in concreto questa proposta ma mi pare che si tratti soltanto di una modesta panacea che non esclude l'inciviltà razzista della carcerazione e della espulsione causata dalla perdita del lavoro!

Una grande povertà culturale ha caratterizzato i tre interventi svolti in fretta e furia spinti dalla voglia di finirla presto. Un gretto provincialismo bottegaio ha escluso dal comizio la solidarietà con le classi lavoratrici della Grecia ancora in fiamme per i pesanti colpi di maglio inflitti dai mostri di Wall Street e da una borghesia di avidi miliardari che assomiglia molto a quella italiana. Non una parola è stata dedicata al progetto liberista di rendere ancora più duro il Patto di Maastricht e che possiamo facilmente prevedere come potente riduttore del welfare, di ulteriore deregolation e schiavizzazione del lavoro, di libertà assoluta per le imprese e per la finanza che possono ed ancora di più potranno delocalizzare gli impianti alla ricerca di manodopera sempre più a buon mercato. Non una parola di condanna per coloro che hanno impestato il mondo di spazzatura cartacea spacciandola per oro colato e che hanno iscritto tra i Pigs, stati-maiali, anche l'Italia con la Spagna, l'Irlanda, il Portogallo e la Grecia.

Ricordo tanti 1° maggio dedicati alla Pace nel mondo. A Rosarno la pace è stata ignorata e forse il termine stesso di pacifista è diventato sinonimo di terrorista per li Oligarchi del Sindacato specialmente se allude ai prigionieri della striscia di Gaza ed ai bombardati dell'Afghanistan, dell'Irak e di altre parti del mondo che in qualche modo o per il petrolio o per la geostrategia interessano gli USA.

La crisi che sta falcidiando la classe lavoratrice italiana facendone una delle più povere ed indebitate dell'OCSE è stata evocata come un evento "oggettivo" indiscutibile al quale porre piccoli ripari con gli ammortizzatori sociali ed il piano di Epifani. Ma la crisi non è oggettiva, non viene tutta dalla profondità dei mercati. E' frutto di scelte ideologiche e politiche. Centomila insegnanti scacciati dalla scuola ed ora disoccupati non sono frutto della globalizzazione ma di un preciso disegno liberista che vuole i soldi dello Stato soltanto per finanziare le privatizzazioni, la polizia come strumento di contrasto del conflitto sociale, l'esercito per collaborare alla conquista coloniale del mondo al seguito degli angloamericani. Lo spostamento di tante aziende in Polonia o in Serbia è dovuto alla ricerca di maggiori profitti e viene agevolato da un dumping sociale che i sindacati si guardano bene dal contrastare con una politica di coordinamento dei salari e dei contratti a livello europeo.

Epifani, alla fine del suo intervento, ha fatto un annunzio inquietante relativo al recupero dell'unità sindacale. Dal momento che il contenzioso sull'arbitrato, sul contratto dei metalmeccanici, sulla riforma contrattuale non risulta risolto e Cisl ed UIL marciano imperterriti nella linea della "complicità con gli imprenditori" patrocinata da Sacconi, debbo dedurne che è la CGIL, magari spinta dal PD, che ha mollato le sue posizioni e non farà più resistenze. Presto entrerà nel cantiere delle demolizioni lo Statuto dei Diritti dei Lavoratori. Spero che l'accordo non riguardi anche questa altra stazione della lunga Via Crucis dei diritti.

Ma la parte più tremenda dei comizi è quella che non è stata detta: mi riferisco all'aggressione alla natura dei petrolieri che hanno inquinato l'Oceano Atlantico, al referendum sulla privatizzazione della acqua e sul nucleare, alla sorte di sei milioni di precari ricattati e mal pagati, alle pensioni che si vogliono ulteriormente ridurre nonostante i conti positivi dell'Inps, alla morte che incombe sul lavoro come prima e peggio di prima etc., etc.. Ma, come dicevo, i nostri tre eroi, avevano una voglia matta di svignarsela al più presto.

Pietro Ancona

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