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Atene. Ordine pubblico

Atene. Ordine pubblico

(4 Maggio 2010) Enzo Apicella
Grecia. Il Fondo Monetario Internazionale si scontra con la resistenza popolare

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Protesta ad Atene di fronte al Ministero della Difesa

Contro le scandalose spese di guerra

(18 Maggio 2010)

A 65 anni dalla Seconda Guerra Mondiale Le guerre e le occupazioni continuano Le spese di guerra sono troppo alte.

Nel 65° anniversario della fine della Seconda Guerra Mondiale l'umanità non è assolutamente vicina alla pace dato che dozzine di guerre si combattono in tutto il pianeta, e la vendita mondiale di armi è aumentata del 21% negli ultimi cinque anni.

I severi provvedimenti del governo, del Fondo Monetario Internazionale e dell'Unione Europea assumono dimensioni da incubo, condannando milioni di persone, specialmente noi donne, alla povertà, alla disoccupazione, all'esclusione e a uno stress costante; proprio in questo momento di grandissima crisi, la piccola Grecia detiene un terribile primato in Europa: quello della spesa militare!

Nel mondo, la Grecia occupa la quinta posizione per l'importazione di armamenti e la tredicesima per le spese di guerra in proporzione al Prodotto Interno Lordo, mentre in questo anno di duri sacrifici per le classi dei lavoratori, la Grecia pagherà 10 miliardi di Euro per gli armamenti e altri 500 milioni di Euro per le missioni greche all'estero, cioè le occupazioni. Inoltre, le commissioni e la corruzione sui rifornimenti di armi e munizioni aumentano il conto e creano potenti gruppi d'interesse che tengono in piedi il bazar permanente delle spese di guerra.

La Grecia e la vicina Turchia stanno buttando i loro soldi in spropositati bilanci militari. Entrambi i governi comprano razzi, aerei, sottomarini e carri armati completamente inutili e inefficaci, sacrificando l'accesso della nostra gente e soprattutto delle donne, al lavoro, alla casa, all'istruzione, alla sanità, alla gioia di vivere sull'altare delle industrie belliche dei maggiori trafficanti d'armi, negli USA, in Germania, in Francia e molti altri paesi.

Il buon senso esigerebbe quindi, mentre la Grecia si trova a un punto critico, che questa costosissima politica degli armamenti venisse ora abbandonata in favore di altre priorità, come la sopravvivenza dei pensionati che soffrono la fame, la protezione dei disoccupati o un minimo di supporto per le sempre più povere famiglie con un solo genitore che, in almeno il 90% dei casi, sono mantenute da una donna.

Ma quando è troppo è troppo! Finiamola con questa “vacca sacra” di una folle politica di armamento che in Grecia nessuno osa toccare! Esigiamo:

Che si ponga fine alla corsa agli armamenti tra Grecia e Turchia.
Che si attui subito un netto ridimensionamento dei piani di armamento.
Nessuna partecipazione della Grecia alle missioni all'estero, come in Afghanistan e in Kosovo.
Investimenti nei servizi pubblici (sanità, istruzione, case, protezione dell'ambiente, ecc.) di cui abbiamo bisogno, sia noi donne sia la società nel suo intero.
La creazione di strutture per aiutare le donne contro la violenza.
Soldi non per le armi ma per combattere la povertà, che colpisce soprattutto le donne.
No agli armamenti, no ai nazionalismi.
Mai più il fascismo, mai più la guerra.


Organizzano: Rete Greca della Marcia Mondiale delle Donne
Partecipano: Foro Sociale Greco, Rete delle Donne, Partito SYRIZA, Iniziativa Antinazionalistica Antimilitaristica, Associazione Greca degli Obiettori di Coscienza e altri collettivi.

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