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Moody's vivendi

Moody's vivendi

(18 Maggio 2010) Enzo Apicella
Dopo la guerra finanziaria guidata dall'agenzia di rating Moody's, in Grecia ha inizio il massacro di salari e pensioni

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Solidarietà con le masse popolari della Grecia!

(6 Maggio 2010)

Il Comitato Centrale del (nuovo) Partito Comunista Italiano saluta i comunisti, i lavoratori e le masse popolari greche che lottano contro il governo della borghesia e del clero greci, complice e servo dei gruppi e delle potenze imperialiste dell’UE e degli USA!

Il governo del clan Papandreu, da pochi mesi succeduto al governo del clan Karamanlis, è responsabile dei caduti e dei feriti della lotta in corso!
I comunisti e i lavoratori italiani sono solidali con i comunisti e i lavoratori della Grecia!
La lotta dei comunisti e dei lavoratori greci è anche la nostra lotta!
La loro vittoria sarà una comune vittoria contro la borghesia imperialista e il clero!
Avanti nella lotta comune!

I comunisti e i lavoratori avanzati del nostro paese e certamente anche quelli di altri paesi europei hanno accolto con commozione l’appello che i comunisti greci hanno lanciato dall’alto del Partenone:

Popoli europei, ribelliamoci!

I comunisti e i lavoratori greci in questi giorni affrontano con particolare forza e urgenza un grave attacco del sistema imperialista. È lo stesso attacco a cui devono far fronte i lavoratori e le masse popolare di tutti i paesi europei. In particolare dobbiamo farci fronte noi comunisti e lavoratori dell’Italia, dove giorno dopo giorno i posti di lavori sono distrutti nell’ingranaggio della crisi del capitalismo.

Dal Congresso della CGIL a Rimini il segretario uscente (anche se rieletto a settembre lascerà l’incarico) Guglielmo Epifani ha chiesto al governo della banda Berlusconi un impegno straordinario triennale per creare posti di lavoro. Forse servirà a lui per sedersi di nuovo al tavolo del governo con Angeletti e Bonanni. Forse servirà a lui per la sua futura carriera. Ma neanche Epifani crede che il governo Berlusconi prenda sul serio il suo appello.

Molti ricordano certamente che Berlusconi anni fa aveva lui stesso promesso un milione di nuovi posti di lavoro e ne ha invece distrutti due milioni. Il suo ministro per lo sviluppo economico fino a ieri era Claudio Scajola, che aveva altro da fare che occuparsi di posti di lavoro. Ma non è cosa che si rimedia mettendo Fini o Casini, Tremonti o Bersani al posto di Berlusconi. Proprio in questi giorni il governo greco mostra in modo chiaro come si comporta di fronte alla crisi un governo borghese, integrato nel sistema imperialista mondiale e asservito ai finanzieri, ai banchieri e agli speculatori.

Al governo greco nelle prossime settimane scadono i termini per restituire alcuni dei miliardi di euro che banchieri, finanzieri e speculatori gli hanno finora prestato e su cui per anni ha già fatto pagare ai lavoratori e alle masse popolari greche ingenti interessi e commissioni. Banchieri, finanzieri e speculatori sono disposti a fare nuovi prestiti al governo greco, ma a condizioni ancora più da strozzini, con commissioni e interessi ancora più da usurai. Ufficialmente chiedono interessi del 10% (di contro all’interesse ufficiale del 3% che ottengono prestando soldi al governo federale tedesco). Ma se teniamo conto delle commissioni e delle spese di collocamento dei prestiti, l’interesse ufficiale del 10% diventa addirittura del 20% sulla parte del prestito che il governo greco incasserebbe realmente. Sarebbe un guadagno così alto per un pugno di speculatori che tra le stesse autorità imperialiste è sorta la paura che il loro successo scateni una nuova crisi del sistema finanziario internazionale. Se la speculazione sui titoli del debito pubblico greco andasse in porto, i banchieri, i finanzieri e i ricchi che speculano sugli altri titoli non accetterebbero di essere da meno. Operazioni simili si ripercuoterebbero a catena in tutto il sistema finanziario mondiale. Ogni speculatore cercherebbe di sopravanzare l’altro e assieme sconvolgerebbero il sistema monetario e l’intera economia mondiale che, essendo in mano ai capitalisti, dipende dal sistema monetario e finanziario. Per questo i governi dei maggiori paesi imperialisti e i loro agenti al Fondo Monetario Internazionale, alla Banca Centrale Europea, alla Federal Reserve USA e in altre agenzie corrono ai ripari e si offrono come intermediari: prenderanno loro i soldi in prestito dai finanzieri, dai banchieri e dai ricchi e saranno loro a prestarli al governo greco. Loro li prenderanno in prestito alle condizioni correnti e poi presteranno i soldi (quelli che non si perderanno per strada per spese, commissioni e assicurazioni) al governo greco a un interesse ufficiale “maggiorato ma non troppo” rispetto a quello che pagheranno loro. Essi poi metteranno direttamente i lavoratori e le masse popolari greche sotto tutela per obbligarli a pagare. Ufficialmente non sarà più il governo greco responsabile di strozzare i lavoratori e le masse popolari greche: così sarà al riparo dal voto. D’altra parte un governo greco che non restituisse i prestiti alle scadenze imposte, non riceverebbe un soldo in prestito. Un governo borghese e asservito al sistema imperialista mondiale non se lo può permettere. Quindi il gioco pare semplice e sicuro. Solo che i lavoratori, i pensionati e le masse popolari greche ancora non si sono rassegnate. Si rassegneranno o riusciranno a prevalere? La lotta è ancora in corso e il risultato ci riguarda da vicino.

A chi andrebbero i soldi che il governo greco forse riceverà in prestito?

Non vanno certo ai lavoratori e alle masse popolari greche. A loro anzi il governo greco e i suoi padrini impongono e chiedono nuovi sacrifici. Non vanno a finanziare le attività, le opere pubbliche o i servizi pubblici della Grecia. Infatti sono programmati nuovi licenziamenti e riduzioni dei servizi pubblici. Vanno a finanziare il debito pubblico: cioè vanno nelle tasche dei banchieri, dei finanzieri e degli speculatori, dei ricchi e del clero, a finanziare i loro lussi e sprechi, ad aumentare le loro ricchezze, a finanziare l’acquisto di nuove armi dai mercanti di cannoni, in gran parte USA o europei.

È lo stesso tormento a cui i banchieri, i finanzieri, gli speculatori, i ricchi e il clero sottomettono i lavoratori e le masse popolari di tutto il mondo. Aggiungete alla speculazione e alle attività finanziarie sul debito pubblico, la speculazione e le attività finanziarie sulle assicurazioni, sui mutui, sulle ipoteche, sui prestiti privati, sulle materie prime, sui prodotti di largo consumo, sulle azioni industriali e sui titoli derivati e avrete un quadro della macchina con cui i banchieri, i finanzieri, gli speculatori, i ricchi e il clero moltiplicano ogni anno i loro soldi e rendono sempre più difficile la vita alle masse popolari, più barbara la società. Al loro confronto i capitalisti che si accontentano di sfruttare i lavoratori facendoli lavorare, sembrano galantuomini d’altri tempi! In realtà lo sfruttamento capitalista e la produzione mercantile sono il terreno su cui speculatori, finanzieri e banchieri sono cresciuti e su cui prosperano. Senza quel terreno non ci sarebbe banca, finanza e speculazione. Ma oramai vale anche il contrario: senza banca, finanza e speculazione non ci sarebbe il capitalismo moderno. Il capitalismo moderno, dei monopoli e del mercato internazionale, non può fare a meno della banca, della finanza e della speculazione, vive solo come una loro appendice.

È un tormento a cui noi lavoratori e masse popolari di tutti i paesi siamo sottoposti. Per questo il grido dei comunisti greci che chiamano alla rivolta giunge opportuno alle orecchie delle masse popolari di tutti i paesi ed è raccolto con favore in tutto il continente:

Popoli europei, ribelliamoci!

Ma come fare? Certo, bisogna annullare il debito pubblico. Non bisogna restituire niente. Non bisogna rinegoziarlo. Non bisogna cercare di ottenere qualche sconto! È possibile? Certo! È anzi l’unica via realistica per non subire interamente il giogo del sistema imperialista mondiale. Ma bisogna anche prendere misure efficaci per far fronte alle ritorsioni, alle serrate, al boicottaggio, al sabotaggio e alle aggressioni delle potenze e dei gruppi imperialisti. Essi cercheranno in ogni modo di far pagare ai lavoratori e a tutte le masse popolari tanta audacia e un così cattivo esempio, per evitare che altri popoli prendano la stessa strada, per evitare il contagio. Infatti, se anche solo un paese inizia a metterlo in pratica, il grido “Popolo europei, ribelliamoci” sarà contagioso,

Un governo che si rifiutasse di sottostare alle condizioni del mercato finanziario, che non pagasse e dichiarasse di non pagare né debiti né interessi, dovrebbe provvedere all’attività economica del paese con misure d’emergenza e questo sarebbe un segnale anche per altri paesi, mostrerebbe come si fa: i finanzieri e gli speculatori di tutto il mondo e le loro Autorità sarebbero nei guai. Tutto il loro sistema monetario, bancario e finanziario sarebbe sconvolto. Per questo le Autorità delle maggiori potenze imperialiste sono in fibrillazione. Tirano la corda in modo che il governo greco assuma oneri ancora più alti, i più alti che riesce a imporre agli operai, agli impiegati privati e pubblici, ai pensionati, ai lavoratori e alle masse popolari greche. Ma hanno anche paura che la corda si rompa, che le masse popolari greche dicano davvero basta, che diano “il cattivo esempio” alle masse popolari di altri paesi, che le masse popolari greche rovescino le Autorità asservite al sistema monetario e al sistema imperialista, che precipiti una nuova crisi finanziaria mondiale. Per questo, sia pure nicchiando, hanno deciso di fare un prestito a condizioni meno pesanti di quelle chieste da speculatori e finanzieri, perché il governo greco possa restituire agli speculatori e ai finanzieri i prestiti in scadenza. Ma è una misura tampone, non può diventare universale né può durare più che tanto e in cambio esigono sottomissione: lacrime e sangue.

Se il governo non pagasse, minacciano di tagliare i commerci. I capitalisti greci minacciano di ritirarsi dalla Grecia, di fare serrate a catena. I nemici esterni del popolo greco si combinano con i nemici interni.

Certamente un governo che dichiarasse di non pagare e non pagasse metterebbe nei guai tutti i padroni e i privilegiati del sistema imperialista mondiale. Certamente sarebbe messo al bando e dichiarato terrorista come lo furono nel secolo scorso l’Unione Sovietica, la Repubblica Popolare Cinese e gli altri paesi socialisti finché seguirono la via del socialismo, come lo è ancora Cuba. Entrerebbe nella “lista nera”, accanto al Venezuela di Chavez e alla Bolivia di Morales, alla Corea del Nord e all’Iran di Ahmadi Nejad. Un simile governo reggerebbe solo se fosse appoggiato energicamente dai lavoratori organizzati, se godesse della loro fiducia.

Dovrebbe essere un governo come quello che il (nuovo) Partito comunista italiano indica ai lavoratori e alle masse popolari italiane: il Governo di Blocco Popolare, un governo d’emergenza costituito a appoggiato dalle Organizzazioni Operaie e dalle Organizzazioni Popolari.

I pubblicisti borghesi dipingono la situazione come se si trattasse di una lotta tra paesi: Germania contro Grecia. In realtà oggi in tutti i paesi europei le masse popolari affrontano problemi analoghi e si trovano in una situazione simile, rispetto ai loro governi e al sistema imperialista mondiale.

Il sistema imperialista rende loro la vita ogni giorno più difficile. La crisi economica e la crisi ambientale imperversano e mietono vittime. Nessun rimedio efficace e duraturo da parte dei governi della borghesia e del clero, dei governi che godono della fiducia del sistema finanziario internazionale, dei governi che fanno gli interessi dei finanzieri, dei banchieri, degli speculatori, dei ricchi e del clero. Al massimo con lacrime e sangue le masse popolari riescono a strappare qualche ammortizzatore sociale: temporaneo, precario, parziale.

Il rimedio definitivo e universale a questo corso delle cose è fare la rivoluzione socialista, instaurare il socialismo: un’economia pianificata in ogni paese e a livello internazionale, diretta consapevolmente a soddisfare i bisogni materiali e spirituali dell’intera popolazione, in cui ogni adulto fa un lavoro socialmente utile e riconosciuto, ogni azienda svolge i compiti che le sono assegnati e riceve quanto le è necessario per funzionare, ogni individuo dispone delle condizioni di una vita dignitosa e partecipa secondo le sue capacità alla gestione della vita sociale. Non è solo la teoria comunista che indica questa soluzione.

L’Unione Sovietica e gli altri paesi socialisti creati dai lavoratori e dai popoli oppressi nella prima metà del secolo scorso hanno mostrato su grande scala che il socialismo è la soluzione alle crisi e alle altre barbarie del capitalismo, benché il socialismo fosse stato instaurato in paesi arretrati e i paesi socialisti dovessero costantemente difendersi da aggressioni di ogni genere. Finché hanno persistito su questa strada hanno anche prosperato. La borghesia e il clero li temevano, li sabotavano, hanno cercato più volte e in vari modi di aggredirli, ma non sono riusciti a vincerli. I primi paesi socialisti hanno incominciato a decadere solo quando hanno sbagliato strada e si sono messi a scimmiottare i capitalisti. Ma ancora oggi il loro esempio e il loro ricordo fanno paura alla borghesia e al clero: per questo li denigrano in ogni modo. Mentre riabilitano il fascismo, dicono mille menzogne sui paesi socialisti. Perché il socialismo e il comunismo sono il nostro futuro, per uscire dalla barbarie in cui la borghesia e il clero ci hanno condotti.

Ma oggi in Italia e negli altri paesi europei è impossibile instaurare direttamente il socialismo. Il socialismo si basa sulla partecipazione delle masse popolari alla gestione della vita sociale. Occorre che i lavoratori siano in massa convinti a instaurare il socialismo e siano adeguatamente organizzati per farlo. Per instaurare il socialismo occorre una trasformazione profonda nelle masse popolari: il socialismo comporta una riorganizzazione radicale della vita sociale, bisogna che la direzione della società possa basarsi sulla partecipazione in massa e organizzata dei lavoratori agli organismi aziendali e territoriali di governo in sostituzione del sistema della rappresentanza parlamentare e della delega. Occorre quindi un consenso di massa e una partecipazione di massa della popolazione: cosa da cui oggi nel nostro paese siamo lontani perché il vecchio PCI è venuto meno ai suoi compiti, si è integrato nella Repubblica Pontificia e ha deluso le speranze, le aspirazioni e i bisogni degli operai e del resto delle masse popolari e, di conseguenza, il vecchio movimento comunista si è disgregato e infine dissolto. Solo l’esperienza porterà nuovamente gli operai e il resto delle masse popolari a maturare in se stessi le condizioni spirituali e organizzative necessarie per compiere questa grande trasformazione.

Analoga è la situazione negli altri paesi europei. Ci aspetta quindi una lotta in cui le masse popolari dei vari paesi europei si sosterranno a vicenda, oltre che trovare alleati in ogni angolo del mondo. A noi comunisti italiani spetta fare la nostra parte.

Cosa fare nel nostro paese per far fronte rapidamente almeno alle conseguenze più gravi della crisi?

Occorre costituire un governo d’emergenza, formato dalle personalità che già godono della fiducia dei lavoratori e delle masse popolari organizzate, da individui che sono decisi ad adottare i provvedimenti particolari che realizzano le seguenti sei misure.

1. Assegnare a ogni azienda compiti produttivi (di beni o servizi) utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale (nessuna azienda deve essere chiusa).

2. Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.

3. Assegnare ad ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società (nessun lavoratore deve essere licenziato, nessun individuo deve essere emarginato).

4. Eliminare attività e produzioni inutili e dannose per l’uomo o per l’ambiente, assegnando alle aziende altri compiti.

5. Avviare la riorganizzazione delle altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione.

6. Stabilire relazioni di collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.

Un simile governo d’emergenza può essere costituito dalle Organizzazioni Operaie e dalle Organizzazioni Popolari che a migliaia già esistono nel nostro paese e che in parte sono già coordinate tra di loro anche a livello nazionale.

Il GBP non sarà il governo di noi comunisti, non sarà un governo socialista, ma tutti i comunisti collaboreranno a promuovere un simile governo, già da subito a convincere le organizzazioni operaie e popolari a costituire un simile governo, a sostenerlo, a indicare al governo i provvedimenti da prendere situazione per situazione e momento per momento, a provvedere direttamente all’attuazione dei suoi provvedimenti dove e quando l’amministrazione pubblica li boicotta, a stroncare il sabotaggio delle forze più reazionarie e criminali della borghesia e del clero. Solo chi non è convinto delle sue idee non osa fare compromessi con correnti, gruppi e individui con cui non è d’accordo al cento per cento, con cui può fare solo un pezzo di strada. Noi comunisti siamo sicuri delle nostre ragioni e delle nostre concezioni. Siamo certi di poter portare la rivoluzione socialista fino in fondo perché siamo certi che l’esperienza pratica e su larga scala messa in moto dal GBP dimostrerà alle larghe masse popolari le ragioni che per ora sono patrimonio solo nostro e di piccoli gruppi, comunque non ancora sufficienti perché instaurare il socialismo sia un obiettivo immediato.

La lotta per creare nel nostro paese le condizioni perché si costituisca un simile governo è anche la maggiore solidarietà che noi dobbiamo dare alle masse popolari greche.

Noi auguriamo alle masse popolari, ai lavoratori e ai comunisti della Grecia di riuscire a trovare la loro strada. Non solo dare filo da torcere al governo venduto del clan Papandreu, ma riuscire a costituire un loro governo!

Il popolo greco ha una gloriosa tradizione rivoluzionaria!

Esso ha saputo far fronte con eroismo e successo alle armate di Mussolini!

Esso non ha dato tregua alle armate di Hitler, mentre i capi del clan Papandreu erano rifugiati all’estero!

Esso ha osato sfidare gli imperialisti inglesi e americani per instaurare il socialismo come sbocco della vittoriosa Resistenza contro il nazifascismo!

Anche se quest’ultima impresa è stata sconfitta, essa ha lasciato una importante eredità al popolo greco. L’imperialismo USA e la NATO per cancellarla hanno fatto ricorso alla dittatura dei colonnelli (1967-1974). Ma la Rivoluzione di Dicembre ha dimostrato che quell’eredità è viva. Noi auguriamo che questa sia la volta buona e che le masse popolari greche riescano finalmente a costituire un governo popolare che faccia fronte alla crisi e sia un esempio per tutti i popoli europei.

Avanti quindi con fiducia e con forza!
Solidarietà alle masse popolari greche!
Contribuiamo alla loro lotta avanzando verso la costituzione di un governo d’emergenza nel nostro paese!

(nuovo)Partito comunista italiano

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