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(15 Maggio 2010)
E’ disponibile nelle librerie francesi il secondo volume di « Cette France-là » (Questa Francia) opera collettiva di un gruppo di ricercatori (Anne-Isabelle Barthélémy, Catherine Benoît, Vincent Berthe, Carolina Boe, Jérôme Boillat, Rémi Carayol, Julie Chansel, Emmanuelle Cosse, Grégory Curot, Estelle d'Halluin, Éric Fassin, Michel Feher, Christine Ferret, Valentin Hecker, Caroline Izambert, Sabrina Kassa, Gaëlle Krikorian, Pauline Langlois, Christophe Le Drean, Philippe Mangeot, Maja Neskovic, Michaël Neuman, Mathieu Potte-Bonneville, Marion Rousset, Isabelle Saint-Saëns, Manuela Salcedo, Antonin Sopena, Judith Soussan & Aurélie Windels) che prosegue l’analisi, iniziata l’anno scorso con l’uscita del primo volume dallo stesso titolo, della politica dell’immigrazione attuata sotto la presidenza di Nicolas Sarkozy, mettendo a confronto le dichiarazioni del primo ministro e gli atti del suo governo.
Quando gli fu inviato il primo volume di « Cette France-là », il primo minustro, François Fillon, in una risposta ricevuta il 20 marzo 2009 si esprimeva con parole rassicuranti : « La Repubblica non tollererà che la crisi serva da pretesto al rigetto, alla discriminazione o all’odio razziale. Il Governo che dirigo condanna fermamente ogni pratica mirante a fare degli immigrati, legali o illegali, i capri espiatori di difficoltà economiche di cui sono tanto spesso le prime vittime ».
Nobili parole.
I risultati dell’inchiesta condotta dagli autori dell’opera collettiva sono preoccupanti : se in un primo tempo il capo dello Stato ha tentato di far fronte alla recessione annunciata promettendo una « moralizzazione del capitalismo finanziario » ed una crescita « verde » con relativa nuova occupazione, la sua incapacità di mantenere le promesse lo ha presto convinto a tornare sul terreno che predilige, quello della lotta contro l’immigrazione « subita » ed il trattamento dei turbamenti identitari dei francesi.
Nel tentativo di nascondere la mancanza di un progetto , economico, sociale ed ecologico, Eric Besson, transfuga socialista nel governo Fillon e secondo ministro dell’Immigrazione, dell’Integrazione, dell’Identità nazionale e dello Sviluppo solidale (dopo Brice Hortefeux, che é passato agli Interni) ha sostenuto con lo zelo tipico dei neo-convertiti che il controllo dei flussi migratori e l’esaltazione dell’identità nazionale erano le migliori difese contro la xenofobia.
Dopo il risultato delle recenti elezioni regionali, nelle quali il cartello dei partiti della maggioranza governativa ha perso anche il governo delle poche regioni che amministrava, più che un’inversione di tendenza o, almeno, una pausa di riflessione, quella che si annuncia sembra essere una fuga in avanti.
Gli autori di « Cette France-là » intendono proseguire la loro ricerca realizzando un primo audit dei parlamentari eletti sulla politica di immigrazione, convinti che il problema odierno non sia l’immigrazione, quanto la politica che in proposito attua il governo, alimentando il sospetto sistematico intorno ai ricongiungimenti familiari ed ai richiedenti asilo politico, giustificando il suo operato con la necessaria convergenza con la politica degli altri paesi europei, che legittimano una politica il cui sbocco é la costituzione di una minoranza fragile sulla quale si scaricano tutte le tensioni di una società in profonda crisi.
Giustiniano Rossi
9790