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Fiat: la "metrica del lavoro" finisce sotto inchiesta

(25 Luglio 2003)

La Procura di Torino sta indagando sul Tmc-2 (che letteralmente significa Tempi dei movimenti collegati-seconda versione), il sistema di metrica del lavoro adottato dalla Fiat nei suoi stabilimenti (all'inizio solo a Melfi e Cassino, poi, da quest'anno, esteso anche nelle altre fabbriche). Oggi gli ispettori della Asl hanno effettuato un sopralluogo a Mirafiori, il complesso industriale della Fiat a Torino, per verificare se l'introduzione del Tmc-2 non abbia influito sulle condizioni fisiche degli operai. E per accertare se non vi siano state violazioni della legge 626 sulla prevenzione e sicurezza del lavoro da parte della direzione aziendale.

380 fra operai ed ex operai Fiat, infatti, hanno accusato dolorosi disturbi alle mani, alle braccia e alle spalle: il sospetto è che si tratti della "patologia da sforzo ripetuto", malattia professionale che di solito colpisce i lavoratori addetti a mansioni ripetitive.

L'apertura dell'inchiesta è partita da un esposto inoltrato dalla Fiom-Cgil, che ha denunciato l'aumento dei ritmi di produzione nonostante il ricorso alla cassa integrazione. La Fiom quantifica in un 15% l'aumento d'intensità dei ritmi di lavoro da quando è stata introdotta la nuova metrica. Gli ispettori hanno acquisito i fogli di lavorazione in cui sono indicati i ritmi di lavoro e le tecnologie attuate e stanno confrontando i ritmi del piano precedente con quelli attuali, e se e' stato modificato il documento di valutazione dei rischi previsto dalla 626. ''L' esposto - spiega il segretario generale della Fiom di Torino, Giorgio Airaudo - si e' reso necessario perche' non e' stata aggiornata la valutazione dei rischi e per il mancato accesso alla documentazione. L' assenza di un negoziato su questi temi e la mancata tutela degli accordi separati, compreso quello firmato oggi pomeriggio all' Unione Industriale, richiedono che la magistratura svolga il suo compito di accertamento ristabilendo regole e diritto a tutela della salute dei lavoratori''.

Il pm Raffaele Guariniello ipotizza il reato di lesioni colpose. Fra gli indagati figurano dirigenti ed ex dirigenti che sono stati anche ai vertici di Fiat Auto negli ultimi vent'anni. I lavoratori operavano in prevalenza alle Carrozzerie, e si ritiene, in ambienti investigativi, che molti di loro siano stati interessati dalla patologia a causa delle condizioni in cui prestavano servizio. "In realtà - ha dichiarato all'Ansa l' avvocato Giovanni Anfora, legale dell' azienda insieme a Vittorio Chiusano e Luigi Chiappero - di certezze non ve ne sono. Sono ancora in corso le consulenze medico-legali per accertare prima di tutto l' effettiva natura dei disturbi, e poi se questi disturbi sono realmente riconducibili all' attività lavorativa. Ricordiamo che Fiat Auto ha sempre esercitato la massima attenzione a questo tipo di problematiche, nel rispetto del principio di tutelare la salute dei dipendenti". La Procura - per una questione di scadenza dei termini - ha chiesto l' archiviazione del procedimento, invitando però il gip Alessandro Prunas Tola, secondo quanto si è appreso a Palazzo di Giustizia, a disporre la prosecuzione degli accertamenti. Anche alcune "persone offese" si sono opposte alla chiusura definitiva del caso. E' prevista un'udienza alla fine di settembre.

(22 luglio 2003)

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