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(3 Agosto 2011) Enzo Apicella

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Loro creano la crisi e vogliono che noi ne paghiamo i costi

Sabato 15 Maggio iniziativa volantinaggio ore 16 CSA Vittoria

(14 Maggio 2010)

I conti che il popolo greco dovrà saldare per pagare i costi di questa crisi strutturale sono e saranno sempre più salati.

Il sistema economico capitalista che ha prodotto questa crisi di sovrapproduzione, addossandone le conseguenze su milioni di lavoratori e lavoratrici in tutto il mondo, tenta ora, con gli ultimi accordi europei, di proporre un'immagine di sé positiva affermandosi come unica barriera contro le speculazioni finanziarie ancora oggi additate quali uniche cause del dissesto dell'economia mondiale.

Domenica 9 maggio sono stati infatti stanziati, per tentare di allontanare lo spettro del fallimento (dopo quello corso con la Grecia) di altri Paesi membri nel mirino della speculazione finanziaria, 750 miliardi di euro anche grazie alla partecipazione diretta e preponderante del Fondo Monetario Internazionale.
Contropartite richieste per l'accesso agli aiuti sono politiche rigorose di “lacrime e sangue” che, nel caso del paese ellenico, sono state già programmate con misure di saccheggio dello stato sociale, di decurtazione sino al 20-30% dei salari dei dipendenti pubblici e privati e con l'emanazione di leggi che agevolino i licenziamenti.

Medesime misure di correzione dei propri deficit di bilancio sono altresì imposte alla Spagna e Portogallo (i due altri stati considerati maggiormente a rischio in questa fase) cui si suggeriscono analoghe liberalizzazioni e tagli della spesa sociale.

Anche in Italia il Governo Berlusconi e i padroni stanno accellerando lo sgretolamento delle tutele normative e dei livelli salariali dell'intera classe lavoratrice con, da ultimo, misure quali il “collegato lavoro” che preludono alla totale precarietà e alla completa libertà di licenziamento.
I governi del saccheggio dello stato sociale, delle privatizzazioni, della precarietà e del razzismo, si propongono quali salvatori di un sistema e di politiche economiche (e di gestione del potere) contro cui, in Grecia, si stanno mobilitando da settimane lavoratori e lavoratrici, precari e studenti.

La diffusione della protesta e della rabbia dei lavoratori greci deve essere l'esempio da seguire per inaugurare una stagione di lotte sociali e politiche.
Crediamo infatti che l'allargamento del conflitto sociale sia l'unica vera soluzione per la conquista e la generalizzazione dei bisogni e diritti continuamente erosi e sottratti: salario, casa, istruzione, servizi sociali.
La lotta e l’unità tra lavoratori di ogni settore è l’unica arma che abbiamo per dire ai padroni che non abbiamo nessuna intenzione di pagare i costi della loro crisi!

CONTRO LA CRISI RILANCIAMO IL CONFLITTO
NO ALLA PRECARIETÀ - NO ALLO SFRUTTAMENTO

Centro Sociale Vittoria - Milano

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