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    Primo maggio: 120 anni dopo...

    (2 Maggio 2010)



    Il 20 Luglio 1889 il Congresso Internazionale Operaio di Parigi decise che il Primo Maggio, dal 1890, sarebbe stata la giornata di lotta in cui in tutto il mondo si sarebbe richiesta la RIDUZIONE DELLA GIORNATA LAVORATIVA AD OTTO ORE, in ricordo del 1-5-1886, in cui a Chicago si era verificata una strage di lavoratori in sciopero, ad opera delle “forze dell’ordine” capitalistico. In pratica, il PRIMO MAGGIO compie oggi 120 anni: da ben più di un secolo, in tutto il mondo i lavoratori continuano a scendere in piazza in questa giornata, sia che sia divenuta legale, sia che manifestare sia ancora proibito!

    Oggi, che lo sviluppo mondiale delle forze produttive consentirebbe tranquillamente un lavoro della durata di ben meno di quattro ore a testa, SPOSTANDO IL PROBLEMA SOCIALE “SOLTANTO” SULLA DISTRIBUZIONE DELLE RICCHEZZE, anche in questa “nuova” Europa imperialista, ai lavoratori non vengono ancora riconosciute le otto ore giornaliere come massimo accettabile!! Altro che giornata di festa, e non più di lotta!!!

    La continuità di questo iniquo sistema sociale non può permettere che si lavori tutti quanto serve, in base al concreto fabbisogno, ma il profitto richiede che vi sia chi lavora “a più non posso” e chi non abbia nemmeno un minimo di lavoro, disoccupato, senza reddito, ai margini della società. Altrimenti avrebbe meno forza il ricatto occupazionale!

    Con la crisi economica, banchieri ed aziende tendono a scaricarne i costi sulla forza-lavoro, accrescendo il numero del cosiddetto “esercito di riserva” dei disoccupati, per meglio ricattare i lavoratori che hanno “il privilegio” di restare “in produzione” (in realtà, di continuare, cioè, a farsi sfruttare…). Fanno tutto questo, per mantenere intatto il loro ruolo sociale, con annessi privilegi economici. Come lavoratori non possiamo continuare a pensare ognuno per se stesso, oppure “tirare a campare”, come, di fatto, ci propongono CISL e UIL, con il Modello contrattuale del 22 Gennaio ’09 e l’Avviso comune a favore del DdL “collegato lavoro” sull’arbitrato…

    Si tratta di rialzare la testa. Bisogna tornare a rivendicare ovunque, a parità di salario, una drastica riduzione dell’orario di lavoro, come ci ricorda la storia del Primo Maggio, ed occupare le aziende in crisi per valutare tutti insieme come continuare la lotta, SENZA FARSI CARICO in alcun modo DEL PADRONE CHE FALLISCE, ma perseguendo, invece, gli interessi di classe! In questo contesto va chiesto immediatamente anche un reddito minimo intercategoriale per tutto “l’esercito di riserva” inoccupato, e, pur disponibile a dividere il lavoro che c’è, completamente privato del reddito per il solo interesse padronale!!

    E’ vero che questa crisi generale porta sempre più lo scontro di classe sul piano politico, riducendo il ruolo delle forze sindacali. E’ vero anche, però, che tale ruolo storico, cioè la difesa degli interessi immediati della classe, non si è, di certo, ancora esaurito. In realtà, sia la CGIL, che non ha mai abbandonato davvero la strada della concertazione, sia il sindacalismo di base, complessivamente ancora residuale e minoritaristico, riescono sempre meno a coprire le stesse necessità sul piano meramente contrattuale e sindacale.

    Compiti enormi, allora, per la sinistra di classe: perseguire l’unità della forza-lavoro, sia nativa che immigrata, per uno scontro “a tutto campo” con il capitale ed i suoi svariati servitori, con le armi della solidarietà e dell’unità internazionalista dei lavoratori, cui anche il Primo Maggio ci richiama, a partire dalla coscienza che IL PRIMO NEMICO E’ IN CASA PROPRIA: l’imperialismo italiano nel contesto europeo (U.E.) !!!



    1 maggio 2010

    Circolo Alternativa di Classe - La Spezia

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