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(28 Maggio 2011) Enzo Apicella
Fincantieri chiude gli stabilimenti di Sestri Ponente e di Castellammare di Stabbia e annuncia 2.500 licenziamenti.

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(Lotte operaie nella crisi)

Dopo la Grecia brucia anche la Romania

Ieri decine di migliaia di lavoratori in piazza contro i tagli dei salari e delle pensioni

(20 Maggio 2010)

Mentre in Grecia ci si prepara al quarto sciopero generale contro il tentativo di far pagare la crisi del capitale ai lavoratori salariati, scendono in piazza anche i lavoratori rumeni.

La loro lotta contro il piano di austerità concordato tra il Fondo monetario internazionale e il governo della Romania è cominciata con la manifestazione sindacale unitaria del 13 maggio e sta continuando tutt'oggi con scioperi e cortei contro la decisione di tagliare pensioni, stipendi pubblici e sussidi di disoccupazione.

I giornali italiani, però, non hanno riportato nessuna notizia dalla Romania. Evidentemente la loro libertà di stampa finisce dove inizia la paura del capitale!

La Romania, con i suoi 22 milioni di abitanti è in una crisi forse anche peggiore di quella greca.
Il paese ha un debito pubblico che potrebbe schizzare entro il 2012 al 65% e lo sforamento del deficit è di quasi il 9% quest'anno.

In cambio di una tranche di prestito di 850 milioni di euro (il totale del prestito sarà di 20 miliardi) il Fondo Monetario Internazionale e la Banca Europea hanno ottenuto dal presidente Traian Basescu e dal primo ministro Emil Boc un piano di austerità simile a quello greco, che prevede il taglio del 25% dei salari dei dipendenti dello stato e delle aziende a partecipazione statale, il taglio del 15% delle pensioni e 70.000 licenziamenti.

La risposta è stata immediata e di massa in tutto il paese.
Decine gli scioperi e le manifestazioni. Il palazzo del governo e le prefetture locali sono presidiate da giorni da centinaia di militanti dei picchetti "anti austerità".

Ieri 19 maggio, in concomitanza con lo sciopero generale in Grecia anche i sindacati rumeni hanno chiamato i lavoratori allo sciopero generale.
Decine di migliaia di dipendenti pubblici e pensionati hanno risposto all'appello e sono scesi in piazza a Bucarest manifestando sotto la sede del governo.

Di fronte alla negazione di ogni dialogo da parte del governo, i sindacati rumeni hanno convocato un secondo sciopero generale per il 31 maggio.

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