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Indymedia Euskal Herria compie un anno

Una visione alternativa della realtà di Euskal Herria in internet

(8 Luglio 2003)

La messa fuori legge di Batasuna, la chiusura di «Egunkaria» o le ultime proteste dei solidali con Itoiz hanno avuto il loro riflesso nella rete delle reti grazie al lavoro che svolge Indymedia, un sito di informazione alternativa il cui obiettivo è diventare un punto di riferimento nell’attività quotidiana dei movimenti sociali.

Zittire il dissidente. Così si potrebbe descrivere la politica che impera in questo inizio del XXI° Secolo a livello mondiale e della quale sono chiari esempi i governi di Gorge W. Bush, Tony Blair, José María Aznar, Vladimir Putin o Jacques Chirac. In questa situazione, non c’è da stupirsi che sia sempre più difficile distinguere la verità dalla menzogna, cosa che, in gran parte, si deve alla sempre maggiore concentrazione dei media nelle mani delle grandi imprese economiche.

Comunque sia, la verità è che sono numerosi i gruppi e movimenti sociali sorti in tutto il mondo per fare fronte a questa realtà. Quattro anni fa, precisamente, nacque Indymedia, un’iniziativa il cui principale obiettivo è creare uno strumento di informazione alternativa in internet.

Come esposto nel suo sito, il progetto è nato nel 1999, durante le mobilitazioni contro l’Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) che ebbero luogo a Seattle. Grazie al lavoro di numerosi volontari, i giornalisti presenti poterono accedere ad ogni tipo di informazioni, reportage, fotografie e documenti audio e video attraverso la rete. In questo modo, «si garantì che gli attivisti che si trovavano in strada potessero trasmettere i loro messaggi senza dover passare attraverso i filtri che impongono i media convenzionali, soggetti alle grandi corporations multinazionali».

Nonostante questa esperienza funzioni da quattro anni in diversi luoghi del mondo, Indymedia Euskal Herria (Paese Basco, N.d.T.) ha iniziato il suo cammino poco meno di un anno fa, motivo per il quale, sabato scorso, i suoi responsabili hanno organizzato una serie di iniziative, a Bilbao, per celebrare questo primo anniversario.

Come ricorda Israel Alonso, membro del collettivo, «al vertice di Genova, quando uccisero Carlo Giuliani, potemmo renderci conto del lavoro del Centro di Media Indipendenti, dato che fu Indymedia a diffondere il video e le testimonianze di quell’assassinio. Fino ad allora, non si era mai pensato che un semplice cittadino avesse la stessa capacità della CNN. Questo fatto ci dimostra che è possibile rompere il blocco informativo che impongono i grandi imperi mediatici. A partire da questo, abbiamo iniziato a bussare a molte porte per verificare la fattibilità di questo progetto in Euskal Herria. Dopo varie riunioni, abbiamo deciso di compiere il passo definitivo, di accettare i criteri di appartenenza e di stabilire i principi di unità che ogni Indymedia deve approvare. Ecco come abbiamo deciso di andare avanti. per questo, ci siamo dati il compito di fare un uso sociale delle nuove tecnologie. Siamo nati per dare voce a tutti i movimenti sociali che esistono nel nostro paese. Inoltre, un altro dei nostri obiettivi principali è stato quello di rendere note a livello internazionale le lotte sociali politiche, un aspetto che, allora, era abbastanza trascurato in Euskal Herria».

Tutto ciò, fa sì che la principale caratteristica di questo sito sia che, in esso, qualsiasi persona può pubblicare ciò che vuole, senza alcuna censura. In questo modo, secondo quanto indicano i promotori del progetto, «cerchiamo di superare la divisione esistente fra coloro che forniscono informazione e coloro che la ricevono, vale a dire, cerchiamo di evitare la manipolazione che effettua il giornalismo convenzionale».

A tutte queste caratteristiche, andrebbe aggiunto il fatto che le notizie sono continuamente attualizzate, il che rende possibile che da qualsiasi punto del mondo si possa conoscere tutto ciò che riguarda la vita quotidiana di Euskal Herria, senza dover passare dal filtro che impongono i grandi mezzi di comunicazione.

Così, fatti rilevati come la messa fuori legge di Batasuna, la manifestazione del 14 settembre 2002 a Bilbao, la chiusura di “Egunkaria” (quotidiano in lingua basca chiuso dalla magistratura spagnola, N.d.T.) o le proteste del solidali con Itoiz per l’abbattimento delle ultime case, hanno avuto il loro riflesso su www.euskalherria.indymedia.org, un fatto della massima importanza, se si considera che questo è il media alternativo più importante a livello mondiale. Ciò è confermato dai circa cinque milioni di persone che lo visitano mensilmente, cifra raggiunta solo da dai siti della CNN o della BBC. Comunque, la principale differenza rispetto a queste due grandi imprese mediatiche, risiede nel fatto che il Centro di Media Indipendenti, o Indymedia, fa parte di una rete di movimenti impegnati sul fronte della giustizia sociale ed economica. Come indica Israel Alonso, «con questo lavoro vogliamo solo promuovere l’autodetermianzione della gente poco rappresentata nei mezzi di comunicazione ufficiali, mentre cerchiamo di analizzare problemi sia locali, sia globali che hanno un impatto diretto sui diversi ecosistemi, comunità o individui che ci circondano. Per questo, il nostro lavoro è volto a creare modelli che rendano possibile lo sviluppo di una società più giusta e sostenibile».

Tenendo conto del fatto che uno dei principali obiettivi di Indymedia Euskal Herria è diffondere tutta l’informazione generata dai movimenti sociali e popolari di Araba, Bizkaia, Gipuzkoa, Nafarroa, Lapurdi, Zuberoa e Naffarroa Beherea (le sette province che compongono il Paese Basco, N.d.T.), si comprende bene l’appello lanciato dai membri del collettivo affinché la gente si trasformi in «giornalisti civici ed indipendenti». A questo scopo, mettono a disposizione un forum di comunicazione diretta, nel quale si possono pubblicare testi, fotografie e registrazioni audio e video.

A questo proposito, incoraggiano la società a trasmettere articoli che siano di interesse globale, inchieste di denuncia delle ingiustizie, avvenimenti che riguardino gruppi poco rappresentati e testimonianze di persone o progetti in favore della giustizia sociale ed economica..

Inoltre, come si legge nel suo sito, una delle scommesse di Indymedia Euskal Herria si basa sull’essere una pubblicazione aperta; ciononostante, questo non significa che i suoi responsabili non modifichino i testi che ricevono, dato che, come sottolineano, «ci riserviamo il diritto di apportare alcune correzioni».

In definitiva, come tante altre volte, i movimenti ed i gruppi sociali, sono tornati a dimostrare che, con immaginazione e lavoro, è possibile superare le barriere che impone il sistema neoliberista attualmente imperante.

BILBAO, giugno 2003

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